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le foto invece su :
http://picasaweb.google.it/bradipoRIC54/AbissoDiTrebiciano
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http://picasaweb.google.it/bradipoRIC54/AbissoDiTrebiciano
di RIC54
L'escursione già in programma lo scorso anno,e poi saltata,finalmente ha avuto luogo.
Sabato 15 maggio,alle ore 18 ci troviamo tutti all'agriturismo Skerlj di Sales (TS),
e ci accomodiamo tutti in tre mini appartamenti ,salvo Filippo/Fedipos/Il Grande ,che
adesso ,per praticità e rispetto , chiamerò solamente : "Il Grande".
Il Grande e la sua famiglia , si installano nel parcheggio dell'agri con il camper.
Fin qui tutto bene , salvo un piccolo particolare = SIAMO IN 13!!!!!.
Ma chissenefrega!!!!!!!!!!!!!!!!.
Alle 19 partiamo a piedi e dopo circa 500 metri troviamo il ristorante che ci accoglie per la cena.
Il Grande prende posto in centro,alla sua destra,siede Paolo da Verona con i suoi tre amici e poi
Lorenzo dalla giurisdizione di Cremona.Alla sua sinistra invece siede Marco da Bologna,
Riccardo dalla lontana provincia Camuna e poi lo Sherpa da Pordenone.
Poi Il Grande prese il pane , lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli Opss!!!! scusate !!!!
mi ero lasciato prendere..........
Però una cosa Il Grande la disse = Tu Sherpa , domani mattina ,alle 7, prima di colazione,
rinnegherai l'abisso e tradirai il tuo fedele amico Ric54.
Però il vino bianco scorreva bene e anche il rosso riusciva a stargli dietro,quindi non ci siamo
preoccupati più di tanto. Nel frattempo ci raggiunge Alessandro del CNSAS Triestino con sua moglie
e Pasca77 con sua moglie.
La serata passa molto bene , anche perchè , quando il vino comincia a scarseggiare , Il Grande si fà
portare una brocca d'acqua e la trasforma!!!!.
Anche la notte scorre via bene , anche se per qualcuno , in un modo un'pò anomalo , cioè mi spiego :
cani che giocano con i gatti , gatti che dormono con i topi, uomini che giacciono con altri uomini.
Purtroppo il letto era matrimoniale e quindi , indivisibile!!!!!.
Alle ore 7 siamo tutti pronti per la colazione , già in divisa da speleo ( tutti in tuta blu , alla faccia dei colletti bianchi).
E come predetto , lo Sherpa rinnega l'Abisso per tre volte , ma Il Grande è magnanime e lo perdona.
Durante la colazione,Paolo si lascia suggestionare un'pò da una parabola nella quale Il Grande racconta
il recupero dei morti affogati,dove la difficoltà maggiore è dovuta al rigonfiamento del corpo e quindi
anche al suo maggiore peso.
E Il Grande disse (Marco 52-Luca 21) = e porc..troi... come cazzo fai a far passare uno che è grosso il doppio in un buco
di 30 centimetri di diametro,porc....putt.... lo devi tagliare a pezzi................!!!!!!!!!!.
Parabola + notte insonne + ansia abisso = pressione sanguigna sotto ai piedi!!!!!!!!!!!!
E cosi , Paolo , decide di assentarsi per un paio di minuti dal mondo dei vivi.
Cosi che in dieci minuti ne perdiamo due, e da 13 diventiamo 11 ( chi ha detto che il 13 non porta sfiga ? ).
Il Grande colpito da profonda compassione , affida Paolo alle cure paterne dello Sherpa , i due passeranno
la giornata mangiando-bevendo e parlando di elicotteri . Visto che anche a loro giravano le pale.....
Partenza da Sales e appuntamento a Trebiciano con Alessandro , che ci guida in macchina al parcheggio dove lasciamo l'auto
a circa 30 minuti dalla botola dell'abisso.
Qui ci inbraghiamo , prendiamo il casco,il frontalino , lo zainetto e partiamo.
Alessandro si unisce al gruppo in qualità di padrone di casa e sopratutto di "apritore di botole".
Cosi il gruppo passa da 11 a 12 persone ,e cosi diventiamo :
" Quella sporca dozzina" , e all'uscita fù davvero cosi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Alessandro il Carsico apre e si infila dentro e subito a seguire i giovani Scaligeri Veronesi e poi Lorenzo il Cremonese,
Il Grande dalla Val di Non,Marco da Bologna , Riccardo il Longobardo,il gentil sesso formato da Cristina e Sonia e a seguire
i rispettivi figli.
Bella mossa!!! Ogni 3 aspiranti speleo c'è uno speleo vero (Alessandro-Filippo-Cristina-Luca)
cosi scendiamo in tutta sicurezza e tranquillità.
L'assenza completa di vento,ci ha permesso di scendere bene,potendo parlare senza gridare , di respirare comodamente
e di non avere gli occhi pieni di porcherie varie.
Però la cosa negativa era che dopo mezz'ora eravamo già marci di sudore , l'aria era diventata più "spessa" e l'umidità
era molto forte.
Si vedeva uscire il fiato , come quando d'inverno si è a meno 20 gradi e anche il corpo fumava dappertutto.
Fare le foto diventava complicato,per la nebbia provocata da noi stessi.
La discesa nell'abisso procedeva bene,solo un paio di passaggi appena-appena giusti per me (mt 1,90 x 100 kg )
ma mai nulla di troppo difficile . L'abisso è un lungo budello , a volte più stretto a volte più largo , formato da tanti pozzi
più o meno profondi e la discesa è praticamente continua.
Troviamo qualche metro in piano quando si cambia pozzo e questi sono i soli spazi dove possiamo stare in 3 o 4.
I pozzi permettono la discesa a una sola persona per volta,ma senza mai essere troppo stretti , cosicchè non
si ha mai la sensazione di troppo chiuso o di soffocamento.
Non ci sono manovre di corda da fare e neanche sifoni da attraversare, quindi come diceva Filippo = è una di quelle poche
discese in grotta che possono fare anche i non speleo.( accompagnati ovviamente).
Adesso che ripenso ai grossi sacchi che avevano Filippo e Luca , sono sicuro che avevano comunque con se una bella attrezzatura
e che sarebbero stati in grado di tirarci fuori dai guai , se mai ce ne fosse stato bisogno.
E questo la dice lunga sull'esperienza e la capacità di quel "vecchio rompiscatole di Fedipos".
La discesa continuava tranquilla e piacevole e io,essendo quasi in mezzo alla spedizione , facevo da tramite fra i due
gruppi. Sonia ,scendeva tranquilla ,anche se era la sua prima volta,consigliata da Cristina che con la sua calma e professionalità
riusciva a far diventare tutto molto semplice.
Verso il fondo , troviamo ancora i resti delle scale in legno , piattaforme sempre in legno , chiodi e ganci in ferro , forgiati
e battuti a mano dei nostri predecessori.
Non posso fare a meno di pensare a mio padre e a mio nonno , che hanno lavorato nelle miniere di antracite in Valle d'Aosta
e a tutti quelli che per vivere facevano i minatori.Tanti sono rimasti in quelle gallerie e tanti sono morti più tardi a causa
del silicio. Mi ritengo molto fortunato a farlo solo per divertimento.
E pozzo dopo pozzo usciamo da questo interminabile budello,con i piedi sento la sabbia e alla mia destra illumino una placca
con scritto "Salone Lindner". L'emozione è tanta , anche perchè avevamo il timore che il Timavo fosse in piena , visto le abbondanti
pioggie dei giorni scorsi.
Invece il Timavo scorreva placido e tranquillo e per andare a toccarlo ci tocca ancora fare circa 60 metri di dislivello.
Ci rendiamo conto che il salone è davvero immenso , il Timavo è più alto solo di 5-6 metri , ci dice Alessandro.
Invece nelle piene può salire per più di 60 metri , allagare tutto il salone e incanalarsi anche nell'ultimo pozzo.
Non per niente , a circa 50 metri dal salone ,c'era un giubbotto salvagente attaccato alla roccia e pronto all'uso.
Ahh!!!! dimenticavo che appena entrato nel salone , Filippo , mi dice di stare attento a dove metto i piedi
perchè potrei pestare qualche piccolo coleottero dal nome complicatissimo, infatti la sabbia brulica di queste
bestioline, le sole abitanti di questa grotta.
Arrivati al Timavo ci concediamo la meritata pausa e ci rifocilliamo scambiandoci le senzazioni e le emozioni
che abbiamo provato durante la discesa.
Dopo quasi due ore siamo in questa grotta in un'atmosfera da film di fantascienza con più di 300 mt
di roccia sulla testa , i piedi sulla sabbia e un fiume che ci scorre in parte.Incredibile!!!!!!!!!!!!
Nel frattempo ci siamo dimenticati de Il Grande , che in questo clima mistico , appollaiato sù una roccia,
cominciava a predicare amore e fratellanza.
E qui , quelli più vicini, giurano di aver visto il Timavo dividersi in due corsi d'acqua.Ma sù questo ,resto scettico!!!!!!!
Dopo esserci rifocillati , aver goduto di questa atmosfera surreale che la grotta ci ha dato e aver cambiato le pile
al frontalino, decidiamo di ritornare in superficie.
Il ritorno è lo stesso dell'andata , non ci sono altre uscite.
Il ritorno è più silenzioso dell'andata , un'pò per la fatica e un'pò perchè il Salone Lindner occupa tutti i nostri pensieri.
Solo dopo un bel pò sento quelli sotto di me gridare al miracolo = Cade la manna dal cielo!!!!!.
Questa non era opera de Il Grande , ma era semplicemente il mio zainetto che a forza di fregare contro le rocce si era aperto
e stavo seminando tutte le mie barrette energetiche.
E cosi scala dopo scala sentiamo l'aria diventare più fresca e poco dopo vedere la luce naturale.
Una bella senzazione essere dinuovo in superficie.
Alessandro e Il Grande ,tardavano un attimo, e in questo frangente abbiamo deciso di chiudere la grata in ferro
e liberarci una volta per tutte de Il Grande , incassando anche la taglia offerta dai 4 dell'Ave Maria.
Ma Il Grande , in quanto Grande , riesce a salvarsi anche in questa occasione.
Torniamo al parcheggio dove ci raggiungono anche Paolo e lo Sherpa , poi i più giovani partono subito
per le rispettive destinazioni , mentre i più anzianotti si dirigono al camper di Filippo , e tra una fetta di torta e
un calice di vino festeggiano il compleanno dello Sherpa/Mauro.
E poi tutti a casa..........
Grazie a Filippo , coadiuvato da Cristina e Luca per una logistica perfetta in tutto.
Grazie a Alessandro del CNSAS e Sergio della stazione sperimentale di Trebiciano per la disponibilità e cortesia.
Grazie a tutti voi compagni d'avventura , splendidi come sempre.
Speriamo di rivederci presto.
C'è solo una cosa che non mi dà pace:
dopo un sabato notte bellissimo passato con Marco , beh!! mi sarei aspettato un mazzo di fiori , una telefonata
almeno un sms , invece niente!!!!.
E proprio vero!!!! Venite , Prendete e poi Scomparite!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ciao-ciao
Ric54
Sabato 15 maggio,alle ore 18 ci troviamo tutti all'agriturismo Skerlj di Sales (TS),
e ci accomodiamo tutti in tre mini appartamenti ,salvo Filippo/Fedipos/Il Grande ,che
adesso ,per praticità e rispetto , chiamerò solamente : "Il Grande".
Il Grande e la sua famiglia , si installano nel parcheggio dell'agri con il camper.
Fin qui tutto bene , salvo un piccolo particolare = SIAMO IN 13!!!!!.
Ma chissenefrega!!!!!!!!!!!!!!!!.
Alle 19 partiamo a piedi e dopo circa 500 metri troviamo il ristorante che ci accoglie per la cena.
Il Grande prende posto in centro,alla sua destra,siede Paolo da Verona con i suoi tre amici e poi
Lorenzo dalla giurisdizione di Cremona.Alla sua sinistra invece siede Marco da Bologna,
Riccardo dalla lontana provincia Camuna e poi lo Sherpa da Pordenone.
Poi Il Grande prese il pane , lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli Opss!!!! scusate !!!!
mi ero lasciato prendere..........
Però una cosa Il Grande la disse = Tu Sherpa , domani mattina ,alle 7, prima di colazione,
rinnegherai l'abisso e tradirai il tuo fedele amico Ric54.
Però il vino bianco scorreva bene e anche il rosso riusciva a stargli dietro,quindi non ci siamo
preoccupati più di tanto. Nel frattempo ci raggiunge Alessandro del CNSAS Triestino con sua moglie
e Pasca77 con sua moglie.
La serata passa molto bene , anche perchè , quando il vino comincia a scarseggiare , Il Grande si fà
portare una brocca d'acqua e la trasforma!!!!.
Anche la notte scorre via bene , anche se per qualcuno , in un modo un'pò anomalo , cioè mi spiego :
cani che giocano con i gatti , gatti che dormono con i topi, uomini che giacciono con altri uomini.
Purtroppo il letto era matrimoniale e quindi , indivisibile!!!!!.
Alle ore 7 siamo tutti pronti per la colazione , già in divisa da speleo ( tutti in tuta blu , alla faccia dei colletti bianchi).
E come predetto , lo Sherpa rinnega l'Abisso per tre volte , ma Il Grande è magnanime e lo perdona.
Durante la colazione,Paolo si lascia suggestionare un'pò da una parabola nella quale Il Grande racconta
il recupero dei morti affogati,dove la difficoltà maggiore è dovuta al rigonfiamento del corpo e quindi
anche al suo maggiore peso.
E Il Grande disse (Marco 52-Luca 21) = e porc..troi... come cazzo fai a far passare uno che è grosso il doppio in un buco
di 30 centimetri di diametro,porc....putt.... lo devi tagliare a pezzi................!!!!!!!!!!.
Parabola + notte insonne + ansia abisso = pressione sanguigna sotto ai piedi!!!!!!!!!!!!
E cosi , Paolo , decide di assentarsi per un paio di minuti dal mondo dei vivi.
Cosi che in dieci minuti ne perdiamo due, e da 13 diventiamo 11 ( chi ha detto che il 13 non porta sfiga ? ).
Il Grande colpito da profonda compassione , affida Paolo alle cure paterne dello Sherpa , i due passeranno
la giornata mangiando-bevendo e parlando di elicotteri . Visto che anche a loro giravano le pale.....
Partenza da Sales e appuntamento a Trebiciano con Alessandro , che ci guida in macchina al parcheggio dove lasciamo l'auto
a circa 30 minuti dalla botola dell'abisso.
Qui ci inbraghiamo , prendiamo il casco,il frontalino , lo zainetto e partiamo.
Alessandro si unisce al gruppo in qualità di padrone di casa e sopratutto di "apritore di botole".
Cosi il gruppo passa da 11 a 12 persone ,e cosi diventiamo :
" Quella sporca dozzina" , e all'uscita fù davvero cosi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Alessandro il Carsico apre e si infila dentro e subito a seguire i giovani Scaligeri Veronesi e poi Lorenzo il Cremonese,
Il Grande dalla Val di Non,Marco da Bologna , Riccardo il Longobardo,il gentil sesso formato da Cristina e Sonia e a seguire
i rispettivi figli.
Bella mossa!!! Ogni 3 aspiranti speleo c'è uno speleo vero (Alessandro-Filippo-Cristina-Luca)
cosi scendiamo in tutta sicurezza e tranquillità.
L'assenza completa di vento,ci ha permesso di scendere bene,potendo parlare senza gridare , di respirare comodamente
e di non avere gli occhi pieni di porcherie varie.
Però la cosa negativa era che dopo mezz'ora eravamo già marci di sudore , l'aria era diventata più "spessa" e l'umidità
era molto forte.
Si vedeva uscire il fiato , come quando d'inverno si è a meno 20 gradi e anche il corpo fumava dappertutto.
Fare le foto diventava complicato,per la nebbia provocata da noi stessi.
La discesa nell'abisso procedeva bene,solo un paio di passaggi appena-appena giusti per me (mt 1,90 x 100 kg )
ma mai nulla di troppo difficile . L'abisso è un lungo budello , a volte più stretto a volte più largo , formato da tanti pozzi
più o meno profondi e la discesa è praticamente continua.
Troviamo qualche metro in piano quando si cambia pozzo e questi sono i soli spazi dove possiamo stare in 3 o 4.
I pozzi permettono la discesa a una sola persona per volta,ma senza mai essere troppo stretti , cosicchè non
si ha mai la sensazione di troppo chiuso o di soffocamento.
Non ci sono manovre di corda da fare e neanche sifoni da attraversare, quindi come diceva Filippo = è una di quelle poche
discese in grotta che possono fare anche i non speleo.( accompagnati ovviamente).
Adesso che ripenso ai grossi sacchi che avevano Filippo e Luca , sono sicuro che avevano comunque con se una bella attrezzatura
e che sarebbero stati in grado di tirarci fuori dai guai , se mai ce ne fosse stato bisogno.
E questo la dice lunga sull'esperienza e la capacità di quel "vecchio rompiscatole di Fedipos".
La discesa continuava tranquilla e piacevole e io,essendo quasi in mezzo alla spedizione , facevo da tramite fra i due
gruppi. Sonia ,scendeva tranquilla ,anche se era la sua prima volta,consigliata da Cristina che con la sua calma e professionalità
riusciva a far diventare tutto molto semplice.
Verso il fondo , troviamo ancora i resti delle scale in legno , piattaforme sempre in legno , chiodi e ganci in ferro , forgiati
e battuti a mano dei nostri predecessori.
Non posso fare a meno di pensare a mio padre e a mio nonno , che hanno lavorato nelle miniere di antracite in Valle d'Aosta
e a tutti quelli che per vivere facevano i minatori.Tanti sono rimasti in quelle gallerie e tanti sono morti più tardi a causa
del silicio. Mi ritengo molto fortunato a farlo solo per divertimento.
E pozzo dopo pozzo usciamo da questo interminabile budello,con i piedi sento la sabbia e alla mia destra illumino una placca
con scritto "Salone Lindner". L'emozione è tanta , anche perchè avevamo il timore che il Timavo fosse in piena , visto le abbondanti
pioggie dei giorni scorsi.
Invece il Timavo scorreva placido e tranquillo e per andare a toccarlo ci tocca ancora fare circa 60 metri di dislivello.
Ci rendiamo conto che il salone è davvero immenso , il Timavo è più alto solo di 5-6 metri , ci dice Alessandro.
Invece nelle piene può salire per più di 60 metri , allagare tutto il salone e incanalarsi anche nell'ultimo pozzo.
Non per niente , a circa 50 metri dal salone ,c'era un giubbotto salvagente attaccato alla roccia e pronto all'uso.
Ahh!!!! dimenticavo che appena entrato nel salone , Filippo , mi dice di stare attento a dove metto i piedi
perchè potrei pestare qualche piccolo coleottero dal nome complicatissimo, infatti la sabbia brulica di queste
bestioline, le sole abitanti di questa grotta.
Arrivati al Timavo ci concediamo la meritata pausa e ci rifocilliamo scambiandoci le senzazioni e le emozioni
che abbiamo provato durante la discesa.
Dopo quasi due ore siamo in questa grotta in un'atmosfera da film di fantascienza con più di 300 mt
di roccia sulla testa , i piedi sulla sabbia e un fiume che ci scorre in parte.Incredibile!!!!!!!!!!!!
Nel frattempo ci siamo dimenticati de Il Grande , che in questo clima mistico , appollaiato sù una roccia,
cominciava a predicare amore e fratellanza.
E qui , quelli più vicini, giurano di aver visto il Timavo dividersi in due corsi d'acqua.Ma sù questo ,resto scettico!!!!!!!
Dopo esserci rifocillati , aver goduto di questa atmosfera surreale che la grotta ci ha dato e aver cambiato le pile
al frontalino, decidiamo di ritornare in superficie.
Il ritorno è lo stesso dell'andata , non ci sono altre uscite.
Il ritorno è più silenzioso dell'andata , un'pò per la fatica e un'pò perchè il Salone Lindner occupa tutti i nostri pensieri.
Solo dopo un bel pò sento quelli sotto di me gridare al miracolo = Cade la manna dal cielo!!!!!.
Questa non era opera de Il Grande , ma era semplicemente il mio zainetto che a forza di fregare contro le rocce si era aperto
e stavo seminando tutte le mie barrette energetiche.
E cosi scala dopo scala sentiamo l'aria diventare più fresca e poco dopo vedere la luce naturale.
Una bella senzazione essere dinuovo in superficie.
Alessandro e Il Grande ,tardavano un attimo, e in questo frangente abbiamo deciso di chiudere la grata in ferro
e liberarci una volta per tutte de Il Grande , incassando anche la taglia offerta dai 4 dell'Ave Maria.
Ma Il Grande , in quanto Grande , riesce a salvarsi anche in questa occasione.
Torniamo al parcheggio dove ci raggiungono anche Paolo e lo Sherpa , poi i più giovani partono subito
per le rispettive destinazioni , mentre i più anzianotti si dirigono al camper di Filippo , e tra una fetta di torta e
un calice di vino festeggiano il compleanno dello Sherpa/Mauro.
E poi tutti a casa..........
Grazie a Filippo , coadiuvato da Cristina e Luca per una logistica perfetta in tutto.
Grazie a Alessandro del CNSAS e Sergio della stazione sperimentale di Trebiciano per la disponibilità e cortesia.
Grazie a tutti voi compagni d'avventura , splendidi come sempre.
Speriamo di rivederci presto.
C'è solo una cosa che non mi dà pace:
dopo un sabato notte bellissimo passato con Marco , beh!! mi sarei aspettato un mazzo di fiori , una telefonata
almeno un sms , invece niente!!!!.
E proprio vero!!!! Venite , Prendete e poi Scomparite!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ciao-ciao
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