Grigna Meridionale
Via Mozzanica+Spigolo Crocetta
Mercoledì 1 luglio 2009
E' mercoledì, riesco - dopo una tipica serie di sfighe - a prendermi con i denti una giornata da dedicare alla Grignetta.
Il primo pensiero, da tempo, va alla Cresta Segantini. Il meteo, però, parla di nuvole in avvicinamento da Ovest...
Vabbe', riesco a mettermi d'accordo con Elio ed alle 6.30, assonnati ma allegri, stiamo partendo da Merate. Poco dopo le 7,30 siamo ai Resinelli. Un rapido controllo al materiale, alla relazione e via, direzione Cresta Segantini.
Saliamo dritti come fusi a prendere il Sentiero della Direttissima e, poco prima del Caminetto Pagani, veniamo accolti da un paio di giovani camosci che, allegramente, ci osservano e poi svaniscono, leggeri.
Il sole inizia abattere per bene sulle guglie e gugliette della Grigna... Risaliamo rapidi, veloci davvero e ci bruciamo il primo tratto attrezzato fino alle scale del Caminetto Pagani, che passiamo allegramente.
Proseguiamo rapidi, fino ad arrivare all'imbocco del Canale dell'Angelina, dove ci fermiamo ad osservare, alla nostra sinistra, la magnificenza del Gruppo del Fungo.
Decidiamo, poi, di proseguire lungo il Canalone di Val Tesa, che, pur veloce, mostra tutti i danni provocati dalla neve e i numerosi punti pronti a franare... Il processo di sgretolamento delle montagne di Dolomia è continuo... Però, finché non cadono, noi ce le godiamo.
Arriviamo rapidamente al Colle Valsecchi, in un'ora e mezzo. Qui siamo di fronte all'attacco della Cresta Segantini.. Ma non siamo soli. Arriva un tipico venticello da Ovest, proprio mentre siamo fermi ad osservare ammaliati la magnificenza eterna del Grignone...
Faccio il mio solito due più due ed osservo la marea di nuvole che arriva da Ovest...
Come già era capitato con Davide, è meglio telare. Partiamo diretti verso il Rosalba, che raggiungiamo piuttosto velocemente per il sentiero Cecilia.
Al Rosalba torviamo il Mauro che, al solito, ci accoglie a modo suo, con quattro chiacchiere.
Un sano caffè e poi via, decidiamo di salire alla Torre Cecilia per lo spigolo della Crocetta. In realtà, ho lasciato il liberocolo delle vie in auto, ma ho letot e riletto le relazioni e, tutto sommato, è anche bello andare a "cercarsi gli itinerari e sentire un po' di libertà...
Arrampicare è anche ricerca di libertà, ricerca dell'itinerario preferito, della linea da seguire, non una semplice sequenza di movimenti tra un ancoraggio e l'altro... Soprattutto in ambiente.
Risaliamo il breve canalone fino ad un punto in cui, all'ombra, lasciamo gli zaini. Miracoli della tecnica, se al Rosalba il cellulare non prende manco a bestemmiare, qui, invece, nel canalone, prende che è una meraviglia... Ne sa qualcosa Elio che, acvendo fatot una finta mostruosa per prendersi quelle ore, è subissato da chiamate di lavoro... Io lo ho silenziato e tanti saluti.
Imbragati e legati, controllato i rinvii ed i cordini, ci avviciniamo all'attacco, seguendo una cengia erbosa fino ad una sosta a fix molto evidente.
Elio, fresco di corso, è più legato a relazioni, fix, ancoraggi... E' anche più preoccupato. Gli ricordo che in zona ci sono un paio di vie (mi ricordavo della vi aMozzanica, ad un paio di metri dallo spigolo). Decide di salire da primo ed io, volentieri, lo lascio fare.
Gli pare che la linea migliore sia salire per una fessura camino a sinistra della sosta.
Parte, lo sento ravanare un po', poi mi arriva una frase sibillina: "Qui è un po' atletico, questo terzo più...".
La frase seguente è ovvia, per chi va in montagna:
"Ma sei sicuro che nella relazione si parli di terzo più?".
Arriva ad una sosta (che si crea lui) e mi dice di salire. Parto. L'inizio della fessura-camino, per quanto ben protetta dal fix, è realmente atletica e la continuazione, una fessura camino verticale, non "molla" per almeno una decina di metri verticali con appigli ed appoggi un po' consumati e non tropo abbondanti. Poco male, ci si diverte.
La relazione, però, mi ricordo bene che parlava di un primo strapiombetto e poi di cresta fino allo spigolo vero e proprio...
Comunque sia, usciti dalla fessura camino, ci torviamo di fronte allo spigolo vero e proprio, una goduria. Quasi verticale, abbondantemente ammanigliato ma mai banale, lo spigolo sale dritto e con fix lì dove vorresti averli fino ad una sorta di anticima che ti costringe a spaccare sull'ultimo torrione. Da qui, in un paio di metri, si raggiunge la vetta.
La vetta è una vera e propria sorpresa ideata dal creatore o da Chi per Lui ad immagine e gioia dell'Alpinista... Un prato di stelle alpine, una quantità incredibile...
Sulla cima, un sentierino va a sinistra. Non ci sono mai stato, ma ho letto e riletto che l'anello di calata è proprio lì... Elio è nervoso, ha un po' di paura che, non avendo relazioni cartacee, sia difficile scendere...
Lo guardo, sorrido, scendo id alcuni metri, traverso e arrivo all'anello di calata.
Rincuorato, brontolone come sempre e ormai ridotto a Peter Pan Lecchese-Brianzolo, arriva saltellando, pronto a metter ein atto tutte le tecniche di cui è felice portatore avendo appena terminato il Corso Roccia...
Si preoccupa perfino di avvisarmi che a camminare con le scarpette si può scivolare...
Un ragazzo delizioso, Elio, un vero Peter Pan della montagna. Un compagno di gite ed ascensioni da non perdere.
Preparo la doppia, ovviamente "stile anni '80". Elio attacca la solfa con tutti lgi accorgimenti che gli sono stait inculcati... Lo lascio parlare, bestemmio per inserire il perfido canapone nel secchiello, passo il Marchard e comincio a scendere...
La discesa è su una parete appoggiata e la corda per scorrere dev'essere "tirata" assieme ad una serie impressionanate id parolacce.
Arrivo al secondo anello di calata, dopo un 25 metri circa.
Passo la longe, mi metto in sicurezza e chiamo il buon Elio, il quale si prepara un apparato da discesa che potrebbe entrare nel manuale del perfetto arrampicatore in sicurezza.
Poi deve scendere e tirar parolacce anche lui.
Con la seconda calata arriviamo dritti dritti agli zaini ed al suo telefonino urlante...
Un apiccola bevuta, ci scambiamo un po' di impressioni sulla salita (davvero carina) ed i primi dubbi sull'itinerario seguito.
Poi, dritti al Rosalba per la prima birra... Quattro chiacchiere col Mauro ed i suoi ospiti e poi via, il cielo comincia a rannuvolarsi e dobbiamo scendere per la Direttissima per tornare all'auto.
Prendiamo il sentiero Giorgio, ancora malmesso dopo l'invernata e arriviamo abbastanza stanchi alla selletta di Val tesa, dove riprendiamo al Direttissima e giù, per le scalette ed i cavi proprio mentre arrivano potenti e roboanti i primi tuoni...
Ancora giù, non prima che io sia riuscito a dare una botta fantozziana al ginocchio sul sentiero e tirato giù tutti i santi del Paradiso (forse per quello tuonava...).
Arriviamo all'auto, con la quale raggiungiamo il 2184 ed andiamo a salutare Ercole per una birra e altre chiacchiere.
Ancora una volta la Grignetta ic ha voluto bene e ci ha permesso di divertirci.
Per quanto riguarda la via, in effetti, dopo aer ricontrollato e parlato con un paio di amici (Daniele il Crodaiolo e Luigi lo Slowrun, ottimi conoscitori delle guglie della Grignetta), mi rendo conto che non abbiamo seguito l'itinerario canonico dello Spigolo Crocetta: abbiamo seguito per il primo tiro la via di Mozzanica, che poi si ricongiunge allo Spigolo vero e proprio.
Su PM mi arrivano un paio di prese in giro, bonarie ed amichevoli...
In realtà, sono felicissimo di com'è adnata la gitarella: siamo saliti come volevamo, senza farci condizionare da vie, fix, spit e "costrizioni" che sia...
Siamo saliti lungo una delle linee che permettono di salire al Cecilia per lo Spigolo, e tanto basta.
Ci siamo divertiti tanto. Elio ha voluto e potuto metter ein atto quanto appreso tirando da primo e divertendosi.
Abbiamo sbagliato via? Forse...
Sicuramente non abbiamo sbagliato a salire qualle via in quel modo in quel giorno.
Siamo saliti, seguendo una linea che ci pareva giusta e ci siamo divertiti come bambini...
Per cui, allo Spigolo Crocetta canonico penseremo la prossima volta. Nel frattempo, ci godiamo il ricordo di una giornata rubata alla quotidianità ed alle rogne. Ci godiamo, una volta di più, la Grignetta che, sempre più, mi sta spiegando per qual motivo sia da considerare un "mondo" piuttosto che una semplice montagna...
Un mondo che presenta tutto e che offre tutto. Un mondo che può preparare ed allenare a qualsiasi tipo di montagna...
Un mondo che tornerò a gustarmi non appena possibile.
Dedichiamo la salita ed il nostro divertimento ad Eva ed Elisabetta, due nostre amiche che quasi contemporaneamente, in zone differenti, hanno deciso di provare l'ebbrezza del "farsi male" in montagna ed ora pagano il tutto con riposo forzato. E' andata bene così, poteva andar peggio. Alla vostra salute e ad una guarigione rapidissma sono dedicate la camminata, la scalata e soprattutto le due birre che io ed Elio ci siamo sparati voluttuosamente!
Buone Montagne
Il primo pensiero, da tempo, va alla Cresta Segantini. Il meteo, però, parla di nuvole in avvicinamento da Ovest...
Vabbe', riesco a mettermi d'accordo con Elio ed alle 6.30, assonnati ma allegri, stiamo partendo da Merate. Poco dopo le 7,30 siamo ai Resinelli. Un rapido controllo al materiale, alla relazione e via, direzione Cresta Segantini.
Saliamo dritti come fusi a prendere il Sentiero della Direttissima e, poco prima del Caminetto Pagani, veniamo accolti da un paio di giovani camosci che, allegramente, ci osservano e poi svaniscono, leggeri.
Il sole inizia abattere per bene sulle guglie e gugliette della Grigna... Risaliamo rapidi, veloci davvero e ci bruciamo il primo tratto attrezzato fino alle scale del Caminetto Pagani, che passiamo allegramente.
Proseguiamo rapidi, fino ad arrivare all'imbocco del Canale dell'Angelina, dove ci fermiamo ad osservare, alla nostra sinistra, la magnificenza del Gruppo del Fungo.
Decidiamo, poi, di proseguire lungo il Canalone di Val Tesa, che, pur veloce, mostra tutti i danni provocati dalla neve e i numerosi punti pronti a franare... Il processo di sgretolamento delle montagne di Dolomia è continuo... Però, finché non cadono, noi ce le godiamo.
Arriviamo rapidamente al Colle Valsecchi, in un'ora e mezzo. Qui siamo di fronte all'attacco della Cresta Segantini.. Ma non siamo soli. Arriva un tipico venticello da Ovest, proprio mentre siamo fermi ad osservare ammaliati la magnificenza eterna del Grignone...
Faccio il mio solito due più due ed osservo la marea di nuvole che arriva da Ovest...
Come già era capitato con Davide, è meglio telare. Partiamo diretti verso il Rosalba, che raggiungiamo piuttosto velocemente per il sentiero Cecilia.
Al Rosalba torviamo il Mauro che, al solito, ci accoglie a modo suo, con quattro chiacchiere.
Un sano caffè e poi via, decidiamo di salire alla Torre Cecilia per lo spigolo della Crocetta. In realtà, ho lasciato il liberocolo delle vie in auto, ma ho letot e riletto le relazioni e, tutto sommato, è anche bello andare a "cercarsi gli itinerari e sentire un po' di libertà...
Arrampicare è anche ricerca di libertà, ricerca dell'itinerario preferito, della linea da seguire, non una semplice sequenza di movimenti tra un ancoraggio e l'altro... Soprattutto in ambiente.
Risaliamo il breve canalone fino ad un punto in cui, all'ombra, lasciamo gli zaini. Miracoli della tecnica, se al Rosalba il cellulare non prende manco a bestemmiare, qui, invece, nel canalone, prende che è una meraviglia... Ne sa qualcosa Elio che, acvendo fatot una finta mostruosa per prendersi quelle ore, è subissato da chiamate di lavoro... Io lo ho silenziato e tanti saluti.
Imbragati e legati, controllato i rinvii ed i cordini, ci avviciniamo all'attacco, seguendo una cengia erbosa fino ad una sosta a fix molto evidente.
Elio, fresco di corso, è più legato a relazioni, fix, ancoraggi... E' anche più preoccupato. Gli ricordo che in zona ci sono un paio di vie (mi ricordavo della vi aMozzanica, ad un paio di metri dallo spigolo). Decide di salire da primo ed io, volentieri, lo lascio fare.
Gli pare che la linea migliore sia salire per una fessura camino a sinistra della sosta.
Parte, lo sento ravanare un po', poi mi arriva una frase sibillina: "Qui è un po' atletico, questo terzo più...".
La frase seguente è ovvia, per chi va in montagna:
"Ma sei sicuro che nella relazione si parli di terzo più?".
Arriva ad una sosta (che si crea lui) e mi dice di salire. Parto. L'inizio della fessura-camino, per quanto ben protetta dal fix, è realmente atletica e la continuazione, una fessura camino verticale, non "molla" per almeno una decina di metri verticali con appigli ed appoggi un po' consumati e non tropo abbondanti. Poco male, ci si diverte.
La relazione, però, mi ricordo bene che parlava di un primo strapiombetto e poi di cresta fino allo spigolo vero e proprio...
Comunque sia, usciti dalla fessura camino, ci torviamo di fronte allo spigolo vero e proprio, una goduria. Quasi verticale, abbondantemente ammanigliato ma mai banale, lo spigolo sale dritto e con fix lì dove vorresti averli fino ad una sorta di anticima che ti costringe a spaccare sull'ultimo torrione. Da qui, in un paio di metri, si raggiunge la vetta.
La vetta è una vera e propria sorpresa ideata dal creatore o da Chi per Lui ad immagine e gioia dell'Alpinista... Un prato di stelle alpine, una quantità incredibile...
Sulla cima, un sentierino va a sinistra. Non ci sono mai stato, ma ho letto e riletto che l'anello di calata è proprio lì... Elio è nervoso, ha un po' di paura che, non avendo relazioni cartacee, sia difficile scendere...
Lo guardo, sorrido, scendo id alcuni metri, traverso e arrivo all'anello di calata.
Rincuorato, brontolone come sempre e ormai ridotto a Peter Pan Lecchese-Brianzolo, arriva saltellando, pronto a metter ein atto tutte le tecniche di cui è felice portatore avendo appena terminato il Corso Roccia...
Si preoccupa perfino di avvisarmi che a camminare con le scarpette si può scivolare...
Un ragazzo delizioso, Elio, un vero Peter Pan della montagna. Un compagno di gite ed ascensioni da non perdere.
Preparo la doppia, ovviamente "stile anni '80". Elio attacca la solfa con tutti lgi accorgimenti che gli sono stait inculcati... Lo lascio parlare, bestemmio per inserire il perfido canapone nel secchiello, passo il Marchard e comincio a scendere...
La discesa è su una parete appoggiata e la corda per scorrere dev'essere "tirata" assieme ad una serie impressionanate id parolacce.
Arrivo al secondo anello di calata, dopo un 25 metri circa.
Passo la longe, mi metto in sicurezza e chiamo il buon Elio, il quale si prepara un apparato da discesa che potrebbe entrare nel manuale del perfetto arrampicatore in sicurezza.
Poi deve scendere e tirar parolacce anche lui.
Con la seconda calata arriviamo dritti dritti agli zaini ed al suo telefonino urlante...
Un apiccola bevuta, ci scambiamo un po' di impressioni sulla salita (davvero carina) ed i primi dubbi sull'itinerario seguito.
Poi, dritti al Rosalba per la prima birra... Quattro chiacchiere col Mauro ed i suoi ospiti e poi via, il cielo comincia a rannuvolarsi e dobbiamo scendere per la Direttissima per tornare all'auto.
Prendiamo il sentiero Giorgio, ancora malmesso dopo l'invernata e arriviamo abbastanza stanchi alla selletta di Val tesa, dove riprendiamo al Direttissima e giù, per le scalette ed i cavi proprio mentre arrivano potenti e roboanti i primi tuoni...
Ancora giù, non prima che io sia riuscito a dare una botta fantozziana al ginocchio sul sentiero e tirato giù tutti i santi del Paradiso (forse per quello tuonava...).
Arriviamo all'auto, con la quale raggiungiamo il 2184 ed andiamo a salutare Ercole per una birra e altre chiacchiere.
Ancora una volta la Grignetta ic ha voluto bene e ci ha permesso di divertirci.
Per quanto riguarda la via, in effetti, dopo aer ricontrollato e parlato con un paio di amici (Daniele il Crodaiolo e Luigi lo Slowrun, ottimi conoscitori delle guglie della Grignetta), mi rendo conto che non abbiamo seguito l'itinerario canonico dello Spigolo Crocetta: abbiamo seguito per il primo tiro la via di Mozzanica, che poi si ricongiunge allo Spigolo vero e proprio.
Su PM mi arrivano un paio di prese in giro, bonarie ed amichevoli...
In realtà, sono felicissimo di com'è adnata la gitarella: siamo saliti come volevamo, senza farci condizionare da vie, fix, spit e "costrizioni" che sia...
Siamo saliti lungo una delle linee che permettono di salire al Cecilia per lo Spigolo, e tanto basta.
Ci siamo divertiti tanto. Elio ha voluto e potuto metter ein atto quanto appreso tirando da primo e divertendosi.
Abbiamo sbagliato via? Forse...
Sicuramente non abbiamo sbagliato a salire qualle via in quel modo in quel giorno.
Siamo saliti, seguendo una linea che ci pareva giusta e ci siamo divertiti come bambini...
Per cui, allo Spigolo Crocetta canonico penseremo la prossima volta. Nel frattempo, ci godiamo il ricordo di una giornata rubata alla quotidianità ed alle rogne. Ci godiamo, una volta di più, la Grignetta che, sempre più, mi sta spiegando per qual motivo sia da considerare un "mondo" piuttosto che una semplice montagna...
Un mondo che presenta tutto e che offre tutto. Un mondo che può preparare ed allenare a qualsiasi tipo di montagna...
Un mondo che tornerò a gustarmi non appena possibile.
Dedichiamo la salita ed il nostro divertimento ad Eva ed Elisabetta, due nostre amiche che quasi contemporaneamente, in zone differenti, hanno deciso di provare l'ebbrezza del "farsi male" in montagna ed ora pagano il tutto con riposo forzato. E' andata bene così, poteva andar peggio. Alla vostra salute e ad una guarigione rapidissma sono dedicate la camminata, la scalata e soprattutto le due birre che io ed Elio ci siamo sparati voluttuosamente!
Buone Montagne
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