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Grigna Meridionale
Torrione Pertusio
Spigolo Mir
(D-, IV+, pp. V e VI-, V obbl.)
Sabato 28 novembre 2009
Grigna Meridionale
Torrione Pertusio
Spigolo Mir
(D-, IV+, pp. V e VI-, V obbl.)
Sabato 28 novembre 2009
Non pago del meraviglioso regalo della Grignetta della settimana scorsa sul Primo Magnaghi, ci ritento anche questa settimana: il meteo dà tempo davvero bello per sabato e riesco a mettermi d'accordo con Luigi e Daniele, grandi conoscitori della Grignetta (e non solo, dato il loro curriculum alpinistico di livello eccelso) e grandi amanti della "Montagna da gustare".
Ci accordiamo per trovarci a Lecco alle 7.30, un orario, di questa stagione, in cui albeggia e si passa dalle tenebre alla luce. Passo a recuperare Luigi Slowrun a Lecco e ci dirigiamo allegri verso il Bar dove abbiamo dato appuntamento al Crodaiolo (Daniele). Questi arriva, col suo solito sguardo da incallito Peter Pan dei Monti, assieme nientemeno che a Giuliano Uboldi, vecchio camoscio delle Alpi, persona cui dobbiamo numerose prime in Medale, in Dolomiti, nel Salbitschijen...
Si formano così due cordate, composte da tre alpinisti di livello ed uno (il sottoscritto) che di livello ha solo l'amore per la montagna... Il punto è semplice: dove andiamo a fare "quattro passi"?
Il Crodaiolo, lievemente maniacale, tenderebbe a proporre subito il Medale, ma, dato che ormai la giornata si stava mostrando in tutto il suo splendore, si becca un grugnito da parte mia "Con una giornata così si va in Grigna!!!"... Luigi e Giuliano acconsentono subito e Daniele, tutto sommato, è d'accordo...
Rapidi risaliamo i tornanti che portano ai Resinelli e, in breve ma senza fretta, arriviamo al parcheggio. Dritti dentro al bosco, dove, dopo una piccola serie di pause che per decenza definirò tecniche, decidiamo di comune accordo (nel senso che mi volevano fare felice) di andare al Torrione Pertusio, per fare lo Spigolo Mir.
Piccola parentesi personalissima...
Anni fa, nel 2006, quando, per la prima volta, ero salito in Grignetta al Rosalba per la Direttissima, scendendo per il sentiero delle Foppe avevo notato subito quella meraviglia di spigolotto che ci si trova di fronte, che quasi si arriva a toccare scendendo o salendo da quel sentiero. Poi, una volta ripreso ad andare in montagna, quando ormai avevo iniziato a conoscere qualcosina di Grigna e Grignetta, più di una volta avevo osservato la bellezza di quel Torrione, l'arditezza di quello spigolo... Più di una volta mi ero chiesto "bah, IV e IV+ pressoché continui, 1 passaggio di VI-, un paio di passaggi attorno al V... Ce la farò mai?". Era entrato di prepotenza nei miei desideri, nella lista dei desiderata, nella Wunschliste... Chiamatela come cavolo vi pare... Il fatto è che già da tempo avevo detto tanto a Luigi che a Daniele che quello Spigolo rientrava nei miei desideri...
Torniamo a sabato...
Ce la prendiamo con estrema calma... Lungo il sentiero, il blu cobalto di una giornata assolutamente perfetta ed i colori dell'autunno avanzato, con gli alberi ormai del tutto spogli, ci offrono ad ogni passo visuali e prospettive sempre nuove e sempre belle per gente che non è mai sazia di osservare gli "oggetti" del proprio amore, che, non casualmente, portano spesso, per fortuna, nomi di donna. Ad un osservatore esterno sembreranno forse strane le discussioni tra i vari Luigi, Giuliano e Daniele del tipo "Ma la Costanza quante volte te la sei fatta?"."E la Giulia? Da davanti e da dietro?" Tranquilli, stanno solo parlando della Torre Costanza e della Punta Giulia... Mentre loro discutono se vale più la pena farsi la Costanza da davanti o da dietro, si erge in tutta la sua magnificenza la Cecilia, torre che mi si è concessa quest'estate, con enorme gioia...
Continuiamo a salire, in fin dei conti andiamo al Torrione del Pertusio e, se l'etimologia non mi fa difetto, anche qui si arriva a parlare di pertugi e, per i maliziosi, il piatto è servito.
Giuliano ne ha mille da raccontare e non è uno che si tiri indietro, anzi. Estremamente comunicativo senza mai essere pesante, ama le battute e sa prendersi in giro a dovere. Un vero compagnone, oltre che un grande alpinista. Unito a Daniele e Luigi, si ottiene un cocktail favoloso!
Arriviamo senza fretta alla base, ormai fa addirittura caldo e siamo in maglietta tutti e quattro. All'attacco notiamo qualche nube, mandata probabilmente dall'APT locale tanto per fare un po' "ambiente grignesco" secondo la migliore tradizione e secondo lo stereotipo che vuole le guglie della Grigna immerse in una foschia che le rende ancor più dantesche...
Facciamo salire per primi Daniele e Giuliano, poi seguiremo Luigi ed io (a chiudere indegnamente le due cordate). Lo spigolo si può salire in quattro tiri, ma, giustamente a mio avviso, Daniele e Luigi decidono di unificare i primi due, ottenendo un bel primo tirone davvero estetico e continuo.
Non ci facciamo mancare qualche fotarella e, soprattutto, molte battute e battutacce, mentre il buon Daniele, com'è sua abitudine, fischietta allegro.
Mentre Luigi è ormai arrivato in sosta e si appresta a farmi partire e mentre, contemporaneamente, Daniele è già partito per il secondo tiro, sopra di noi volteggia un rapace semplicemente favoloso, forse un poianone o un falco... Non sono in grado di dirlo con precisione, so solo che era maestoso...
La giornata, nel frattempo, è ulteriormente migliorata... Un paio di folate di vento e la foschia è svanita... Sole e visuale perfetta e favolosa. Si arrampica al caldo...
Risalgo il primo tiro (o i primi due, vedete voi) in allegria: è un susseguirsi di quarto e quarto più continuo, bello, aereo e vario, spesso tecnico. Poco dopo la metà, un tratto presenta una roccia un po' strana, sembrano quasi conglomerati, che a prima vista danno poca sicurezza, ma è solo impressione... Un canalino-diedro un po' più impegnativo mi accompagna con alcuni passaggi tecnici e davvero belli alla sosta, su di uno spuntone in bella esposizione ed altamente fotogenico.
L'inizio del secondo tiro è decisamente esaltante e presenta subito il "passaggio chiave" della via, un diedrino appoggiato ma liscio, che inizia con un tratto un po' strapiombante Daniele e Giuliano sono già avanti, Luigi parte con calma, si lascia osservare da me che studio i passaggi e poi continua. Dopo il diedrino, si sale per salti verso uno strapiombino da passare a destra per poi prendere una serie di saltini e fessure superficiali che portano, spostandosi verso sinistra, alla sosta.
Dalle relazioni, capisco che il diedro può essere affrontato direttamente dalla sosta lungo il bordo destro, oppure entrando in profondità nel diedro stesso... Vedo bene l'appiglione risoutore, ma è troppo in alto per me, con un allungo non ce la farei mai... Decido di provare ad azzerare, ma, appena afferrato il rinvio, non mi convince... Non posso fermarmi così...
Torno in sosta, rifiato, osservo... Trovo un appiglietto per la destra, spacco a sinistra verso il fondo del diedro, mi incastro un po', risalgo quei due passi che mi servono, poi, sfruttando un paio di ottime lame, mi alzo e con la destra arrivo all'appiglione. Mi alzo e poi è di nuovo quarto...
Sarà, io il VI- non l'ho visto. Luigi mi conferma, come anche Giuliano, che è un V abbondante, ma nulla di più, mentre Daniele mi dice, per pignoleria, che,a volerla vedere fino in fondo, VI- è da considerarsi il primo passaggio per alzarsi o spostarsi... Se è così, allora è davvero UN SOLO PASSO... In ogni caso delizioso.
Proseguo. I saltini e la via sono evidenti... Ci si porta fino sotto ad uno strapiombetto, sul cui bordo c'è un chiodo. Lo si deve aggirare verso destra, con un'ampia spaccata. Giuliano poi mi conferma che è una "raddrizzata" della richiodatura recente, mentre prima passava direttamente a destra, per una sorta di canalino un po' marciotto. In ogni caso, anche qui, siamo al limite inferiore del V grado, poi di nuovo saltini di IV e IV+, davvero belli, fino ad una sorta di fessura che accompagna, spaccando a sinistra, alla sosta.
L'ultimo tiro è semplicemente una favola: finalmente si capisce di essere su uno spigolo: si sale dapprima una bella fessura e poi, per successive fessure, lame, un caminetto superficiale, con passaggi costanti di IV+, in bella esposizione ed arrampicata sempre elegante, si arriva all'ultima sosta, poco sotto la vetta vera e propria.
All'altezza di una sorta di caminetto sueprficiale, decido di salire un po' a sinistra, sfruttando due lame, una per il braccio destro ed una per il sinistro, che mi permettono di salire usando l'aderenza delel scarpette su un calcare favoloso, in totale esposizione. La difficoltà sono appena superiori, forse un passaggio di V-, ma semplicemente esaltante.
Usciti dallo spigolo, pochi passi su gradoni elementari e si raggiunge la sosta, dove Luigi vuole che vada avanti io per i pochi metri che ci separano dalla cima vera e propria. Il solito signore...
Arrivati alla cima, la classica stretta di mano, un sorriso, poi a respirare ed osservare panorami mozzafiato, sempre belli per quanto li si conosca...
Cambio di scarpe e giù per un perfido canalino, semplicissimo (un paio di passaggi di I grado), ma reso fastidioso dalla fanghiglias (è pur sempre novembre, capperi!).
Torniamo alla base ed agli zaini mentre Daniele e Giuliano decidono di andare a farsi anche la Santo Domingo. Io sono soddisfatto e vedo che Luigi vorrebbe andare a provare la variante Capitoli... Mi chiede se voglio salire per la Santo Domingo. Ringrazio e declino. Ci portiamo qualche metro a sinistra e mi piazzo, seduto, a far sicura a Luiigi che va a fare qualche evoluzione sulla Variante Capitoli, fermandosi solo sotto ad un tetto che valuterà poi di 6c...
Un paio di manovre di sicurezza e poi mi arriva l'ordine "Calami!". Lo faccio arrivare a terra e ci spostiamo sulla piazzuola presente sul sentiero, alla base del Torrione, vicino a due spuntoni fotogenicissimi...
Ci ritroviamo tutti e quattro, allegri, ciarlieri, contenti. Mangiucchiamo qualcosina, bevicchiamo e poi, calmi come per la salita, scendiamo, raccontandocela peggio di quando le signore vanno dalla parrucchiera...
Non siamo ancora sazi di panorami, osserviamo ogni singola guglia, ogni torrione, osserviamo le possibili linee di via classiche, di quelle dimenticate o poco note e di quelle possibili...
La giusta conclusione è, secondo la miglior tradizione, pizza e birra "dalla Cornelia".
Una giornata favolosa, suggellata con una serie di strette di mano vere, sincere e con quel saluto "arrivederci a presto" che lascia tanto ben sperare.
Una giornata per la quale, mentre io ringrazio i tre amici che mi hanno fatto vivere così intensamente quelle ore grignesche, tutti e quattro ci siamo trovati a ringraziare Sorella Grignetta, sempre pronta a concedere simili regali a chi mostra di apprezzarla davvero ed in ogni aspetto, dal sentiero all'arrampicata, con o senza neve, o anche solo per guardrla e mandarle un tacito quanto esplicito " a presto, vengo a trovarti appena posso".
La Grigna non è assassina...
La Grigna ti prende come una malattia dell'anima, una di quelle malattie che speri sempre non passi mai...
Un microcosmo cangiante, sempre nuovo nella sua apparente staticità.
Un coacervo meravigliosamente laocoontico di bellezze naturali ed alpinistiche, di storia e di aneddoti...
A presto, Sentinella della Guerriera Bella e Senza Amore.
Ci accordiamo per trovarci a Lecco alle 7.30, un orario, di questa stagione, in cui albeggia e si passa dalle tenebre alla luce. Passo a recuperare Luigi Slowrun a Lecco e ci dirigiamo allegri verso il Bar dove abbiamo dato appuntamento al Crodaiolo (Daniele). Questi arriva, col suo solito sguardo da incallito Peter Pan dei Monti, assieme nientemeno che a Giuliano Uboldi, vecchio camoscio delle Alpi, persona cui dobbiamo numerose prime in Medale, in Dolomiti, nel Salbitschijen...
Si formano così due cordate, composte da tre alpinisti di livello ed uno (il sottoscritto) che di livello ha solo l'amore per la montagna... Il punto è semplice: dove andiamo a fare "quattro passi"?
Il Crodaiolo, lievemente maniacale, tenderebbe a proporre subito il Medale, ma, dato che ormai la giornata si stava mostrando in tutto il suo splendore, si becca un grugnito da parte mia "Con una giornata così si va in Grigna!!!"... Luigi e Giuliano acconsentono subito e Daniele, tutto sommato, è d'accordo...
Rapidi risaliamo i tornanti che portano ai Resinelli e, in breve ma senza fretta, arriviamo al parcheggio. Dritti dentro al bosco, dove, dopo una piccola serie di pause che per decenza definirò tecniche, decidiamo di comune accordo (nel senso che mi volevano fare felice) di andare al Torrione Pertusio, per fare lo Spigolo Mir.
Piccola parentesi personalissima...
Anni fa, nel 2006, quando, per la prima volta, ero salito in Grignetta al Rosalba per la Direttissima, scendendo per il sentiero delle Foppe avevo notato subito quella meraviglia di spigolotto che ci si trova di fronte, che quasi si arriva a toccare scendendo o salendo da quel sentiero. Poi, una volta ripreso ad andare in montagna, quando ormai avevo iniziato a conoscere qualcosina di Grigna e Grignetta, più di una volta avevo osservato la bellezza di quel Torrione, l'arditezza di quello spigolo... Più di una volta mi ero chiesto "bah, IV e IV+ pressoché continui, 1 passaggio di VI-, un paio di passaggi attorno al V... Ce la farò mai?". Era entrato di prepotenza nei miei desideri, nella lista dei desiderata, nella Wunschliste... Chiamatela come cavolo vi pare... Il fatto è che già da tempo avevo detto tanto a Luigi che a Daniele che quello Spigolo rientrava nei miei desideri...
Torniamo a sabato...
Ce la prendiamo con estrema calma... Lungo il sentiero, il blu cobalto di una giornata assolutamente perfetta ed i colori dell'autunno avanzato, con gli alberi ormai del tutto spogli, ci offrono ad ogni passo visuali e prospettive sempre nuove e sempre belle per gente che non è mai sazia di osservare gli "oggetti" del proprio amore, che, non casualmente, portano spesso, per fortuna, nomi di donna. Ad un osservatore esterno sembreranno forse strane le discussioni tra i vari Luigi, Giuliano e Daniele del tipo "Ma la Costanza quante volte te la sei fatta?"."E la Giulia? Da davanti e da dietro?" Tranquilli, stanno solo parlando della Torre Costanza e della Punta Giulia... Mentre loro discutono se vale più la pena farsi la Costanza da davanti o da dietro, si erge in tutta la sua magnificenza la Cecilia, torre che mi si è concessa quest'estate, con enorme gioia...
Continuiamo a salire, in fin dei conti andiamo al Torrione del Pertusio e, se l'etimologia non mi fa difetto, anche qui si arriva a parlare di pertugi e, per i maliziosi, il piatto è servito.
Giuliano ne ha mille da raccontare e non è uno che si tiri indietro, anzi. Estremamente comunicativo senza mai essere pesante, ama le battute e sa prendersi in giro a dovere. Un vero compagnone, oltre che un grande alpinista. Unito a Daniele e Luigi, si ottiene un cocktail favoloso!
Arriviamo senza fretta alla base, ormai fa addirittura caldo e siamo in maglietta tutti e quattro. All'attacco notiamo qualche nube, mandata probabilmente dall'APT locale tanto per fare un po' "ambiente grignesco" secondo la migliore tradizione e secondo lo stereotipo che vuole le guglie della Grigna immerse in una foschia che le rende ancor più dantesche...
Facciamo salire per primi Daniele e Giuliano, poi seguiremo Luigi ed io (a chiudere indegnamente le due cordate). Lo spigolo si può salire in quattro tiri, ma, giustamente a mio avviso, Daniele e Luigi decidono di unificare i primi due, ottenendo un bel primo tirone davvero estetico e continuo.
Non ci facciamo mancare qualche fotarella e, soprattutto, molte battute e battutacce, mentre il buon Daniele, com'è sua abitudine, fischietta allegro.
Mentre Luigi è ormai arrivato in sosta e si appresta a farmi partire e mentre, contemporaneamente, Daniele è già partito per il secondo tiro, sopra di noi volteggia un rapace semplicemente favoloso, forse un poianone o un falco... Non sono in grado di dirlo con precisione, so solo che era maestoso...
La giornata, nel frattempo, è ulteriormente migliorata... Un paio di folate di vento e la foschia è svanita... Sole e visuale perfetta e favolosa. Si arrampica al caldo...
Risalgo il primo tiro (o i primi due, vedete voi) in allegria: è un susseguirsi di quarto e quarto più continuo, bello, aereo e vario, spesso tecnico. Poco dopo la metà, un tratto presenta una roccia un po' strana, sembrano quasi conglomerati, che a prima vista danno poca sicurezza, ma è solo impressione... Un canalino-diedro un po' più impegnativo mi accompagna con alcuni passaggi tecnici e davvero belli alla sosta, su di uno spuntone in bella esposizione ed altamente fotogenico.
L'inizio del secondo tiro è decisamente esaltante e presenta subito il "passaggio chiave" della via, un diedrino appoggiato ma liscio, che inizia con un tratto un po' strapiombante Daniele e Giuliano sono già avanti, Luigi parte con calma, si lascia osservare da me che studio i passaggi e poi continua. Dopo il diedrino, si sale per salti verso uno strapiombino da passare a destra per poi prendere una serie di saltini e fessure superficiali che portano, spostandosi verso sinistra, alla sosta.
Dalle relazioni, capisco che il diedro può essere affrontato direttamente dalla sosta lungo il bordo destro, oppure entrando in profondità nel diedro stesso... Vedo bene l'appiglione risoutore, ma è troppo in alto per me, con un allungo non ce la farei mai... Decido di provare ad azzerare, ma, appena afferrato il rinvio, non mi convince... Non posso fermarmi così...
Torno in sosta, rifiato, osservo... Trovo un appiglietto per la destra, spacco a sinistra verso il fondo del diedro, mi incastro un po', risalgo quei due passi che mi servono, poi, sfruttando un paio di ottime lame, mi alzo e con la destra arrivo all'appiglione. Mi alzo e poi è di nuovo quarto...
Sarà, io il VI- non l'ho visto. Luigi mi conferma, come anche Giuliano, che è un V abbondante, ma nulla di più, mentre Daniele mi dice, per pignoleria, che,a volerla vedere fino in fondo, VI- è da considerarsi il primo passaggio per alzarsi o spostarsi... Se è così, allora è davvero UN SOLO PASSO... In ogni caso delizioso.
Proseguo. I saltini e la via sono evidenti... Ci si porta fino sotto ad uno strapiombetto, sul cui bordo c'è un chiodo. Lo si deve aggirare verso destra, con un'ampia spaccata. Giuliano poi mi conferma che è una "raddrizzata" della richiodatura recente, mentre prima passava direttamente a destra, per una sorta di canalino un po' marciotto. In ogni caso, anche qui, siamo al limite inferiore del V grado, poi di nuovo saltini di IV e IV+, davvero belli, fino ad una sorta di fessura che accompagna, spaccando a sinistra, alla sosta.
L'ultimo tiro è semplicemente una favola: finalmente si capisce di essere su uno spigolo: si sale dapprima una bella fessura e poi, per successive fessure, lame, un caminetto superficiale, con passaggi costanti di IV+, in bella esposizione ed arrampicata sempre elegante, si arriva all'ultima sosta, poco sotto la vetta vera e propria.
All'altezza di una sorta di caminetto sueprficiale, decido di salire un po' a sinistra, sfruttando due lame, una per il braccio destro ed una per il sinistro, che mi permettono di salire usando l'aderenza delel scarpette su un calcare favoloso, in totale esposizione. La difficoltà sono appena superiori, forse un passaggio di V-, ma semplicemente esaltante.
Usciti dallo spigolo, pochi passi su gradoni elementari e si raggiunge la sosta, dove Luigi vuole che vada avanti io per i pochi metri che ci separano dalla cima vera e propria. Il solito signore...
Arrivati alla cima, la classica stretta di mano, un sorriso, poi a respirare ed osservare panorami mozzafiato, sempre belli per quanto li si conosca...
Cambio di scarpe e giù per un perfido canalino, semplicissimo (un paio di passaggi di I grado), ma reso fastidioso dalla fanghiglias (è pur sempre novembre, capperi!).
Torniamo alla base ed agli zaini mentre Daniele e Giuliano decidono di andare a farsi anche la Santo Domingo. Io sono soddisfatto e vedo che Luigi vorrebbe andare a provare la variante Capitoli... Mi chiede se voglio salire per la Santo Domingo. Ringrazio e declino. Ci portiamo qualche metro a sinistra e mi piazzo, seduto, a far sicura a Luiigi che va a fare qualche evoluzione sulla Variante Capitoli, fermandosi solo sotto ad un tetto che valuterà poi di 6c...
Un paio di manovre di sicurezza e poi mi arriva l'ordine "Calami!". Lo faccio arrivare a terra e ci spostiamo sulla piazzuola presente sul sentiero, alla base del Torrione, vicino a due spuntoni fotogenicissimi...
Ci ritroviamo tutti e quattro, allegri, ciarlieri, contenti. Mangiucchiamo qualcosina, bevicchiamo e poi, calmi come per la salita, scendiamo, raccontandocela peggio di quando le signore vanno dalla parrucchiera...
Non siamo ancora sazi di panorami, osserviamo ogni singola guglia, ogni torrione, osserviamo le possibili linee di via classiche, di quelle dimenticate o poco note e di quelle possibili...
La giusta conclusione è, secondo la miglior tradizione, pizza e birra "dalla Cornelia".
Una giornata favolosa, suggellata con una serie di strette di mano vere, sincere e con quel saluto "arrivederci a presto" che lascia tanto ben sperare.
Una giornata per la quale, mentre io ringrazio i tre amici che mi hanno fatto vivere così intensamente quelle ore grignesche, tutti e quattro ci siamo trovati a ringraziare Sorella Grignetta, sempre pronta a concedere simili regali a chi mostra di apprezzarla davvero ed in ogni aspetto, dal sentiero all'arrampicata, con o senza neve, o anche solo per guardrla e mandarle un tacito quanto esplicito " a presto, vengo a trovarti appena posso".
La Grigna non è assassina...
La Grigna ti prende come una malattia dell'anima, una di quelle malattie che speri sempre non passi mai...
Un microcosmo cangiante, sempre nuovo nella sua apparente staticità.
Un coacervo meravigliosamente laocoontico di bellezze naturali ed alpinistiche, di storia e di aneddoti...
A presto, Sentinella della Guerriera Bella e Senza Amore.