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Una traversata da Santuario a Santuario con i panorami del Sentiero "Luisin"
Sabato 14 febbraio 2009
Sabato 14 febbraio 2009
Ci sono giornate in cui la voglia di fare quattro passi è superiore al solito... Provate a mettere assieme alcune concomitanze, come il perdurare del tempo di "emme" per alcune settimane, più la presenza della festa degli "innamorati"... E capirete come la mia compagna ed io abbiamo deciso su due piedi di andare in cerca di un itinerario a bassa quota, distante dall'escursionismo di massa e non tanto in alto da farci provare troppi brividi (non blu...).
Bene, stamattina, dopo esserci svegliati con estrema calma, dopo esserci adeguatamente coccolati come da copione del fine settimana della coppia-tipo dei quarantenni italiani, dopo aver fatto una sana colazione, nonché dopo abluzioni e quant'altro, con molta calma ci siamo diretti verso i monti del Lecchese...
La meta non era assolutamente precisa nelle nostre menti: la mia compagna mi aveva chiesto di poter fare quattro passi senza dover patire troppo freddo, possibilmente senza pestare neve e di poter avere qualche bel panorama. Beh, uno dei vantaggi di stare in questa zona d'Italia è che, stendendo un pietoso velo sull'attraversamento di Tangenziale-Sesto-Cinisello-Monza, in poche decine di minuti ci si può trovare nel Lecchese o sul Triangolo Lariano.
Avvicinandomi a Civate-Valmadrera, avevo notato come le previsioni del tempo, tanto per cambiare, avessero cannato: era prevista una giornata con velature e coperture nuvolose... Difatti, come volevasi dimostrare, cielo blu e terso, panorami a go-go e sole che picchiava, anche se il vento risultava un po' freddo... Ma siamo a metà febbraio, che pretendete?
Uno sguardo e noto che la zona del Triangolo lariano sembra abbastanza sgombra da neve residua e, quasi subito, mi arriva l'illuminazione, per la quale devi fare un piccolo preambolo: i Bradipi di Montagna hanno spie sparse per le varie zone montuose che frequentano...
Una di queste spie, il nostro 007 di Valmadrera, è Mario, che usa il nick, a prima vista criptico, di IZ2LNF. Grande appassionato di escursionismo e "local" di provata fede, con molta tranquillità e semplicità, in un paio di occasioni mi aveva accennato alle bellezze del sentiero "Luisin", che collega San Tomaso a San Pietro al Monte di Civate. Il sentiero, peraltro, l'avevo osservato, in parte, qualche tempo fa, salendo dal San Martino al Corno Birone per il Sentiero Dario e William.
Il sentiero "Luisin" è dedicato a Luigi Anghileri, Luisin, personaggio che tanto ha fatto per le sue montagne e la loro esplorazione. Questo itinerario, tracciato a regola d'arte, parte da dopo il Taja Sass, lungo il sentiero che riporta al San Martino da San Tomaso e, dopo aver risalito la cresta del Cornello, traversa lungamente a sinistra, sotto le pareti del Corno Birone, intersecando il Sentiero L. Vassena e il Sentiero 8 (al Ceppo della Forcola, punto più elevato del percorso, a 796 m), ambedue diretti al Corno Birone. Dopo questi incroci, il sentiero ha termine al complesso monumentale dell'Abbazia di San Pietro al Monte, meraviglioso monumento degno di ben maggiore frequentazione. Ma, come spesso ho già scritto, da queste parti, a volte, non si rendono conto dei capolavori che hanno per mano... Ma è un'altra storia...
Partiamo verso mezzogiorno da Valmadrera, dopo aver lasciato l'auto all'ampio parcheggio del cimitero di Valmadrera. In pochi passi raggiungiamo il santuario di San Martino e da qui cominciamo a salire per il sentiero a noi già noto. Ben presto lasciamo sulla sinbistra la deviazione per il Sentiero Lucio Vassena e, dopo alcuni tratti un po' più ripidi, cominciamo ad assaporare i panorami tanto sulle montagne circostanti che sul sottostante Sentiero delle Vasche.
Arrivati al bivio che indica a sinistra la possibilità di seguire per il sentiero Dario e William, dovremmo continuare per un po' in direzione del Taja Sass, per poi prendere a sinistra il "Luisin", ma decido di far provare alla mia compagna la bellezza del Dario e William. Risaliamo pertanto il sentiero, che a tratti è decisamente aereo, gustandoci ampiamente i panorami sui laghi della Brianza, sul Resegone, sul Barro, sulla Grignetta che spunta, sul Moregallo imperioso e sul soprastante Corno Birone.
Raggiungiamo la crestina del Cornello ed incrociamo il Sentiero Luisin, che per un tratto divide lo stesso percorso del Dario e William, finché, sotto la cuspide terminale della cresta dle Cornello, incontriamo la deviazione e la biforcazione dei sentieri: dritti proseguiremmo per il Corno Birone, ma noi oggi vogliamo traversare fino a San Pietro. Prendiamo, dunque, il meraviglioso sentiero in costa che, oltrepassando due vallecole, porta ad una prima selletta con un albero solitario, posto quasi ad invitare ad un'altra sosta altamente panoramica. Qui si incontra il sentiero L. Vassena che sale dritto e ripido verso il Corno Birone, oppure scende altrettanto ripidamente verso Valmadrera, mentre noi continuiamo con la traversata, scendendo brevemente per poi girare verso destra e andare, con un paio di saliscendi, verso una seconda selletta.
Altra piccola pausa di "belvedere" e poi nuovamente giù per andare a prendere una contropendenza un po' più erta ed aerea, con un tratto invero un minimo esposto ma ottimamente (si fa per dire) attrezzato con una decina di metri di catena. Da qui, si tratta di passare ancora una piccola vallecola e poi risalire brevemente verso la ben visibile Sella del Ceppo della Forcola, il cui nome risulta evidente dalle forma a forca delle tre puntine rocciose presenti sulla Sella.
Da qui fa capolino il Cornizzolo, dalla riconoscibilissima silhouette, e , sopra di noi, si presenta in una bella prospettiva il Monte Rai. Davanti a noi, il complesso monumentale di San Pietro. Già da qui è perfettamente visibile la quantità di persone saliteci... Scendiamo e, poco dopo, incontriamo il sentiero 8 SEC che, passando per i Tre Casott, scende a Civate Cascina dell'Oro. Ci guardiamo e, subito, decidiamo di evitare la massa. Scendiamo verso i Tre Casott, cui arriviamo dopo alcuni tratti invero un po' ripidini che mettono alla prova le caviglie: il terreno non è ancora del tutto asciutto e scivolare è piuttosto facile.
Ai Tre Casott i panorami sul Resegone, sul Barro e sui laghi è semplicemente delizioso e verrebbe voglia di fermarsi lì, ma un paio di folate di vento di riportano alla ragione e ripartiamo per il sentiero che, tanto ripido quanto rapido, ci deposita a Civate. Da qui a Valmadrera, purtroppo, dobbiamo seguire la strada asfaltata, ma è per pochi (anche se lunghi) minuti. E' ormai pomeriggio inoltrato, ma siamo assolutamente soddisfatti. Valmadrera ci saluta e ci dà l'arrivederci regalandoci un pre-tramonto di fuoco sul Moregallo, un tramonto che lascia in ombra buona parte dello stesso mettendo in risalto la "fetta d'arancia" della Cresta OSA e facendo scintillare, quasi fosse oro bianco, la calotta sommitale ancora occupata dalla neve.
Un arrivderci che accogliamo con piacere: Il Valmadrerese, come il Lecchese, e, più in generale, la Montagna, sa sempre accogliere e dare il benvenuto e l'arrivederci a chi la sa apprezzare. La Montagna, inoltre, sa mostrare idee, panorami e sensazioni semrpe nuove anche su quello che, a prima vista, potrebbe sembrare solo "il solito itinerario sotto casa".
Uno dei prossimi giri, ora, sarà salire per il Sentiero 50 SEC e scendere per il Lucio Vassena... Questa zona, che pure frequento da due anni con una certa regolarità, mi sembra ancora del tutto sconosciuta... E anche le zone che conosco, quasi fossi in una fiaba, si mostrano ogni volta differenti e sempre più avvincenti. In una parola: qui non esiste la noia!
Bene, stamattina, dopo esserci svegliati con estrema calma, dopo esserci adeguatamente coccolati come da copione del fine settimana della coppia-tipo dei quarantenni italiani, dopo aver fatto una sana colazione, nonché dopo abluzioni e quant'altro, con molta calma ci siamo diretti verso i monti del Lecchese...
La meta non era assolutamente precisa nelle nostre menti: la mia compagna mi aveva chiesto di poter fare quattro passi senza dover patire troppo freddo, possibilmente senza pestare neve e di poter avere qualche bel panorama. Beh, uno dei vantaggi di stare in questa zona d'Italia è che, stendendo un pietoso velo sull'attraversamento di Tangenziale-Sesto-Cinisello-Monza, in poche decine di minuti ci si può trovare nel Lecchese o sul Triangolo Lariano.
Avvicinandomi a Civate-Valmadrera, avevo notato come le previsioni del tempo, tanto per cambiare, avessero cannato: era prevista una giornata con velature e coperture nuvolose... Difatti, come volevasi dimostrare, cielo blu e terso, panorami a go-go e sole che picchiava, anche se il vento risultava un po' freddo... Ma siamo a metà febbraio, che pretendete?
Uno sguardo e noto che la zona del Triangolo lariano sembra abbastanza sgombra da neve residua e, quasi subito, mi arriva l'illuminazione, per la quale devi fare un piccolo preambolo: i Bradipi di Montagna hanno spie sparse per le varie zone montuose che frequentano...
Una di queste spie, il nostro 007 di Valmadrera, è Mario, che usa il nick, a prima vista criptico, di IZ2LNF. Grande appassionato di escursionismo e "local" di provata fede, con molta tranquillità e semplicità, in un paio di occasioni mi aveva accennato alle bellezze del sentiero "Luisin", che collega San Tomaso a San Pietro al Monte di Civate. Il sentiero, peraltro, l'avevo osservato, in parte, qualche tempo fa, salendo dal San Martino al Corno Birone per il Sentiero Dario e William.
Il sentiero "Luisin" è dedicato a Luigi Anghileri, Luisin, personaggio che tanto ha fatto per le sue montagne e la loro esplorazione. Questo itinerario, tracciato a regola d'arte, parte da dopo il Taja Sass, lungo il sentiero che riporta al San Martino da San Tomaso e, dopo aver risalito la cresta del Cornello, traversa lungamente a sinistra, sotto le pareti del Corno Birone, intersecando il Sentiero L. Vassena e il Sentiero 8 (al Ceppo della Forcola, punto più elevato del percorso, a 796 m), ambedue diretti al Corno Birone. Dopo questi incroci, il sentiero ha termine al complesso monumentale dell'Abbazia di San Pietro al Monte, meraviglioso monumento degno di ben maggiore frequentazione. Ma, come spesso ho già scritto, da queste parti, a volte, non si rendono conto dei capolavori che hanno per mano... Ma è un'altra storia...
Partiamo verso mezzogiorno da Valmadrera, dopo aver lasciato l'auto all'ampio parcheggio del cimitero di Valmadrera. In pochi passi raggiungiamo il santuario di San Martino e da qui cominciamo a salire per il sentiero a noi già noto. Ben presto lasciamo sulla sinbistra la deviazione per il Sentiero Lucio Vassena e, dopo alcuni tratti un po' più ripidi, cominciamo ad assaporare i panorami tanto sulle montagne circostanti che sul sottostante Sentiero delle Vasche.
Arrivati al bivio che indica a sinistra la possibilità di seguire per il sentiero Dario e William, dovremmo continuare per un po' in direzione del Taja Sass, per poi prendere a sinistra il "Luisin", ma decido di far provare alla mia compagna la bellezza del Dario e William. Risaliamo pertanto il sentiero, che a tratti è decisamente aereo, gustandoci ampiamente i panorami sui laghi della Brianza, sul Resegone, sul Barro, sulla Grignetta che spunta, sul Moregallo imperioso e sul soprastante Corno Birone.
Raggiungiamo la crestina del Cornello ed incrociamo il Sentiero Luisin, che per un tratto divide lo stesso percorso del Dario e William, finché, sotto la cuspide terminale della cresta dle Cornello, incontriamo la deviazione e la biforcazione dei sentieri: dritti proseguiremmo per il Corno Birone, ma noi oggi vogliamo traversare fino a San Pietro. Prendiamo, dunque, il meraviglioso sentiero in costa che, oltrepassando due vallecole, porta ad una prima selletta con un albero solitario, posto quasi ad invitare ad un'altra sosta altamente panoramica. Qui si incontra il sentiero L. Vassena che sale dritto e ripido verso il Corno Birone, oppure scende altrettanto ripidamente verso Valmadrera, mentre noi continuiamo con la traversata, scendendo brevemente per poi girare verso destra e andare, con un paio di saliscendi, verso una seconda selletta.
Altra piccola pausa di "belvedere" e poi nuovamente giù per andare a prendere una contropendenza un po' più erta ed aerea, con un tratto invero un minimo esposto ma ottimamente (si fa per dire) attrezzato con una decina di metri di catena. Da qui, si tratta di passare ancora una piccola vallecola e poi risalire brevemente verso la ben visibile Sella del Ceppo della Forcola, il cui nome risulta evidente dalle forma a forca delle tre puntine rocciose presenti sulla Sella.
Da qui fa capolino il Cornizzolo, dalla riconoscibilissima silhouette, e , sopra di noi, si presenta in una bella prospettiva il Monte Rai. Davanti a noi, il complesso monumentale di San Pietro. Già da qui è perfettamente visibile la quantità di persone saliteci... Scendiamo e, poco dopo, incontriamo il sentiero 8 SEC che, passando per i Tre Casott, scende a Civate Cascina dell'Oro. Ci guardiamo e, subito, decidiamo di evitare la massa. Scendiamo verso i Tre Casott, cui arriviamo dopo alcuni tratti invero un po' ripidini che mettono alla prova le caviglie: il terreno non è ancora del tutto asciutto e scivolare è piuttosto facile.
Ai Tre Casott i panorami sul Resegone, sul Barro e sui laghi è semplicemente delizioso e verrebbe voglia di fermarsi lì, ma un paio di folate di vento di riportano alla ragione e ripartiamo per il sentiero che, tanto ripido quanto rapido, ci deposita a Civate. Da qui a Valmadrera, purtroppo, dobbiamo seguire la strada asfaltata, ma è per pochi (anche se lunghi) minuti. E' ormai pomeriggio inoltrato, ma siamo assolutamente soddisfatti. Valmadrera ci saluta e ci dà l'arrivederci regalandoci un pre-tramonto di fuoco sul Moregallo, un tramonto che lascia in ombra buona parte dello stesso mettendo in risalto la "fetta d'arancia" della Cresta OSA e facendo scintillare, quasi fosse oro bianco, la calotta sommitale ancora occupata dalla neve.
Un arrivderci che accogliamo con piacere: Il Valmadrerese, come il Lecchese, e, più in generale, la Montagna, sa sempre accogliere e dare il benvenuto e l'arrivederci a chi la sa apprezzare. La Montagna, inoltre, sa mostrare idee, panorami e sensazioni semrpe nuove anche su quello che, a prima vista, potrebbe sembrare solo "il solito itinerario sotto casa".
Uno dei prossimi giri, ora, sarà salire per il Sentiero 50 SEC e scendere per il Lucio Vassena... Questa zona, che pure frequento da due anni con una certa regolarità, mi sembra ancora del tutto sconosciuta... E anche le zone che conosco, quasi fossi in una fiaba, si mostrano ogni volta differenti e sempre più avvincenti. In una parola: qui non esiste la noia!
Luca, bella gita, e bella giornata, ma.... dai... SAN VALENTINO, la festa preconfezionata per eccellenza!!!! ;-)
RispondiEliminaEva
Ma tesora...
RispondiEliminaPensavo fosse evidente il piglio satirico...
Il fatto che fosse "San Valentino" era uno dei pungoli più forti per evitare i luoghi affollati, le feste, i fiori, la gente e andarsene a stare in santa pace tra i monti...
Ogni festa comandata è un'occasione per fuggire e fare tutt'altro che quello che gli altri fanno per "dovere"...
Mi sono spiegato???
A presto, scricciolo!