Il Blog dei Bradipi di Montagna

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lunedì 14 dicembre 2009

VIA CHIAPPA, IL BATTESIMO DELL'ANTIMEDALE


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Antimedale Via Chiappa 220 m,
D+, V, V+, 1 p. VI-

Venerdì 11 dicembre 2009



Quest'anno Resegone, Grignetta e Medale hanno deciso di farmi qualche regalo supplementare...
Non so a cosa questo sia dovuto; magari qualcuno dirà che è stata la mia buona stella... Fatto sta che, quando pensavo che con la salita dello Spigolo Mir si fosse esaurita la serie delle giornate "favolose" per mettere le mani sulla roccia in versione quasi primaverile, ecco che mi viene servito sul piatto d'argento ancora un giorno meraviglioso, per di più sul magnifico calcare dell'Antimedale.

A volerla vedere in forma "dietrologica", potrei pensare che il Medale, dopo avermi visto abbacchiato come un agnello a Pasqua per aver dovuto rinunciare causa influenza alla Medalata di poco più di un mese fa con gli amici di Planet Mountain, abbia ben pensato di "ripagarmi" almeno in parte, offrendomi una meravigliosa giornata sul suo satellite Antimedale.

Era un po' che con Davide volevamo ripetere qualcosa di piacevole, magari non troppo impegnativo, ma appagante, gioioso, allegro. Avevamo ancora in mente il piacere della salita al Torrione Magnaghi in una magnifica giornata, addirittura calda... Al telefono, il giorno prima, le solite schermaglie: "Va bene, dai, navighiamo a vista... Ci si trova a Lecco, si beve il caffè e poi si decide all'ultimo momento...". Il "trovarsi a Lecco" è indice del periodo autunnale o invernale... Fosse stata primavera o estate l'appuntamento sarebbe stato direttamente a Ballabio...

Il giorno dopo, di buon mattino, confortato dalle previsioni che danno giornata buona e cielo terso, miì sveglio presto, senza esagerare, e sempre senza esagerare faccio colazione, un paio di abluzioni, qualche altra pratica tipicamente mattutina e poi via, solita strada... Tangenziale, Cinisello, Monza, Lissone, Carate... Arrivo a Lecco senza problemi, esco all'uscita del Manzoni e mi porto al solito Bar, freqeuntato al mattino, tra l'altro, da molti alpinisti che qui si danno appuntamento. Anche le tradizioni hanno il loro peso.

Per strada, osservando le silhouettes favolose delle Grigne e del Medale con i colori dell'alba, pensavo a cosa proporre al Davide... Da ottobre mi era ancora rimasta nella gola la lisca della mancata realizzazione della Cassin al Medale, ma con l'influenza non si può fare nulla. In una giornata così bella, la gita doveva avere un qualcosa di completo... Una bella linea, bella esposizione e magari, perché no, qualcosa di "storico", di signfiicativo...

Da tempo avevamo nel mirino la Via Chiappa all'Antimedale. I numeri non dicono molto, anche se la presentano bene. 220 m. di sviluppo, D, V e V+, 1 p. VI-. V+ obbligatorio. Gradi "bassi" per i canoni dei climbers moderni abituati a difficoltà maggiori e protezioni ascellari, ma pur sempre una sana via di V con protezioni non troppo vicine per chi ama le salite classiche. In più, una via aperta dal mitico e purtroppo troppo presto defunto Daniele Chiappa, Ciapìn, grande alpinista, motore del Soccorso Alpino per anni, scrittore e quant'altro... Una di quelle figure che identifichi immediatamente con la Montagna...

Poter fare, a dicembre, il fatidico "passo" e "alzare il grado" su una via "mitica" di un alpinista "mitico", beh, sarebbe stato il massimo... Sì, per me sarebbe stato un "alzare il grado", perché, da quando ho ricominciato ad andare per monti, è solo un anno o poco più che ho rimesso le mani sulla roccia "comme il faut", con corda, dadi e cordini... Ho iniziato con vie relativamente facili ed adesso, piano piano, sto reiniziando a tornare su gradi un po' meno bassi... Con notevole soddisfazione. Non che il grado sia tutto... Ma poter fare tranquillamente passaggi di V e qualcosina in più permette di seguire più linee che a fare solo il III od il IV... In più, oggi avrei avuto una sorta di autobenedizione, ripecorrendo un itinerario che mi avrebbe permesso di mandare un silente saluto alla figura del grande Ciapìn...

A Lecco, arietta "frizzantina", incontro con Davide, quattro ciàcole davanti al caffè e poi dritti a Rancio. Per metterci d'accordo ed andare dritti alla Chiappa è bastato molto meno di un caffè... Allegri, partiamo, dopo aver lasciato la macchina al parcheggio e, ancoia intabarrati, risaliamo il noto sentiero che accompagna verso le vie e la ferrata. Arriviamo rapidi sotto al conoide di detriti che accompagna alle pareti dell'Antimedale e cominciamo la lenta risalita, allegri. La giornata è favolosa e, una volta arrivato il sole, diventa quasi caldo...

Arriviamo all'attacco e troviamo un gruppo di cinque baldi ragazzotti sulla sessantina, allegri e ciarlieri. Due vanno a farsi Frecce Perdute e gli altri tre la Chiappa e stanno già partendo. La temperatura è già ottimale... Mentre anche il terzo sale, noi ci stiamo ancora preparando tranquilli.

Arriva presto il momento della calma (i baldi giovanotti vanno come treni) e Davide, dato il "5" di prammatica, parte tranquillo... Piccola parentesi: tra me e Davide, generalmente, esiste una sorta di sfida a chi riesce a perdere la via evidente più velocmeente dell'altro. Anche in questa occasione Davide non si smentisce... Prende una placca, bofonchia qualcosa del tipo "non mi ricordo più se dritto o a destra.." e poi prosegue, seguendo ovviamente la linea dell'Altra Chiappa. Poco male, in questo modo, per i primi due tiri, invece di seguire una linea di III e IV, ne seguiamo una più diretta di IV+ e un po' di V... Tutto riscaldamento (tanto la linea della via è chiara, lo strapiombo a cui arrivare è evidente come non mai e la via non è proprio obbligata).

Mentre Davide sta arrivando alla sosta, arrivano tranquilli due ragazzi, evidentemente interessati a questo settore della parete. Ci salutiamo ed uno, osservatomi, mi sorride dicendo "Tu sei Arterio Lupin, vero? Ho riconosciuto il caschetto..."... Giogalimba di PlanetMountain, si presenta. Mi viene da ridere, potere del mio caschetto grigio metallizzato (con ABS, ESP e Navigatore di serie, aggiungo sempre io a chi mi canzona - cioè tutti - parlando del mio caschetto).

Risalgo il primo tiro, un po' contratto per i primi metri, poi, una volta presa confidenza con quella fantastica roccia, avviene il miracolo... Comincio ad alzarmi e muovermi con una facilità estrema, divertendomi come un matto...

Davide riparte e con il secondo tiro (anche in questo caso seguendo l'Altra Chiappa) arriviamo alla sosta sotto lo strapiombo, alla cui destra, evidenti, cominciano i diedri, invitanti. Risalgo la lunghezza quasi godendo, la roccia è favolosa e la linea piacevolissima. Non sento il V, anzi... Mi sto godendo la salita ... Oltretutto la temperatura è ideale, fa quasi caldo e ad arrampicare si suda.

Il terzo tiro è favoloso, diedrini e una sorta di canalino fino alla sosta. Un tiro lungo, sostenuto, con molto V- ed un po' di V, sul quale divertirsi davvero. Bello, aereo, avvincente, il più sostenuto della via e, forse, anche il più fotogenico. Lo risalgo divertendomi un casino, peggio dei bambini. Non ci sono passaggi faticosi o di forza, ma solo tecnici ed aerei... Una vera goduria.

Il quarto tiro - viene deciso di comune accordo - verrà spezzato: un primo tirello fin sopra il diedrozzo ed il canalino fino a sotto il tetto e un tiro "quattrobarrauno" in traverso fino al tiro chiave, il quinto.

Davide risale allegro il diedro di V pieno, tecnico, ma non faticoso, anche se un minimo atletico verso la fine qualora si tenda a stare poco in spaccata... A salirlo con buona tecnica, invece, appoggi ed appigli non mancano. Gradevolissimo, a circa metà, risalire una placca lavorando di aderenza con le scarpette....

Alla sosta (in comune con la Via degli Istruttori), arrivano i due Altrachiappisti, con i quali facciamo quattro chiacchiere. Ovviamente esordiscono dicendo "ma avete fatto una variante alla partenza, vero?". Io, altrettanto ovviamente, per non ammettere che avevamo cannato la partenza, mi sono limitato a dire "sapete com'è, facendo così la linea è più diritta...". Sorrisino di complicità (hanno sicuramente capito tutto) e poi traverso. Il traverso non è difficile, IV con un bel passaggetto di V- in esposizione alla fine, aderenza... Ringraziamo le scarpette del Grip (le BAT sono favolose) e arriviamo in sosta.

Il quinto tiro è definito il tiro chiave, per via di un tot di V+ e di un passaggetto di VI-. La via è estremamente evidente ed è ben assicurata con pochi resinati proprio lì dove serve. Davide risale e, dopo aver ravanato un minimo sulla fessura-diedro strapiombante, traversa ed arriva in sosta. Mi dice di risalire: il primo tratto, tutto di V, passa tranquillo. Si arriva sotto la fessura strapiombante, dove, infilando le mani nella fessura e spaccando, si sale senza particolari problemi... Per passare il tratto di VI-, alzandosi, si trova un buon appiglio (un po' lisciato) per la destra e, poi, a sinitra, nascosta, una ottima maniglia... Maniglia che, al primo tentativo, proprio non riesco a trovare. Provo, riprovo... Ma non la vedo e non la trovo. Dopo due tentativi ed altrettanti brasamenti di avambraccio, mi rompo e mungo brutalmente il rinvio per andare a vedere... Ma porca vacca, eccola lì... Ridiscendo di un passo, faccio svanire il rinvio, afferro i due appiglioni e mi rialzo...
Il passaggio, però, non è finito e bisogna portarsi in bella esposizione verso una fessurina superficiale che accompagna ad una pianta, verso destra. Anche qui c'è del sano V+, con insana erba a rendere il tutto più pepato... Ancora un po' d'attenzione e poi in traverso ascendente, sempre con difficoltà sul V, alla sosta.

Altre chiacchierate tra me e Davide, che subito parte per il sesto e ultimo tirello, una traversata a sinistra di qualche metro per poi salire lungo fessure tendendo poi all'uscita, evidente e visibile a sinistra. Davide traversa tenendosi alto, ravanando un pochetto... Poi afferra il labbro della prima fessura e parte in quarta. Esce presto, rinvia la sosta e percorre anche gli ultimi venti metri fino alla catena del sentiero di discesa. Mi arriva il fatidico urlo "Quando vuoi!" e parto... Mi ricordavo i consigli della relazione e provo a fare il traverso in discesa per quel paio di metri che serve, un V- delicato in discesa, a prendere una piccola cengia da dove parte il sistena di fessure che porta all'uscita. Il V- dura alcuni metri anche in salita, poi diventa IV per finire, traversando a sinistra, con un III+/IV- molto delicato (la roccia è a scaglie che non aspettano altro che poter cadere... Delicato, fare attenzione).

All'uscita, ci si titrova sul sentiero di discesa dall'Antimedale, un sentiero attrezzato che per gli amanti delle ferrate sarebbe da considerare "difficile", con vari punti da aderenza ed un tratto strapiombante. Il sentiero coincide con quello della Val Nera, che porta fino sulla cima del Medale, ma che sconsiglio ai semplici escursionisti per via dei numerosi tratti privi di attrezzature esposti e per la gran quantità di sassi pronti a cadere che andrebbero a creare pericolo per i moltissimi alpinisti che si divertono su quella meravigliosa parete.

Io e Davide possiamo finalmente cambiarci le scarpe, togliere gli strumenti di tortura e infilare quelle da approccio. Dopo una rapida sosta, iniziamo a scendere. Il sentiero è davvero scivoloso ed esposto, anche se attrezzato con purtroppo orride catene nei tratti più "problematici". In breve scendiamo la Val Nera e torniamo agli zaini... Osserviamo una coppia che sta facendo numeri sui monotiri vicini a Frecce Perdute e, in alto, i due ragazzi alle prese con gli ultimi due tiri de "L'Altra Chiappa".

Tra una pacca sulla spalla e l'altra, ormai sono le 13 passate, dopo aver fatto fotografie e chiacchierate, telefoniamo al buon Luigi "Slowrun"... Gli comunico il mio avvenuto "Battesimo dell'Antimedale" e ci diamo appuntamento in centro e Lecco per la birra. Con calma, gustandoci i colori favolosi dei monti del Lecchese, scendiamo al parcheggio al cimitero di Rancio e, con calma, ci trasferiamo verso Castelllo... Luigi ci mostra un bar davvero carino, ben arredato, e qui andiamo a farci la birra doverosa di fine salita... Beh, Luigi non lo sapeva, però, chiacchierando con i gestori - che sentono il mio accento chiaramente non Lumbard ed ai quali orgogliosamente avevo detto "Son veneto".- vengo a sapere che il gestore è da... Jesolo!!!
Ovviamente facciamo il giro delle conoscenze e degli amici comuni, dopodiché, tra gli sfottò di Davide e Luigi, ci accomiatiamo con un sano arrivederci a presto!

Degno finale di una giornata favolosa, che per me ha segnato la prima salita alpinistica sull'Antimedale ed ha ulteriormente cementato l'amicizia con Davide e Luigi! Un ulteriore regalo del Gruppo delle Grigne, che a metà dicembre ha saputo fare un regalo davvero favoloso a noi, poveri amanti delle stesse...

A presto, Lecchese, sei la mia nuova patria... (Lo so che l'ho detto a molte zone montuose, ma che ci posso fare.. A me le montagne belle piacciono e mi ci sento presto a casa mia... Soprattutto se l'ambiente "umano" che le circonda è strettamente legato alle montagne ed a quello che queste significano... E per il Lecchese è così!).