Crocione del San Martino
7 febbraio 2010
Prima uscita dell'anno
7 febbraio 2010
Prima uscita dell'anno
Il 2010, ad essere sinceri, non è che sia iniziato proprio con i migliori auspici...
Subito dopo la fine delle vacanze natalizie è partita l'offensiva di tutte le forme influenzali note ed ignote... Se a questo aggiungiamo che il lavoro ha avuto - fortunatamente in questo caso - una recrudescenza peraltro benedetta... Va da sé che il mese di gennaio è passato senza lasciarmi spazio per la montagna, eccezion fatta per un giretto in automobile, intabarrati come due anziani semimoribondi, fatto con la mia compagna a godere dei piaceri di Zambla Alta.
Subito dopo la fine delle vacanze natalizie è partita l'offensiva di tutte le forme influenzali note ed ignote... Se a questo aggiungiamo che il lavoro ha avuto - fortunatamente in questo caso - una recrudescenza peraltro benedetta... Va da sé che il mese di gennaio è passato senza lasciarmi spazio per la montagna, eccezion fatta per un giretto in automobile, intabarrati come due anziani semimoribondi, fatto con la mia compagna a godere dei piaceri di Zambla Alta.
Ma, come recita un vecchio adagio, non può piovere per sempre. Sempre per restare sulle frasi fatte, dopo la pioggia ritorna il sereno... Ok, ok, non arrivo a "non ci son più le mezze stagioni"; mi fermo subito con i luoghi comuni, promesso....
Ai primi di febbraio, comunque, mi ritrovo ad essere ingrassato come un maiale da insaccare, flaccido e fuori allenamento come poche volte in questi ultimi anni. Fortuna vuole che, per il fine settimana, pare ci sia uno spiraglio di tempo, se non buono, almeno decente. Come spesso avviene, grazie al solito sistema dei "forum" e, soprattutto, degli sms, riesco a contattare l'ottimo Riccardo, Ric54, valdostano trapiantato tra Bresciana e Bergamasca, che, sentendo anche lui il richiamo della montagna, accetta senza opporre resistenza alcuna la mia proposta, per nulla indecente.
Originariamente, la proposta era rivolta al mio amato Moregallo. Riccardo esprime il desiderio di andare a fare la ferrata del Corno Rat. Non la amo particolarmente (anzi, per nulla), ma sono ben felice di fare un giro con Riccardo e, se desidera conoscere qualcosa che ancora non ha visto, lo faccio di ottimo grado. La sua è una compagnia favolosa...
Ci dovete immaginare: io alto un metro ed un ca**o (ma non ridete: come dice Sconsolata, voi vedete soltanto il metro...); lui, almeno uno e novanta, se non di più, proporzionato a livello muscolare... Praticamente sembriamo chiesa e campanile.
Il dado è tratto: al mattino, parto per Valmadrera... Nebbia mica da ridere e ancora tanta neve al terreno ai lati della strada... Cominciamo bene...
Arrivo a Valmadrera, dove avevo dato appuntamento al buon Ric "al parcheggio del cimitero". Ora, senza offesa, non è che Valmadrera sia precisamente una metropoli. Resta il fatto che questa operosa cittadina del Lecchese, dalle antiche origini, dispone id un cimitero "nuovo" e di uno "storico".
Ovviamente io mi trovo a quello "nuovo" e Riccardo a quello "vecchio".
Rapido scambio di telefonate e di insulti, prese per i fondelli e via in centro. A metterci d'accordo, la colazione del mattino. Poi, mentre la luce ci permette di guardarci attorno, notiamo che dai 300 metri in su la neve è ancora tanta... E dura...
Rinunciamo (con mia celata - ma non troppo - soddisfazione) alla ferrata del Corno Rat e, su mia proposta, ci dirigiamo verso Lecco. Per qual motivo non abbiamo fatto un bel giro su neve al Moregallo? Perché qualcuno aveva dimenticato a casa i ramponi... E quel qualcuno, questa volta, non ero io!!!
A Lecco, seconda colazioncina con brioches "a buon livello" e subito dopo, visto che l'arrivo del sole aveva diradato le nebbie e lasciato spazio ad una giornata che prometteva bene, vista l'assenza dei ramponi, optiamo per un sano giretto verso il Medale. Riccardo lo conosce solo di fama e accetta di buon grado di andarlo a conoscere.
Per andare a parcheggiare, ci portiamo a Laorca, visto che il parcheggio di Rancio è zeppo come un uovo. Già per arrivare al parcheggio, prima avventura... La strada è ancora bella ghiacciata e le ruote scivolano in modo sibillino...
In un modo o nell'altro, tuttavia, riusciamo a parcheggiare e ci prepariamo per la passeggiata.
Seguiamo il sentiero che, passando vicino al cimitero di Laorca (delizioso per la posizione, sembra fatto su misura per accogliere spoglie di amanti della montagna), ci deposita presto all'ex Rifugio Medale, da dove l'omonimo monte ci accoglie con ottimi panorami.
Decido di mostrargli la base delle pareti e la partenza della ferrata degli Alpini al Medale, che ancora non ha percorso. Prendiamo quindi il sentierino, ben segnato e molto frequentato, che passa alla base della Bastionata, degli attacchi delle vie alpinistiche al Medale e, finalmente, arriviamo al Pilastro Irene, dove parte la ferrata.
Riccardo è quasi senza parole per la bellezza del posto... Non me ne stupisco! Questo "paracarro" alto una trentina di metri più dei canonici "mille", si presenta come una vera montagna. E, scusate se mi sento di parte, ma il Medale montagna lo è! Punto.
Riprendiamo il sentiero che sale verso la Cappelletta, mentre sulla sinistra le nebbie che ancora attanagliano Lecco creano un gioco sensazionale: l'orrenda costruzione del centro commerciale di Lecco, ripudiato dallo stesso Piano, immersa nella nebbia si trasfigura in un castello fatato, che sembra sorgere, come nelle migliori narrazioni di antichi manieri scozzesi in epoche medievali, dalle nebbie e dalle brume delle Highlands...
IL sentiero ci deposita presto alla Cappelletta... Beh, quasi presto... Complici un paio di "soste idrauliche" lungo il sentiero, riusciamo a "perderci", nel senso che, salendo, Riccardo segue il sentiero che da poco prima della Cappella taglia verso il Medale... Poco male, un paio di urla e quattro prese in giro ricompongono il duo chiesa-campanile.
Alla Cappella, quattro ciàcole con un alpinista della zona, in vena di ciarle, due foto al buon Ric che a malapena riesce ad entrare nella Cappelletta e poi su, lungo il Sentiero Silvia, per andare a guistare i panorami dal Crocione...
La sosta forzata di quasi tre mesi si fa sentire e, nonostante il poco dislivello, sbuffo per alcuni metri come un mantice. Riccardo mi osserva quasi incredulo, abituato a ben altri Arteri... Ma, sbuffando o no, arriviamo, con molta attenzione, agli ultimi metri prima del Crocione. Qui comincia ad affiorare anche un po' di ghiaccio vivo. Inutile pensare al fatto che i ramponi sarebbero forse stati utili... Non ci sono, punto. Arriviamo, non senza attenzione, al Crocione, da dove col cavolo che ci godiamo il panorama... Una bella folata di nebbia ci fa sentire nel mezzo della Pianura Padana, ma, per fortuna, dura poco.
Ci sediamo sulla vetta, beviamo qualcosina e poi, con calma, aspettiamo che le nebbie ci regalino un po' di panorama, cosa che puntualmente avviene. L'orario, però, è quello giusto... Ci avviciniamo all'ora di pranzo... Ed a questo tipo di richiami io e Riccardo siamo particolarmente sensibili.
Dal Crocione ci portiamo al colletto in cresta e prendiamo la traccia che scende verso il Rifugio Piazza. Come prima, dobbiamo fare molta attenzione alla neve ed a piccole lastre quasi ghiacciate... Iniziamo le prese in giro reciproche.... Non avevo ancora finito di magnificare il vantaggio di essere brevilineo, il fatto che ad essere piccoli si ha il baricentro più basso e si controllano meglio eventuali scivolate, che... Tac!!! Prendo una lastra di ghiaccio, le gambe si alzano a livello del volto e... Bam! Il posteriore si adagia in modo goffo e un po' violento al terreno, in perfetto stile fantozziano.
Quello che segue non posso riportarlo sul blog senza arrossire. Tralasciando il fatto che, probabilmente, mi beccherei anche una denuncia per frasi oscene e blasfeme (la veneticità si fa sentire molto in simili casi).
Tralasciando su una seconda caduta (e conseguente serie di rosari alla veneta), arriviamo al Rifugio Piazza, che ci accoglie con un bel fuoco acceso ed un invitante odorino...
I nostri propositi di morigeratezza vanno seduta stante a farsi benedire. Ordiniamo una caraffa di rosso e due piatti di polenta ed arrosto... Che, ottimi, svaniscono come neve al sole.
Belli, allegri, con la panza piena ed il cuore pieno di soddisfazione per i panorami, prendiamo con molta calma il sentiero per il ritorno.
Lungo il sentiero, ricevo una telefonata da Luigi: "Ma dove c... sei? Sei in giro?". Al che gli dico "Ma, guarda, pensa che sono passato sotto Medale ed Antimedale ed ho anche notato gente che saliva..". "Ma eravamo noi!!!"... Tralascio alcune espressioni, tipiche dell'ambiente alpinistico...
In conclusione, la telefonata può essere riassunta così: "Luca, tu e Riccardo fatevi trovare al bar a Lecco in un'ora".
Fu così che la giornata ebbe degna celebrazione e consacrazione...
Io e Riccardo, allegri e pasciuti, a bere birra con Daniele e Luigi, scesi dall'Antimedale, dove avevano arrampicato col Valseschini. Giusta conclusione per una giornata divertente e piacevole, con bella gente!
Riccardo, in particolare, prima di salutare tutti ha fissato un appuntamento con la ferrata del Medale. Io, invece, in cuor mio spero tanto di poter riprendere presto un discorso rimasto aperto con una via di un Altro, Grande, Enorme ed Immortale Riccardo...
Ciao Medale, torno presto!!!
Originariamente, la proposta era rivolta al mio amato Moregallo. Riccardo esprime il desiderio di andare a fare la ferrata del Corno Rat. Non la amo particolarmente (anzi, per nulla), ma sono ben felice di fare un giro con Riccardo e, se desidera conoscere qualcosa che ancora non ha visto, lo faccio di ottimo grado. La sua è una compagnia favolosa...
Ci dovete immaginare: io alto un metro ed un ca**o (ma non ridete: come dice Sconsolata, voi vedete soltanto il metro...); lui, almeno uno e novanta, se non di più, proporzionato a livello muscolare... Praticamente sembriamo chiesa e campanile.
Il dado è tratto: al mattino, parto per Valmadrera... Nebbia mica da ridere e ancora tanta neve al terreno ai lati della strada... Cominciamo bene...
Arrivo a Valmadrera, dove avevo dato appuntamento al buon Ric "al parcheggio del cimitero". Ora, senza offesa, non è che Valmadrera sia precisamente una metropoli. Resta il fatto che questa operosa cittadina del Lecchese, dalle antiche origini, dispone id un cimitero "nuovo" e di uno "storico".
Ovviamente io mi trovo a quello "nuovo" e Riccardo a quello "vecchio".
Rapido scambio di telefonate e di insulti, prese per i fondelli e via in centro. A metterci d'accordo, la colazione del mattino. Poi, mentre la luce ci permette di guardarci attorno, notiamo che dai 300 metri in su la neve è ancora tanta... E dura...
Rinunciamo (con mia celata - ma non troppo - soddisfazione) alla ferrata del Corno Rat e, su mia proposta, ci dirigiamo verso Lecco. Per qual motivo non abbiamo fatto un bel giro su neve al Moregallo? Perché qualcuno aveva dimenticato a casa i ramponi... E quel qualcuno, questa volta, non ero io!!!
A Lecco, seconda colazioncina con brioches "a buon livello" e subito dopo, visto che l'arrivo del sole aveva diradato le nebbie e lasciato spazio ad una giornata che prometteva bene, vista l'assenza dei ramponi, optiamo per un sano giretto verso il Medale. Riccardo lo conosce solo di fama e accetta di buon grado di andarlo a conoscere.
Per andare a parcheggiare, ci portiamo a Laorca, visto che il parcheggio di Rancio è zeppo come un uovo. Già per arrivare al parcheggio, prima avventura... La strada è ancora bella ghiacciata e le ruote scivolano in modo sibillino...
In un modo o nell'altro, tuttavia, riusciamo a parcheggiare e ci prepariamo per la passeggiata.
Seguiamo il sentiero che, passando vicino al cimitero di Laorca (delizioso per la posizione, sembra fatto su misura per accogliere spoglie di amanti della montagna), ci deposita presto all'ex Rifugio Medale, da dove l'omonimo monte ci accoglie con ottimi panorami.
Decido di mostrargli la base delle pareti e la partenza della ferrata degli Alpini al Medale, che ancora non ha percorso. Prendiamo quindi il sentierino, ben segnato e molto frequentato, che passa alla base della Bastionata, degli attacchi delle vie alpinistiche al Medale e, finalmente, arriviamo al Pilastro Irene, dove parte la ferrata.
Riccardo è quasi senza parole per la bellezza del posto... Non me ne stupisco! Questo "paracarro" alto una trentina di metri più dei canonici "mille", si presenta come una vera montagna. E, scusate se mi sento di parte, ma il Medale montagna lo è! Punto.
Riprendiamo il sentiero che sale verso la Cappelletta, mentre sulla sinistra le nebbie che ancora attanagliano Lecco creano un gioco sensazionale: l'orrenda costruzione del centro commerciale di Lecco, ripudiato dallo stesso Piano, immersa nella nebbia si trasfigura in un castello fatato, che sembra sorgere, come nelle migliori narrazioni di antichi manieri scozzesi in epoche medievali, dalle nebbie e dalle brume delle Highlands...
IL sentiero ci deposita presto alla Cappelletta... Beh, quasi presto... Complici un paio di "soste idrauliche" lungo il sentiero, riusciamo a "perderci", nel senso che, salendo, Riccardo segue il sentiero che da poco prima della Cappella taglia verso il Medale... Poco male, un paio di urla e quattro prese in giro ricompongono il duo chiesa-campanile.
Alla Cappella, quattro ciàcole con un alpinista della zona, in vena di ciarle, due foto al buon Ric che a malapena riesce ad entrare nella Cappelletta e poi su, lungo il Sentiero Silvia, per andare a guistare i panorami dal Crocione...
La sosta forzata di quasi tre mesi si fa sentire e, nonostante il poco dislivello, sbuffo per alcuni metri come un mantice. Riccardo mi osserva quasi incredulo, abituato a ben altri Arteri... Ma, sbuffando o no, arriviamo, con molta attenzione, agli ultimi metri prima del Crocione. Qui comincia ad affiorare anche un po' di ghiaccio vivo. Inutile pensare al fatto che i ramponi sarebbero forse stati utili... Non ci sono, punto. Arriviamo, non senza attenzione, al Crocione, da dove col cavolo che ci godiamo il panorama... Una bella folata di nebbia ci fa sentire nel mezzo della Pianura Padana, ma, per fortuna, dura poco.
Ci sediamo sulla vetta, beviamo qualcosina e poi, con calma, aspettiamo che le nebbie ci regalino un po' di panorama, cosa che puntualmente avviene. L'orario, però, è quello giusto... Ci avviciniamo all'ora di pranzo... Ed a questo tipo di richiami io e Riccardo siamo particolarmente sensibili.
Dal Crocione ci portiamo al colletto in cresta e prendiamo la traccia che scende verso il Rifugio Piazza. Come prima, dobbiamo fare molta attenzione alla neve ed a piccole lastre quasi ghiacciate... Iniziamo le prese in giro reciproche.... Non avevo ancora finito di magnificare il vantaggio di essere brevilineo, il fatto che ad essere piccoli si ha il baricentro più basso e si controllano meglio eventuali scivolate, che... Tac!!! Prendo una lastra di ghiaccio, le gambe si alzano a livello del volto e... Bam! Il posteriore si adagia in modo goffo e un po' violento al terreno, in perfetto stile fantozziano.
Quello che segue non posso riportarlo sul blog senza arrossire. Tralasciando il fatto che, probabilmente, mi beccherei anche una denuncia per frasi oscene e blasfeme (la veneticità si fa sentire molto in simili casi).
Tralasciando su una seconda caduta (e conseguente serie di rosari alla veneta), arriviamo al Rifugio Piazza, che ci accoglie con un bel fuoco acceso ed un invitante odorino...
I nostri propositi di morigeratezza vanno seduta stante a farsi benedire. Ordiniamo una caraffa di rosso e due piatti di polenta ed arrosto... Che, ottimi, svaniscono come neve al sole.
Belli, allegri, con la panza piena ed il cuore pieno di soddisfazione per i panorami, prendiamo con molta calma il sentiero per il ritorno.
Lungo il sentiero, ricevo una telefonata da Luigi: "Ma dove c... sei? Sei in giro?". Al che gli dico "Ma, guarda, pensa che sono passato sotto Medale ed Antimedale ed ho anche notato gente che saliva..". "Ma eravamo noi!!!"... Tralascio alcune espressioni, tipiche dell'ambiente alpinistico...
In conclusione, la telefonata può essere riassunta così: "Luca, tu e Riccardo fatevi trovare al bar a Lecco in un'ora".
Fu così che la giornata ebbe degna celebrazione e consacrazione...
Io e Riccardo, allegri e pasciuti, a bere birra con Daniele e Luigi, scesi dall'Antimedale, dove avevano arrampicato col Valseschini. Giusta conclusione per una giornata divertente e piacevole, con bella gente!
Riccardo, in particolare, prima di salutare tutti ha fissato un appuntamento con la ferrata del Medale. Io, invece, in cuor mio spero tanto di poter riprendere presto un discorso rimasto aperto con una via di un Altro, Grande, Enorme ed Immortale Riccardo...
Ciao Medale, torno presto!!!
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