Il Blog dei Bradipi di Montagna

Benvenuti nel Blog dei Bradipi di Montagna.
Un punto di incontro per un gruppo di amici che "degustano" la montagna dalle escursioni alle ferrate, dalle arrampicate all'alta montagna,
dalle ciaspole allo sci-alpinismo...

Lenti come bradipi per poter gustare al meglio, in sicurezza, quanto la montagna può offrire a chi sa osservare e gustare.
Riflessioni, foto, rimandi a fotoalbum, link a siti utili...
Con le montagne sullo sfondo.

Buone Montagne a tutti

venerdì 16 luglio 2010

SUL TORRIONE CLERICI, SEGUENDO LE ORME DEL BOGA


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Prealpi Lombarde
Gruppo delle Grigne, Grigna Meridionale
Torrione Clerici
Via Boga (Spigolo del Clerici)
170 m, D- V (IV+ A0)


Anche questo mercoledì la legge del Bigio si ripete: no, non sto parlando di una qualche regola lasciataci dal grande e compianto Carlo Mauri, ma della legge del "Bigio", "Marino", "Faccio manca"...

Alle ore 04.30 sveglia, ore 06.00 meeting a Ballabio tra tre perenni ragazzi vogliosi di bigiare la giornata lavorativa... A parte il sottoscritto, ci sono i due grandissimi Luigi Slowrun e Daniele Crodaiolo che, con faccia più o meno sveglia, sono presenti e puntuali all'appello, al solito bar-ritrovo di Ballabio.

Caffettino rapido e poi via, alla volta dei Resinelli. Prendiamo a passo sostenuto la Direttissima e, mentre già il caldo si fa sentire (e sono le sette circa), le nebbie cominciano a farci compagnia... Nulla i dstrano con questo caldo, almeno si mantiene il luogo comune (non privo di verità) della Grignetta "dantesca".

Meta di oggi è il Torrione Clerici, uno dei Torrioni del Gruppo di Val Tesa, dirimpettaio dei forse più noti Guglia Angelina e Ago Teresita, posto appena dietro la Piramide Casati ed il Torrione Palma e, come quest'ultimo, piuttosto poco frequentato rispetto ad altre guglie grignesche a causa dell'accesso non proprio semplice.

Un po' schivo, forse un po' nascosto, non si sa se per timidezza o per alterigia, il Torrione Clerici offre la salita storica e favolosa dello Spigolo del Clerici (o Boga), 170 metri di sviluppo circa, difficoltà di IV+ obbligatorio con una partenza tra il V ed il V+ (ma più più più, come dire, forse il V più duro della Grignetta), peraltro azzerabilissimo.

L'avvicinamento è ravanoso, si lascia dopo poco il Canalone di Val Tesa per prendere un canalino friabile e franoso a destra che, con alcuni punti tra il II e dil III grado, spesso marciotti (effetto anche della famnosa frana della Guglia Angelina) deposita non senza qualche sbuffo alla base della fessura che segna l'inizio della via.

Il primo tiro è in effetti un po' tetro, così incassato e con quella fessura repulsiva... SI sal econ alcuni passi di IV+ fino ad una fessura strapiombante, evidente e molto chiodata.

In ogni caso sono pochi metri di V+ sostenuto che poi tornano ad essere IV grado e poi sempre meno complicato fino alla comoda sosta.

Il secondo tiro è il più bello, almeno secondo me: una placca esposta e deliziosa, sulla quale si trovano solo gli appigli e gli appoggi necessari (da studiare molto bene i movimenti) ma niente più. Il tutto in bella esposizione. Si sale dapprima dritti, su tacche e poi poche maniglie da collegare, per spostarsi verso destra, su pochi appoggi da studiare, fino quasi ad uno spigoletto che si può utilizzare in piena esposizione per risalire, su difficoltà costanti e mai eccessive, alla sosta.

Il terzo tiro, inve, segue un canalino-diedro abbastanza lungo, con uno strapiombino ed un paio di strozzature. IV grado continuo, bellissimo ed aereo, una sorta di modello di camino per i creatori di vie su dolomia. Davvero piacevole.

Il IV tiro presenta l'ultimo tratto del canale e poi, portandosi a destra, l'arrivo sulla cresta. Un po' di IV grado e poi III e III+. Qui decido di provare un nuovo lavoro , quello del disgaggiatore...

Per portarmi in sosta, decido di prendere una bella lama che sembrava solida... Così è stato fino a quando mi sono "attaccato" con tutto il peso a quella favolosa lama (che, comunque), un tantino gialla era...).

Risultato: distacco di lama e blocco, pendolo dell'Arterio di qualche metro e rumore fragoroso 150 metri più in basso...

Tralascio le prese per i fondelli degli amici...

“Tutto a posto?” “Si, tutto ok, scusate piuttosto per le eresie che ho tirato.. “ "Ma fa niente, figurati... E' che non sapevamo facessi opere di disgaggio”. Altre prese in giro non sono riportabili per ovvi motivi di decenza...

La cresta finale è una favola....
Espostissima, sul III grado, aerea, deliiziosa e con panorami da favola (nebbie nonostante)...

Stretta di mano in vetta...

Foto di rito...

Discesa rapida lungo paretine e canalini di II grado al sentiero Cecilia e poi giù per il Canale dell'Angelina, quindi di nuovo la Direttissima e giù, ai Resinelli, per birra e focaccia...

Poco dopo le 13.30 siamo alle macchine, facce serie, torniamo tutti al lavoro...

Non resta che riguardarsi le foto e mandare un grazie di cuore a Luigi e Daniele, due sicurezze in montagna.

Il ringraziamento più grande, comunque, va alla Grignetta...
Anche con le nebbie, riesce sempre a sorprenderti.

venerdì 9 luglio 2010

SULLO SPIGOLO DI VALLEPIANA

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Grigna Meridionale, Prealpi Lombarde
Piramide Casati 1928 m.
Spigolo di Vallepiana (D-, IV+, 195 m.)
mercoledì 6 luglio 2010


Lo so, adesso qualcuno mi manderà a quel paese... Capisco perfettamente che questo è il primo impulso che arriva, stando alla scrivania del proprio posto di lavoro o comunque quando si è costretti a fare qualsiasi altra cosa e ci si trova a leggere di puro divertimento...

Qualcun altro si limiterà – per raffinatezza femminile – a dirmi che non si fa così... Ma sono poche e, per fortuna, si perdona loro tutto...

Per carità, capisoc tutti e non me la prendo con nessuno per qualche "fanculino" che sento girare nell'aere attorno a me, quasi una sorta di ronzio vuvuzelasiano, ogniqualvolta racconto di qualche uscita infrasettimanale......

Ma anche ieri, mercoledì 6 luglio, la fortuna, almeno in parte, c'ha visto benissimo (di solito è cieca ed a vederci bene è solo la sfiga) e mi ha permesso di prendermi un ennesimo infrasettimanale...

La cronaca della giornata segue praticamente un canovaccio fisso degno della miglior variante veneta del ragionier Fantozzi. Sveglia alle 04.30, caffè, abluzioni, inciampata da campionato contro la testiera del letto, bestemmina soffocata, il solito “vaffanculo” da parte della mia compagna (ovviamente ridendo, è ormai abituata a sentirmi battere contro l'ormai "segnata" testiera del letto) e poi, dopo una rapida visita al bagno per ovvie ragioni mattutine, che per decenza taccio (l'età avanza), partenza per Ballabio.

Ore 06.00, all'apertura del Bar, io, Davide ed Elio, teoricamente tre seri professionisti, per l'occasione con facce da evasi dal penitenziario, ci ritroviamo per il secondo caffè e poi, dopo una visita di controllo ai bagni del bar. furtivi, dritti ai Piani dei Resinelli.

Era dall'anno scorso che non riuscivo a farmi un bel giro con Elio e questa era l'occasione migliore per farli conoscere.
L'idea era quella di andare o al gruppo del Fungo, o a fare la Zucchi al Pilone Centrale, oppure ancora allo Spigolo di Vallepiana... La Grignetta offre possibilità quasi infinite, tutte belle...

Prendiamo la Direttissima, passiamo il Caminetto Pagani, osserviamo alcuni camosci e poi proseguiamo. Arriviamo alla selletta da dove si diparte il sentierino che porta al Gruppo del Fungo.

La giornata è tersa, ancora non troppo calda... Invitante... La visuale ottima, panorami favolosi.

Dietro di noi arriva, mentre siamo seduti sulla selletta a far comarò, un grupo di altri quattro “giovinastri” fuggiti al lavoro... Sogghigno d'intesa e di complicità. “Dove andate?” “Alla Segantini, e voi?” “Volevamo andare al Fungo, ma quasi quasi andiamo al Vallepiana” - dico io...

Elio e Davide mi guardano come folgorati... Alea iacta est, si parte: passiamo il Sentiero Giorgio quasi di corsa ed in breve giungiamo lì, dove il sentiero inizia a risalire verso il Colle Garibaldi...
Poco oltre, a destra, un canalino sfasciumoso porta all'attacco.

Evitiamo di impegolarci sulel solite roccette coperte da pietrisco e, sfruttando un canalino, arriviamo all'attacco, segnato da una selletta e da un fix nuovissimo. Possiamo prepararci alla salita.

La via è di quelle famosissime, un “must” della Grignetta. 160 m. di dislivello, 200 circa di sviluppo, sei tiri, cinque dei quali sostenuti, con molto IV e IV+. Roccia favolosa, esposizione notevole.

I tiri si susseguono “a passo di Bradipo di Montagna”. Ci stiamo divertendo come bambini..

Il primo tirello si tiene attorno al III+ ed è un canalino-fessura seguito da gradoni, esposto, bello e piacevolissimo, del tutto evidente e ben protetto, come praticamente tutta la via..

Il secondo tiro è quello tecnicamente più difficile, un buon IV+ continuo con alcuni singoli passi vicini al V. Si tratta di vincere una placca e poi, con sapienti spostamenti laterali, spostarsi dallo spigoletto raggiunto ad una sosta comodissima. Davvero entusiasmante.

Il terzo è paradigmatico: ci si alza di poco, per poi entrare in un camino (il camino Porro) di IV da fare in opposizione, opponendo da ultimo una piccola risalita su lame un po' strapiombanti. per arrivare sotto un grosso masso incastrato, tenendosi verso destra. Anche qui la slaita è davvero bella, piacevole, con scorci panoramici e divertimento assicurato.

Il quarto è semplicemente favoloso: oltrepassato (direttamente o sulla destra) il mgrande masso, in buona esposizione si segue una linea di canalini e diedri seguiti da una cengia ascendente e, da ultima, una fessura-diedro semplicemente deliziosa, ormai in piena esposizione che deposita su una sosta davvero aerea, avvincente...

Il panorama attorno a noi è stupefacente, siamo nel cuore della Grignetta...
Alle soste giochiamo come bimbi, ce la raccontiamo, facciamo fotografie...

Ci restano il quinto ed il sesto tiro...

Il quinto è composto da una fessura da superare in dulfer e poi da alcuni innocui gradoni, che depositano all'inizio della cresta di vetta... SI passa imporvvisamente dall'ombra e da un certo frescolino della parete ovest al gran caldo della cresta sud della Piramide Casati.

Il sesto è una semplicissima passeggiata molto aerea sul filo di cresta fino alla cima vera e propria... La prima sensazione è riassumibile in una semplice frase, che rende l'idea della bellezza dell'itinerario: "Cazzo, ma è già finita?".

Ci arriviamo ridendo, allegri, con gli occhi spalancati per le visuali, impossibili da rendere, anche con le fotografie...

Si beve, si mangia, io fumo, poi, con calma... La discesa.

Qui vale al pena aprire una ulteriore parentesi: ovviamente riusciamo a perdere la traccia (e sì che ce ne vuole...) e dobbiamo tornare per alcuni metri sui nostri passi. Invece di traversare verso Nord, in direzione dell'anello di calata e della via normale, scendiamo lungo tracce che ci porterebbero proprio lì dove non dobbiamo... Rapido dietro-front condito di insulti e prese per i fondelli reciproche. Arriviamo all'anello di calata, sotto di noi si vede il sentiero Cecilia...

Davide, da buon lombardo, parte col motto “ghe pensi mi” e subito riesce ad aggrovigliare una delle due corde... Davide è un ragazzo di sani principi morali, non bestemmia, ma riesce ugalmente a dare sfoggio delle proprie conoscenze in termine di parolacce, mentre io ed Elio ce la ghignamo in sosta, intenti a prenderlo in giro. Ometto, come di consueto, le risposte dell'amico brianzolo.

Tra i nostri lazzi, deve scendere a scioglierla...
Tra una parolaccia ed una presa in giro, riusciamo tutti e tre a calarci e raggiungiamo il Sentiero Cecilia. Da qui al Colle Garibaldi il passo è breve...

Riprendiamo il Sentiero Giorgio, siamo un po' in ritardo e mi aspettano per lavoro a Milano...

Rifacciamo il percorso ben noto fino alla Direttissima e continuiamo per quella..

Poi, ovviamente, il sottoscritto decide di “tagliare” e si imbrana su un miscuglio di roccette e detriti prima di ritrovare il sentiero (vi risparmio i commenti di Elio e Davide, anche in questo caso non riportabili)...

Passiamo in discesa il Caminetto Pagani, voliamo sulle corde fisse e poco prima delle tre siamo all'auto, giusto in tempo (per me) per prendermi parolacce per il ritardo... Ma anche questo fa parte del gioco e della giornata...

Scendiamo veloci a Ballabio, ci salutiamo e, mentre i due fortunelli vanno a bere birra, io mi cambio velocemente in auto e parto per Milano...

Poco dopo le quattro ero di nuovo un serissimo professionista al lavoro...

Ai miei clienti ancora adesso è poco chiaro per qual motivo avessi quel sorriso ebete e quel bel colorito in faccia...

Ma non tutti possono capire la gioia di una simile giornata rubata!!!

TORRIONE FIORELLI - IN FUGA DA MILANO

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Torrione Fiorelli
Via Normale
70 m, III
Mercoledì 30 giugno 2010


Mercoledì scorso era il mio penultimo giorno di lavoro prima di una pausa di quattro giorni con rientro in Laguna, a ricaricare le pile e dedicarmi all'altra delle mie grandi passioni, la pesca...

Non ne avevo poi troppa (voglia, intendo) di stare tutto il giorno a tradurre e così... E così non mi è stato poi difficile invernatrmi qualcosa... Grazie a Dio, ho alcuni "compari" con i quali organizzare simili idee è questione id poco tempo...

Dopo aver lavorato fino alle due di notte, alle quattro e quarantacinque mi sono alzato, ho fatto una colazioncella veloce e, dopo una classicissima serie di pratiche sulle quali ritengo superfluo soffermarmi (per decenza), mi sono diretto a Ballabio, dove un altro transfuga dai doveri del lavoro mi attendeva.

Sono le sei e venti, è l'ora della seconda colazioncella... Condita da quattro chiacchiere, inizialmente assonnate, ma con lo sguardo già rivolto verso le meraviglie della Grignetta.

Facciamo un rapido consulto: alle 12.30 dobbiamo essere ambedue al lavoro...

Ok,la decisione non fa fatica ad arrivare: dobbiamo ancora chiudere il conto con una delle gugliette della Grignetta, il Torrione Fiorelli. Oltretutto, la via di salita è esposta a Nord... Sono nemmeno cento metri di sviluppo di arrampicata... Che si può chiedere di meglio ad una giornata caldissima a valle?

Partiti!

Saliamo allegri nel tripudio delle guglie dantesche che prendono fuoco e risaliamo il sentiero della cresta Sinigaglia fino all'altezza del Torrione della Grotta, dove un cartello indica a destra verso il Fiorelli...

Il sentiero è infido, franoso e, anche se quasi in piano, per nulla da prendere sottogamba... Ma questo è il meno...

Proprio sotto il Torrione della Grotta, oltre ad un tripudio di gigli rossi semplicemente stupendi, notiamo che dobbiamo attraversare una vera giungla di ortiche, che non solo ci faranno grattare per alcuni minuti, ma soprattutto coprono la esilissima traccia (e scivolare vorrebbe dire ritrovarsi ai Resinelli...).

Passiamo (non senza alcune invocazioni al Creatore) le temibili ortiche ed arriviamo tranquilli al Torrione... Allora, diciamo "tranquilli" per evitare di ricordare che lo scrivente, per evitare un gran fascio delle suddette piante, è riuscito a scivolare sul sentiero decisamente nascosto ed atterrare a tutto corpo in mezzo a quelle pianticelle, sicuramente non brutte, ma non proprio amate... Ne è seguita una scarica di eresie degne di un veneto d.o.c., tra le risate di Davide... Risate durate, peraltro, pochissimo, visto che il succitato aveva avuto l'ottima idea di salire in pantaloni a mezza gamba e di uscire dalla selva di ortiche color aragosta (tralasciamo le parolacce, ma almeno lui non tira giù i moccoloni paurosi del suo compagno).

Con calma ci imbraghiamo. osservando il bel torrione sopra di noi, e, dopo una sana grattata (non di palle, ma contro le ortiche) partiamo per salire i tre tirelli, semplici, un terzo grado con un paio di passaggetti evitabili (ma assolutamente godibili) appena superiori.

Il primo tirello risale uno sperone, dapprima in verticale e poi aggirandolo, per poi portarsi ad una sorta di forcellino. Davvero carino, semplice ma mai banale, addirittura didattico, direi.

Da qui, per canalino e poi lungo una grande lama, si raggiunge la seconda ottima sosta. Questo tratto, che può essere affrontato in vari modi, presenta almeno due punti che, per conformazione e per l'untuosità dovuta agli innumerevoli passaggi, costringono a pensare bene ai movimenti da fare. Nulla che vada sopra il III/III+, ma di quello mai banale, che dà piacere.

Da qui, prima per fessura e quindi lungo un caminone che sa tanto di alpinismo delle origini, si giunge in breve sulla piccola cima, ovviamente dotata di croce... Inutile dire che riusciamo a fare qualch enumero all'interno del camino, incpaonendoci a volerlo passare ognuno a modo suo... Ma il bello è quello: sempr ein sicurezza, senza mai fare sciocchezze, io e Davide non rinunciamo mai a tornare bambini ed a fare "i bambi", come dicono da queste parti.

Arriviamo alla croce, allegri, soddisfatti, alla faccia della brevità della salita.Altre risate, una sigaretta di vetta e poi giù, con due corde doppie, alla base. La seconda è bella lunga e l'ultima parte è quasi nel vuoto, con la particolarità che qualcuno (non faccio nomi, ma non ero io), si è ben guardato dal dirmi che stavo per atterrare su un altro cespuglione di ortiche... Vabbe', altra grattata, quattro risate via, a far sparire negli zaini imbrago ed altri ammennicoli.

Riscendiamo il sentiero, non senza qualche piccola soddisfazione da parte mia quando Davide ha provato di nuovo il gusto di passare in mezzo a cespugli di ortiche alti mezzo metro con i pantaloni corti, e, velocemente, alle 11,30 siamo al Bar di Ballabio, dove, fatta la dovuta birretta, con voce estremamente seriaci mettiamo a parlare al cellularedi lavoro. Terminate le telefonate, beviamo le birre, ci salutiamo, pronti ad entrare nelle rispettive auto, cambiarsi e tornare a fare i professionisti seri, non senza prima esserci scambiati un sano abbraccio e la promessa di ritrovarci presto...


Una sana gitarella, solo noi su quella guglia, tempo bello, compagnia favolosa di Davide... Sì, bisogna rifarlo quanto prima! E' doveroso! La Grigna chiama sempre, è più forte, più ammaliante e meno esiziale delle sirene di Ulisse...


Ah, che bello rubare una mezza giornata infrasettimanale...