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Cresta Giumenta, dal Magnodeno al Passo del Foo Domenica 3 Maggio 2009
Cresta Giumenta, dal Magnodeno al Passo del Foo Domenica 3 Maggio 2009
Il fascino dei sentieri di cresta
Per un fotoalbum "commentato" dall'ottimo Bradiparazzo (Paparazzo Bradipo Ric54), cliccate qui
Domenica 3 maggio 2009, finalmente il meteo ha deciso di fare la personcina seria e, dopo un lungo periodo segnato da costante presenza di nubi fantozziane e precipitazioni copiose, ci ha regalato una giornata a dir poco favolosa nel Lecchese, luogo a molti caro ed eletto per l'occasione a sito deputato ad accogliere una sana Bradipata con la B maiuscola.
A Milano, piazza Udine, alle ore 7 quasi precise si ritrovano, con facce più o meno addormentate e con chiari tatuaggi da cuscino, Mario-Pallinogiallo, Stefano ed augusto genitore Andrea ed il sottoscritto. Partenza a "razzo" (nei limiti del sonno mattutino, ma la prospettiva di un sano caffè a Versasio ci ha dato la forza necessaria).
Arrivati a Versasio, troviamo subito Claudio - Antico 43, il nostro 4X4, arzillo e perfettamente sveglio... Arrivato con i due Zebri Miriam e Sandro, non abbiamo avuto il coraggio di chiedergli a che ora si fosse svegliato per essere a Lecco prima delle 8...
Al Bar Partenza della funivia, dopo aver salutato Antonio, l'impareggiabile gestore, troviamo subito i bresciani Armando ed Antonio, mentre di lì a breve fa capolino Riccardo-Ric54 che, dall'alto della sua statura, ci stava tenendo tutti sotto controllo (anche a lui non è stato il caso di chiedere a che ora si sia mosso... Voci incontrollate dicono che si fosse piantato in zona già durante la notte).
Squilla il mio telefonino... Un numero sconosciuto... Vedo una persona che mi viene incontro: è Andrea, bergamasco, che, non conoscendomi e non volendo fare brutte figure, per sicurezza ha chiamato per vedere chi fosse l'idiota che si sentiva telefonare...
Presentazioni, saluti, prima risate.
Sparati, ma con facce assonnate, sempre da Milano arrivano Cinzi con marito ed amico (che ribattezzeremo Cinzio e Cinzio-bis). Mentre anche loro vanno a fare caffè e tappa servizi igienici, la sorpresona... Arriva una moto con due persone ipervestite ed intabarrate... Sono EvaK e Danbear che, dopo aver disertato a parole la Bradipata in favore di sane arrampicate a livello del mare in Liguria, hanno ben pensato di evitare il traffico di rientro anticipando lo stesso di un giorno e facendo a tutti il regalo della propria presenza.
Per farla in breve, alle 08.15 circa sono pronti a partire per la Bradipata ben 16 Bradipi. Mancano, purtroppo, alcuni dei Bradipi fondatori, come Ale74 e Fede 94, Marco, il Fedipos... Ma sappiamo che ci saranno presto, per altre uscite.
La Bradipata odierna è (guarda caso) un meraviglioso percorso di cresta, con un semplice sentiero attrezzato che aggiunge una piccola ciliegina alla bellezza dell'itinerario. In più, è il "battesimo" ad un certo tipo di percorsi per Mario-Pallinogiallo, che, pur avendo scoperto da poco il mondo della montagna (è la sua settima uscita in assoluto), ha tutta la caparbietà e la passione per riuscire a godersi il tutto nonostante la grande fatica di chi sta cominciando.
Il primo tratto del percorso segue il sentiero 1 per il rifugio Stoppani ed il Resegone, per lasciarlo ben presto, ad un bivio, prendendo un sentierino delizioso che, quasi in piano, si tiene in costa in un boschetto di rara bellezza, per poi - dopo aver attraversato un torrente su un ponticello di legno - risalire con un piccolo strappo un po' più ripido e portarci all'amena località di Campo de' Boi, dove facciamo una prima "semitappa", buona per mettere indumenti più leggeri e preparare i bastoncini per la risalita fino al Magnodeno.
La risalita avviene, giustamente, a passo di Bradipo, tale, cioè da consentire la risalita senza infarto anche al vecchio Arterio... Il sentiero, a lungo nel bosco, sale con regolarità, senza essere mai troppo ripido. Ci concediamo, comunque, un paio di soste panoramiche (la solita scusa dei panorami per tirare il fiato) durante le quali fanno la propria comparsa le prime cibarie ed addirittura una boccetta con ottimo whisky... Non sono nemmeno le dieci e siamo già al whisky... Non male...
Decido di velocizzare l'arrivo alla croce ed al bivacco del Magnodeno, quindi inserisco le ridotte e parto. In breve, dopo un'ultima rampa un po' più ripida ed un meraviglioso costone con vista incomparabile sul Lecchese, raggiungo la croce di vetta, dove a breve mi segue tutto il gruppo dei Bradipi.
Inizia il primo sbragamento totale...
Ometterò di consegnare la contabilità delle cibarie scomparse durante questa breve sosta... Posso solo dire che, a parte qualche parola e qualche foto, per il resto l'unico rumore percepibile da parte dei Bradipi era quello delle mandibole... A parte la nota scofanatrice seriale Miriam-Zebra, si sono segnalati per voracità il giovane Stefano ed i Cinzi's....
Oltre alla mangiatoia, complice la presenza del bivacco aperto, si sono materilizzate (ed immediatamente vuotate) anche alcune lattine di birra... Il tutto sotto il sole cocente della brulla sommità del Magnodeno.
Ormai le dieci e mezza sono ampiamente passate... Decido di far "rispettare" in qualche modo gli orari indicati (sì, figurati...) e velocizzo la partenza verso la Cresta Giumenta. Il sentiero continua ad essere bellissimo: si abbassa di poco ad una selletta e poi, tenendosi sul versante di Erve, traversa in costa fino ad un bivio in cui si incontrano una panca ed una fonte. Andando a destra si andrebbe velocemente al rifugio Alpinisti Monzesi, mentre noi proseguiamo verso il sentiero attrezzato della Cresta Giumenta, al cui inizio troviamo il solito doveroso cartello che avvisa delle caratteristiche dell'itinerario e ricorda l'uso delle attrezzature.
Rapido briefing: essendo per molti la prima uscita con i Bradipi, invito chi non si sente sufficientemente sicuro ad imbragarsi, nonostante il sentiero attrezzato sia da considerarsi facile. C'è chi si imbraga e chi no, come spesso avviene. Dopodiché, inizia lo stupendo percorso di cresta che dal Magnodeno, passando per la cresta della Cima del Foo, chiamata Cresta Giumenta, porta alla Capanna Ghislandi al Passo del Foo.
Il percorso non è per nulla difficile tecnicamente, ma presenta numerosi passaggi esposti, dove un semplice scivolone avrebbe termine solo svariate decine di metri sotto, e richiede un minimo d'attenzione. Per Mario-Pallinogiallo, inoltre, trattasi della prima vera esperienza in "ferrata", che affronta con lo spirito giusto, con la caparbietà di chi si vuol divertire nonostante la fatica.
Il sentiero, all'inizio, è una teoria lunga di saliscendi, spesso non attrezzati, in cresta, con panorami a 360° tutt'intorno, dal prospiciente Resegone alla Valle di Erve, alle viste su Lecco, sulle Grigne, la Brianza e poi oltre, fino a vedere le Orobie Occidentali e gli ancora innevatissimi Legnone e Pizzo dei Tre Signori...
Poco prima della cima del Foo, massima elevazione del percorso a 1348 metri, la cresta ha una piccola impennata: si tratta di risalire un paio di canalini ed un paio di crestine, dove la maggior difficoltà non sta nei pochi passaggi su roccette, quanto nella friabilità della roccia, che costringe ad un esame preventivo di ogni appoggio ed appiglio. In breve, comunque, dopo un altro paio di saliscendi in cresta ed alcune roccette, ci si ritrova ai piedi della croce di vetta.
Inizia così il "momento litania". No, non sto parlando di un momento di raccoglimento spirituale...
Parlo delle litanie provenienti soprattutto da Stefano e dal padre Andrea che, dotati di fisico longilineo tipico di chi tanto brucia, sono persone dotate di appetito formidabile e frequente... Inizia la litania che, più del Bradipo, sa del Piranha... Si associano anche i Cinzi's... Armando ed Antonio, ma anche l'ottimo e saggio Riccardo, sembrano essere d'accordo sulla necessità di ritemprare lo stomaco più che lo spirito...
Decido di passare oltre, dopo essermi accertato che Mario, Sandro e la Miriam, ottimamente seguiti da Daniele ed Eva, stiano arrivando. Il tratto successivo, peraltro, presenta, dopo una discesina appena ostica, la risalita di un canalino con l'unico passaggio classificabile come "mediamente difficile" di tutto l'itinerario. Il passaggio, peraltro, è tranquillamente evitabile seguendo il sentiero alla sua destra, che si ricongiunge dopo una trentina di metri, lì dove inizia la brevissima discesa alla capanna Ghislandi.
In breve, ci troviamo fuori dal sentiero attrezzato in un gruppetto comprendente, oltre al lentissimo Arterio, Antonio, Armando ed i velocissimi e voraci Stefano ed Andrea. Osservo i miei quattro cpmpagni di accelerata e li invito a scendere ad attendere il gruppo al rifugio... Consiglio che, dato il brontolio di stomaco, accettano al volo... In particolare, stupenda è stata l'ammissione di Andrea che, da buon padre, fino a quel momento aveva tentato di tenere "tranquillo" l'ottimo Stefano: mi guarda e, a metà tra la scusa e la complicità, mi dice "Madonna, Luca.. C'ho 'na fame...".
Li seguo ridendo mentre scendono. Di lì a poco - giuro! - mi pareva di sentire distintamente il rumore delle loro mandibole.
A breve mi raggiungono anche Cinzi, Claudio-Antico ed Andrea il bergamasco... Anche Cinzi ed Andrea si avviano, proprio mentre sopraggiungono anche i due Cinzi's Boys. Anche loro scendono con lo sguardo tipico del leone che si avvia a sbranare l'antilope, mentre io e Claudio, tranquilli, ci mettiamo a prendere il sole e ad attendere Riccardo che, con Eva e Daniele, segue l'arrivo di Miriam, Sandro e Mario.
Vengo a sapere, non senza qualche dovuta risata, che il buon Cinzio, vuoi per il sole, vuoi per la scarica di birre e whisky, sulla Cima del Foo si è fatto un sano pisolino da un quarto d'ora... Lo invidio...
A breve, compaiono allegri e festanti Riccardo, la Miriam e Sandro, mentre subito dopo, caparbio e soddisfatto, accompagnato dagli angeli custodi Daniele ed Eva, Mario può finalmente togliersi l'imbrago e ricevere le pacche sulla spalla da tutti noi: alla sua prima ferrata, nonostante - dice lui - avesse davanti a sé in certi momenti immagini della Madonna e di tutti i Santi in colonna... Beh, è arrivato e si è divertito come un bambino!!!
In pochi minuti ci ritroviamo tutti al Passo del Foo, dove lo sbragamento è completo e totale: dagli zaini compaiono leccornie varie e le chiacchiere sono poche... Si sentono denti ferini, degni più di stare nella bocca di un Piranha che di un Bradipo, ma è bello così. Complice l'apertura della Capanna Ghislandi, compaiono anche altre birre...
Originariamente, qualora fossimo stati più rapidi (ma non ne sarebbe valsa la pena, troppo bello così), saremmo potuti salire per la Ferrata dle Centenario, ma ormai sono quasi le due e conviene scendere.
Approfitto della presenza di un paio di innocue nuvolette per lanciare il solito allarme meteo, cui nessuno crede ma che è sempre utile. Partiamo dal Passo del Foo, direzione capanna Stoppani...
La discesa è molto carina, in mezzo al bosco, talora un po' fangosa, ma sufficientemente rapida. Arriviamo alla confluenza col sentiero 1, dove ci aspettiamo (dato che c'era il sonoro rischio di sbagliare sentiero, visto che non tutti i bivi sono segnalati...).
Nelle vicinanze del rifugio Stoppani, veniamo quasi travolti da un gruppo di ragazzini con accompagnatori, intenti a vociare e cantare come i bambini sanno fare... Decidiamo di tirare rapidamente dritto, così alcuni volonterosi mettono la quarta e si lanciano a capofitto nella discesa...
Rapidamente (ma non troppo), il gruppo si ricompatta al bar Partenza Funivia, dove, finalmente i Bradipi danno il peggio di sè con la famosa e doverosa birra finale...
Purtroppo, è domenica ed è giorno di ritorno dal ponte del Primo Maggio....
Miriam, Sandro e Claudio devono tornare nel Veneto, così come Daniele ed Eva devono essere per tempo nel Bresciano, quindi cominciano con i saluti. A breve anche Andrea decide di partire per la Bergamasca, prima di trovarsi imbottigliato nel traffico che attanaglia regolarmente i pochi chilometri che separano Lecco da Bergamo.
A breve, necessariamente, decide di andare ad affrontare il traffico anche Riccardo, che deve tornare nella Bresciana, così come il Cinzi's Group, che è particolarmente preoccupato dal ritorno a Milano...
Rimaniamo in sei: io, Mario, Andrea padre e Stefano figlio... Giusto il tempo per mettersi d'accordo con Armando e Antonio, altri due "potabili" (cioè bresciani) per una possibile Bradiposcammellata per il giorno 13 di maggio sul Canalone Belasa e traversata dei Corni (con adeguata tappa gastronomica al SEV Pianezzo).
E'l'ora del rientro... Felici, allegri come Pasque, saliamo nelle rispettive automobili e partiamo verso il vero passaggio-chiave della giornata, ovvero il traffico... A parte un imbottigliamento all'altezza dell'uscita per Briosco, causato da un gran brutto incidente, riusciamo tuttavia a far ritorno a Milano per le sei, onde evitare troppe parolacce da parte di chi ci stava attendendo a casa.
In attesa di organizzare la prossima Bradipata, cui si spera potranno partecipare Marco, Alessio, Filippo e gli altri Bradipi e/o simpatizzanti, non mi resta che ringraziare tutti: Andrea e Stefano, simpaticissimo duo padre-figlio; Andrea il bergamasco; Armando e Antonio da Brescia; Miriam e Sandro, arrivati dal Veneziano e Claudio dal Vicentino; Daniele ed Eva che ci hanno fatto la sorpresa, graditissima; Il Cinzi's Group, alla prima uscita con i Bradipi (e si spera sia solo la prima di tante); il grande (in tutti i sensi) Riccardo, simpaticissimo e innamorato delle montagne; soprattutto, un benvenuto ed una pacca sulla spalla a Mario, alla sua settima uscita in montagna in totale, prima "ferrata" della sua storia, durante la quale ha mostrato caparbietà e vera passione.
A tutti voi, per aver sopportato la lentezza e la pesantezza (soprattutto per la vostra pazienza) del Bradipo Arterio, un grazie per la giornata ed un arrivederci alla prossima!!!
A Milano, piazza Udine, alle ore 7 quasi precise si ritrovano, con facce più o meno addormentate e con chiari tatuaggi da cuscino, Mario-Pallinogiallo, Stefano ed augusto genitore Andrea ed il sottoscritto. Partenza a "razzo" (nei limiti del sonno mattutino, ma la prospettiva di un sano caffè a Versasio ci ha dato la forza necessaria).
Arrivati a Versasio, troviamo subito Claudio - Antico 43, il nostro 4X4, arzillo e perfettamente sveglio... Arrivato con i due Zebri Miriam e Sandro, non abbiamo avuto il coraggio di chiedergli a che ora si fosse svegliato per essere a Lecco prima delle 8...
Al Bar Partenza della funivia, dopo aver salutato Antonio, l'impareggiabile gestore, troviamo subito i bresciani Armando ed Antonio, mentre di lì a breve fa capolino Riccardo-Ric54 che, dall'alto della sua statura, ci stava tenendo tutti sotto controllo (anche a lui non è stato il caso di chiedere a che ora si sia mosso... Voci incontrollate dicono che si fosse piantato in zona già durante la notte).
Squilla il mio telefonino... Un numero sconosciuto... Vedo una persona che mi viene incontro: è Andrea, bergamasco, che, non conoscendomi e non volendo fare brutte figure, per sicurezza ha chiamato per vedere chi fosse l'idiota che si sentiva telefonare...
Presentazioni, saluti, prima risate.
Sparati, ma con facce assonnate, sempre da Milano arrivano Cinzi con marito ed amico (che ribattezzeremo Cinzio e Cinzio-bis). Mentre anche loro vanno a fare caffè e tappa servizi igienici, la sorpresona... Arriva una moto con due persone ipervestite ed intabarrate... Sono EvaK e Danbear che, dopo aver disertato a parole la Bradipata in favore di sane arrampicate a livello del mare in Liguria, hanno ben pensato di evitare il traffico di rientro anticipando lo stesso di un giorno e facendo a tutti il regalo della propria presenza.
Per farla in breve, alle 08.15 circa sono pronti a partire per la Bradipata ben 16 Bradipi. Mancano, purtroppo, alcuni dei Bradipi fondatori, come Ale74 e Fede 94, Marco, il Fedipos... Ma sappiamo che ci saranno presto, per altre uscite.
La Bradipata odierna è (guarda caso) un meraviglioso percorso di cresta, con un semplice sentiero attrezzato che aggiunge una piccola ciliegina alla bellezza dell'itinerario. In più, è il "battesimo" ad un certo tipo di percorsi per Mario-Pallinogiallo, che, pur avendo scoperto da poco il mondo della montagna (è la sua settima uscita in assoluto), ha tutta la caparbietà e la passione per riuscire a godersi il tutto nonostante la grande fatica di chi sta cominciando.
Il primo tratto del percorso segue il sentiero 1 per il rifugio Stoppani ed il Resegone, per lasciarlo ben presto, ad un bivio, prendendo un sentierino delizioso che, quasi in piano, si tiene in costa in un boschetto di rara bellezza, per poi - dopo aver attraversato un torrente su un ponticello di legno - risalire con un piccolo strappo un po' più ripido e portarci all'amena località di Campo de' Boi, dove facciamo una prima "semitappa", buona per mettere indumenti più leggeri e preparare i bastoncini per la risalita fino al Magnodeno.
La risalita avviene, giustamente, a passo di Bradipo, tale, cioè da consentire la risalita senza infarto anche al vecchio Arterio... Il sentiero, a lungo nel bosco, sale con regolarità, senza essere mai troppo ripido. Ci concediamo, comunque, un paio di soste panoramiche (la solita scusa dei panorami per tirare il fiato) durante le quali fanno la propria comparsa le prime cibarie ed addirittura una boccetta con ottimo whisky... Non sono nemmeno le dieci e siamo già al whisky... Non male...
Decido di velocizzare l'arrivo alla croce ed al bivacco del Magnodeno, quindi inserisco le ridotte e parto. In breve, dopo un'ultima rampa un po' più ripida ed un meraviglioso costone con vista incomparabile sul Lecchese, raggiungo la croce di vetta, dove a breve mi segue tutto il gruppo dei Bradipi.
Inizia il primo sbragamento totale...
Ometterò di consegnare la contabilità delle cibarie scomparse durante questa breve sosta... Posso solo dire che, a parte qualche parola e qualche foto, per il resto l'unico rumore percepibile da parte dei Bradipi era quello delle mandibole... A parte la nota scofanatrice seriale Miriam-Zebra, si sono segnalati per voracità il giovane Stefano ed i Cinzi's....
Oltre alla mangiatoia, complice la presenza del bivacco aperto, si sono materilizzate (ed immediatamente vuotate) anche alcune lattine di birra... Il tutto sotto il sole cocente della brulla sommità del Magnodeno.
Ormai le dieci e mezza sono ampiamente passate... Decido di far "rispettare" in qualche modo gli orari indicati (sì, figurati...) e velocizzo la partenza verso la Cresta Giumenta. Il sentiero continua ad essere bellissimo: si abbassa di poco ad una selletta e poi, tenendosi sul versante di Erve, traversa in costa fino ad un bivio in cui si incontrano una panca ed una fonte. Andando a destra si andrebbe velocemente al rifugio Alpinisti Monzesi, mentre noi proseguiamo verso il sentiero attrezzato della Cresta Giumenta, al cui inizio troviamo il solito doveroso cartello che avvisa delle caratteristiche dell'itinerario e ricorda l'uso delle attrezzature.
Rapido briefing: essendo per molti la prima uscita con i Bradipi, invito chi non si sente sufficientemente sicuro ad imbragarsi, nonostante il sentiero attrezzato sia da considerarsi facile. C'è chi si imbraga e chi no, come spesso avviene. Dopodiché, inizia lo stupendo percorso di cresta che dal Magnodeno, passando per la cresta della Cima del Foo, chiamata Cresta Giumenta, porta alla Capanna Ghislandi al Passo del Foo.
Il percorso non è per nulla difficile tecnicamente, ma presenta numerosi passaggi esposti, dove un semplice scivolone avrebbe termine solo svariate decine di metri sotto, e richiede un minimo d'attenzione. Per Mario-Pallinogiallo, inoltre, trattasi della prima vera esperienza in "ferrata", che affronta con lo spirito giusto, con la caparbietà di chi si vuol divertire nonostante la fatica.
Il sentiero, all'inizio, è una teoria lunga di saliscendi, spesso non attrezzati, in cresta, con panorami a 360° tutt'intorno, dal prospiciente Resegone alla Valle di Erve, alle viste su Lecco, sulle Grigne, la Brianza e poi oltre, fino a vedere le Orobie Occidentali e gli ancora innevatissimi Legnone e Pizzo dei Tre Signori...
Poco prima della cima del Foo, massima elevazione del percorso a 1348 metri, la cresta ha una piccola impennata: si tratta di risalire un paio di canalini ed un paio di crestine, dove la maggior difficoltà non sta nei pochi passaggi su roccette, quanto nella friabilità della roccia, che costringe ad un esame preventivo di ogni appoggio ed appiglio. In breve, comunque, dopo un altro paio di saliscendi in cresta ed alcune roccette, ci si ritrova ai piedi della croce di vetta.
Inizia così il "momento litania". No, non sto parlando di un momento di raccoglimento spirituale...
Parlo delle litanie provenienti soprattutto da Stefano e dal padre Andrea che, dotati di fisico longilineo tipico di chi tanto brucia, sono persone dotate di appetito formidabile e frequente... Inizia la litania che, più del Bradipo, sa del Piranha... Si associano anche i Cinzi's... Armando ed Antonio, ma anche l'ottimo e saggio Riccardo, sembrano essere d'accordo sulla necessità di ritemprare lo stomaco più che lo spirito...
Decido di passare oltre, dopo essermi accertato che Mario, Sandro e la Miriam, ottimamente seguiti da Daniele ed Eva, stiano arrivando. Il tratto successivo, peraltro, presenta, dopo una discesina appena ostica, la risalita di un canalino con l'unico passaggio classificabile come "mediamente difficile" di tutto l'itinerario. Il passaggio, peraltro, è tranquillamente evitabile seguendo il sentiero alla sua destra, che si ricongiunge dopo una trentina di metri, lì dove inizia la brevissima discesa alla capanna Ghislandi.
In breve, ci troviamo fuori dal sentiero attrezzato in un gruppetto comprendente, oltre al lentissimo Arterio, Antonio, Armando ed i velocissimi e voraci Stefano ed Andrea. Osservo i miei quattro cpmpagni di accelerata e li invito a scendere ad attendere il gruppo al rifugio... Consiglio che, dato il brontolio di stomaco, accettano al volo... In particolare, stupenda è stata l'ammissione di Andrea che, da buon padre, fino a quel momento aveva tentato di tenere "tranquillo" l'ottimo Stefano: mi guarda e, a metà tra la scusa e la complicità, mi dice "Madonna, Luca.. C'ho 'na fame...".
Li seguo ridendo mentre scendono. Di lì a poco - giuro! - mi pareva di sentire distintamente il rumore delle loro mandibole.
A breve mi raggiungono anche Cinzi, Claudio-Antico ed Andrea il bergamasco... Anche Cinzi ed Andrea si avviano, proprio mentre sopraggiungono anche i due Cinzi's Boys. Anche loro scendono con lo sguardo tipico del leone che si avvia a sbranare l'antilope, mentre io e Claudio, tranquilli, ci mettiamo a prendere il sole e ad attendere Riccardo che, con Eva e Daniele, segue l'arrivo di Miriam, Sandro e Mario.
Vengo a sapere, non senza qualche dovuta risata, che il buon Cinzio, vuoi per il sole, vuoi per la scarica di birre e whisky, sulla Cima del Foo si è fatto un sano pisolino da un quarto d'ora... Lo invidio...
A breve, compaiono allegri e festanti Riccardo, la Miriam e Sandro, mentre subito dopo, caparbio e soddisfatto, accompagnato dagli angeli custodi Daniele ed Eva, Mario può finalmente togliersi l'imbrago e ricevere le pacche sulla spalla da tutti noi: alla sua prima ferrata, nonostante - dice lui - avesse davanti a sé in certi momenti immagini della Madonna e di tutti i Santi in colonna... Beh, è arrivato e si è divertito come un bambino!!!
In pochi minuti ci ritroviamo tutti al Passo del Foo, dove lo sbragamento è completo e totale: dagli zaini compaiono leccornie varie e le chiacchiere sono poche... Si sentono denti ferini, degni più di stare nella bocca di un Piranha che di un Bradipo, ma è bello così. Complice l'apertura della Capanna Ghislandi, compaiono anche altre birre...
Originariamente, qualora fossimo stati più rapidi (ma non ne sarebbe valsa la pena, troppo bello così), saremmo potuti salire per la Ferrata dle Centenario, ma ormai sono quasi le due e conviene scendere.
Approfitto della presenza di un paio di innocue nuvolette per lanciare il solito allarme meteo, cui nessuno crede ma che è sempre utile. Partiamo dal Passo del Foo, direzione capanna Stoppani...
La discesa è molto carina, in mezzo al bosco, talora un po' fangosa, ma sufficientemente rapida. Arriviamo alla confluenza col sentiero 1, dove ci aspettiamo (dato che c'era il sonoro rischio di sbagliare sentiero, visto che non tutti i bivi sono segnalati...).
Nelle vicinanze del rifugio Stoppani, veniamo quasi travolti da un gruppo di ragazzini con accompagnatori, intenti a vociare e cantare come i bambini sanno fare... Decidiamo di tirare rapidamente dritto, così alcuni volonterosi mettono la quarta e si lanciano a capofitto nella discesa...
Rapidamente (ma non troppo), il gruppo si ricompatta al bar Partenza Funivia, dove, finalmente i Bradipi danno il peggio di sè con la famosa e doverosa birra finale...
Purtroppo, è domenica ed è giorno di ritorno dal ponte del Primo Maggio....
Miriam, Sandro e Claudio devono tornare nel Veneto, così come Daniele ed Eva devono essere per tempo nel Bresciano, quindi cominciano con i saluti. A breve anche Andrea decide di partire per la Bergamasca, prima di trovarsi imbottigliato nel traffico che attanaglia regolarmente i pochi chilometri che separano Lecco da Bergamo.
A breve, necessariamente, decide di andare ad affrontare il traffico anche Riccardo, che deve tornare nella Bresciana, così come il Cinzi's Group, che è particolarmente preoccupato dal ritorno a Milano...
Rimaniamo in sei: io, Mario, Andrea padre e Stefano figlio... Giusto il tempo per mettersi d'accordo con Armando e Antonio, altri due "potabili" (cioè bresciani) per una possibile Bradiposcammellata per il giorno 13 di maggio sul Canalone Belasa e traversata dei Corni (con adeguata tappa gastronomica al SEV Pianezzo).
E'l'ora del rientro... Felici, allegri come Pasque, saliamo nelle rispettive automobili e partiamo verso il vero passaggio-chiave della giornata, ovvero il traffico... A parte un imbottigliamento all'altezza dell'uscita per Briosco, causato da un gran brutto incidente, riusciamo tuttavia a far ritorno a Milano per le sei, onde evitare troppe parolacce da parte di chi ci stava attendendo a casa.
In attesa di organizzare la prossima Bradipata, cui si spera potranno partecipare Marco, Alessio, Filippo e gli altri Bradipi e/o simpatizzanti, non mi resta che ringraziare tutti: Andrea e Stefano, simpaticissimo duo padre-figlio; Andrea il bergamasco; Armando e Antonio da Brescia; Miriam e Sandro, arrivati dal Veneziano e Claudio dal Vicentino; Daniele ed Eva che ci hanno fatto la sorpresa, graditissima; Il Cinzi's Group, alla prima uscita con i Bradipi (e si spera sia solo la prima di tante); il grande (in tutti i sensi) Riccardo, simpaticissimo e innamorato delle montagne; soprattutto, un benvenuto ed una pacca sulla spalla a Mario, alla sua settima uscita in montagna in totale, prima "ferrata" della sua storia, durante la quale ha mostrato caparbietà e vera passione.
A tutti voi, per aver sopportato la lentezza e la pesantezza (soprattutto per la vostra pazienza) del Bradipo Arterio, un grazie per la giornata ed un arrivederci alla prossima!!!
capito , perchè ho sempre una pila nello zaino ?
RispondiEliminaRIC54