Il Blog dei Bradipi di Montagna

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lunedì 23 novembre 2009

NORMALE AL MAGNAGHI MERIDIONALE: UN REGALO NOVEMBRINO DELLA GRIGNETTA




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Grignetta
Torrione Magnaghi Meridionale
Via Normale

19 Novembre 2009


Ci sono itinerari che, a causa del cosiddetto "basso" grado, vengono considerati "di second'ordine" o da lasciare a momenti secondari...
In realtà, tra questi, ci sono vie che, pur non presentando difficoltà tecniche particolari, garantiscono a chi le percorre soddisfazione, panorami, esposizione, verticalità, varietà di passaggi (pur semplici). La Normale al Primo Magnaghi, o Torrione Magnaghi Meridionale, rientra tra queste. Me l'avevano pur detto in più di una persona, ma, a dire il vero, immaginavo che volessero darmi una sorta di "contentino" nella mia ricerca di itinerari facili per riprendere confidenza con la roccia, quella vera, senza attrezzature che facilitano artificialmente la salita...

Già l'anno scorso il fido Davide aveva tentato di convincermi (senza faticare troppo) a salire il Magnaghi Meridionale per la normale, ma, dopo una meravigliosa risalita pe ril Canalone Porta, il maltempo ci aveva fatto recedere dal proposito. Poi la neve e, dopo la neve, come spesso capita, altri itinerari hanno preso il sopravvento.

Poco tempo fa, anche l'ottimo Luigi mi aveva consigliato calorosamente di andare a provare le cosiddette "normali" dei Magnaghi, vie, a suo dire, che di normale avevano solo il nome. In particolare, mi aveva detto chiaramente che quella "normale di III grado", che, detta così, sembra un sentierino facile, presentava, invece, tutto quello che un alpinista può volere quando è in una giornata in cui non ha nessunissima voglia di alcun tipo di ingaggio fisico.

Tra ottobre e novembre di quest'anno, poi, casini lavorativi prima e una classicai nfluenza poi, avevano provveduto a buttarmi giù per benino ed a farmi saltare il ritrovo grignesco sul Medale. Fiacco, appesantito, un po' demoralizzato, ero alla ricerca di qualche sentieoroper ricominciare a muovermi.

Il solito ottimo Davide, compagno di merende alpinistiche, capita, al solito, a fagiolo e riusciamo a metterci d'accordo per andare a dirimere una volta per tutte la pratica "Normale al I Magnaghi". Ci sembra un itinerario adatto alla bisogna: 5-6 lunghezze di corda, un'ora e mezza di avvicinamento alla parete, discesa tranquilla in doppie... Zona ben conosciuta, quindi poca ansia. Ancor meno ansia per il grado, la via è data di III con III+ e IV- da ricercare e trovare a piacere, ben serviti da fix e soprattutto da numerosissime e favolose clessidre.

E' giovedì e, come da mia abitudine quando vado in montagna, c'è tutto il rituale della sveglia e della vestizione...
Nulla di grandioso o di pomposo, sia chiaro... Per molti il termine vestizione parrebbe comportare momenti magici, ieratici, maestosi, quasi sacrali...
Per me la sveglia significa la solita lotta con la bipolarità tipica del mattino, tra le mie due personalità che, nella schizofrenia dell'alba, si trovano a combattere la dura lotta tra la parte che vuole vedere una persona scattare verso il bagno ed a farsi il caffè e l'altra, che vorrebbe restare al caldo sotto il piumone e ben attaccata al cuscino...

Complice il desiderio di montagna, è la prima delle due parti ad avere la meglio, non senza difficoltà, ed è così che mi ritrovo al momento della celebrazione mattutina del caffè rituale. Osservo fuori dalla finestra e vedo solo un nebbione degno della migliore tradizione meneghina...
Non mi preoccupo più di tanto, il sito www.ilmeteo.it, cui di solito faccio riferimento, parla di nebbie in pianura e bella giornata al di sopra dei mille metri...
Speriamo bene...

Caffè, abluzioni mattutine, pratiche fisiologiche, solita scenetta dell'Arterio che cerca di far piano nell'uscir di casa e, sempre al solito, rovescia qualcosa e viene calorosamente invitato ad andare a quel paese da parte della sua dolce metà... Nulla di nuovo.
Alle 6,25 esco di casa, incoccio nella solita vecchina del Terzo Piano, una piccola istituzione nel condominio, che, al solito, mi apostrofa con un "uè, profesùr, va minga in montagna?". Certo che no, vestito così vado sempre alla funzione del mattino, nonnina cara...
Un bel sorriso e via, verso le brume e le nebbie della Pianura Padana...

La Tangenziale scorre veloce (il traffico va verso Milano), qualche problemino per attraversare Monza (più che di cantieri parlerei di zona di guerra) e poi via, lungo la Milano-Lecco, sempre con una nebbia ed una umidità che hanno un effetto assolutamente identico a quello della pioggia sui vetri dell'auto...

A Civate, ovvio, stanno rifacendo il manto stradale... Una bella coda da un paio di chilometri... Riesco comunque, non senza qualche riferimento scatologico, a risolvere la pratica Civate, a passare il tunnel e ad infilare la strada della Valsassina. Arrivo puntuale a Ballabio, dove, al solito bar, trovo il buon Davide che mi attende, allegro come sempre.

Caffettino, quattro chiacchiere e poi, sempre immersi nella nebbia, decidiamo di andare a vedere se il meteo l'ha imbroccata giusta...

Fino ai Piani dei Resinelli si sale all'interno di una coltre di nubi e di nebbia degna di un documentario sul Delta del Po a novembre... Visibilità dieci metri scarsi...
Arrivati alla piazzetta dedicata da poco al compianto Daniele Chiappa "Ciapin", una visione celestiale: la Grigna perfetta che si staglia in un cielo blu quasi irreale da tanto è bello...

Parcheggiamo l'auto e, poco dopo le 8, caricati gli zaini ci avviamo verso il rifugio Porta e poi su per la "meravigliosa" Cresta Cermenati...
Per me, reduce da svariati giorni di inattività, è un colpo paragonabile a quello che si può provare quando un centravanti sbaglia il pallone da colpire e centra con il collo del piede i vostri gioielli di famiglia...
Al bivio tra Cermenati e raccordo con la Sinigaglia devo respirare... Mi volto e tanto io che Davide restiamo ammutoliti davanti allo spettacolo delle cime che si alzano dai 1200 in su sopra il mare di nubi...
Il Coltignone sembra un promontorio nel mare, il Nibbio ricorda quasi uno scoglio vulcanico nel mare delle Eolie...
Dietro di noi le guglie della Grignetta ci attirano, complice anche una temperatura decisamente più ottobrina che novembrina, così ci gustiamo un dieci minuti di cazzeggio stesi sull'erba.

Ripartiamo, allegri, accaldati... Siamo felici come bambini... Non abbiamo alcuna fretta, abbiamo deciso di salire la sola Normale con tutta la calma di questo mondo, riservandoci di cercare "variantine" più pepate a piacere...

Arriviamo alla Bocchetta dei Prati, svoltiamo ed arriviamo brevemente all'attacco... Lo spettacolo
delle montagne della Bergamasca che si alzano dalle nuvole ci avvince ancora, ci prepariamo senza fretta...

Iniziamo a salire allegri, leggeri, tranquilli. E' giovedì, a parte un paio di escursionisti in giro non si vede nessuno e lasciamo gli zaini alla base. Ci alziamo leggeri, ci prendiamo in giro, facciamo a gara a chi fa la variante più idiota... Risaliamo senza fretta i quattro brevi tiri da 25 metri che portano alla sosta da dove si diparte la Variante Polvara. E' tutta una breve serie di placchette, saltini, muretti di terzo, ai quali si può aggiungere un mezzo grado, forse un grado in più a piacere, scegliendo piccole varianti sul posto, dato che la via decisamente non è obbligata. Le soste sono comde, anche troppo... Ne approfittiamo ogni volta per guardarci i panorami di una Grignetta sempre più bella...

Dopo aver osservato la Variante Polvara (una delle nostre future mete di cazzeggiamento montano), osserviamo il camino che porta alla sosta da dove si diparte il "Traversino". Il camino sembra umidiccio alquanto e decidiamo su due piedi di seguire lo speroncino a sinistra. Basta abbassarsi di qualche metro e salire o lungo lo spigolo o lungo l'ancor più facile canale alla sua sinistra...
Davide decide di salire dritto per lo spigolo, si imbrana in un torrione, si mette a ridere, ridiscende per essere salito troppo e si inventa un passaggio per arrivare alla sosta dove si lascia andare ad alcuni "auto-lazzi" davvero gustosi.
Risalgo io, recuperando la roba lasciata dal buon Davide e smadonnando non poco per capire come si fosse inventata quella linea, peraltro vicina a quella dei primi salitori, che seguirono il canalino a sinistra dello spigoletto e non il camino...

Dalla sosta, quattro o cinque metri di secondo e poi un quasi sentierino fino al masso di vetta.
Passiamo qualche minuto ad osservare un panorama favoloso, mi fumo la più classica delle sigarette di vetta e poi, con calma olimpica, ci prepariamo ad attrezzare le doppie per la discesa.
Alla fine decideremo per effettuare tutta la discesa - sì proprio tutta - con le doppie... Sei doppie durante le quali osserviamo, con calma e tranquillità, le varie vie presenti tanto sul Primo che sul Secondo Magnaghi...
Per colmo di pigrizia, riusciamo a fare una doppia persino dalla sosta di partenza fino alle ghiaie basali...

Ridendo come bambini, ci sediamo a prendere il sole, mangiucchiare e bere qualcosa...

Abbiamo impiegato due ore e mezza per una salita che al massimo ne prevede una... Una e mezzo con la discesa lenta...
Noi, invece, due e mezzo.. Ma una marea di foto, soste a go-go per i panorami... Per osservare le pieghe del calcare dei Magnaghi e sognare per il futuro...

Il ritorno viene fatto con altrettanta calma, osservando per benino il Canalone Porta e poi "gustandoci" in discesa la Cermenati, alla quale il buon Davide dovrà, alla fine, l'ennesima botta al culo... Ma fa tutto parte di una tipica "giornata da Grignetta"...

Una sana birra al Forno della Grigna sancisce la fine di questa magnifica giornata, durante la quale la Grignetta ci ha voluto probabilmente dare l'arrivederci a primavera e ringraziare per come la sappiamo apprezzare. Un vero e proprio regalo di novembre, un San Martino posticipato, un regalo di Natale anticipato...
Non so cosa sia stato: so solo che resterò a lungo grato a Davide ed alla Grignetta per una giornata di bella montagna, alla faccia dei gradi facili e delle nebbie mattutine!

Una giornata che nemmeno il perfido traffico di rientro a Milano ha potuto rovinare... Grazie Davide, grazie Grignetta... Torniamo presto!




1 commento:

  1. Bravo Art! Questa me la sarei goduta anch'io volentieri.
    Un saluto e a presto

    Velfer

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