Il Blog dei Bradipi di Montagna

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giovedì 20 maggio 2010

RITORNO AL PIZZO BOGA - LA VIA "GARY HEMMING"



- Clicca sul titolo per andare al fotoalbum -


Pizzo Boga (Gruppo delle Grigne)

Via "Gary Hemming"

(D, 220 m., V e V+, V+ obbl.)

martedì 18 maggio 2010



Ultimamente il tempo non è stato particolarmente generoso per quanto concerne le belle giornate... Anzi, credo che nessuno potrà offendersi se, direttamente, dirò che nell'ultimo mese la meteo ha davvero fatto schifo (in breve: tempo di merda).

Se a questo aggiungiamo anche il fatto che, per fortuna, da un verso, il lavoro sembra essere ripartito (segno di un ancorché minimo miglioramento per le asfittiche condizioni dell'economia italiota) e che, conseguentemente, il tempo a disposizione per "cazzeggimaenti montani" è direttamente diminuito, sarà facile capire quale fosse il mio stato d'animo dopo un mese di astinenza dalla montagna. L'ultima passeggiata, per così chiamarla, risale a due fine settimana fa, quando, per la disperazione, con la mia dolce metà siamo andati a fare quattro passi, intervallati da (poco) simpatiche gocce di pioggia a Laorca ed alla base del Medale...

Con Davide c'eravamo sentiti nel fine settimana, ambedue ormai in crisi d'astinenza e con ipertensione lavorativa alle stelle... La meteo preannunciava un buon martedì e, per non farci sentire dalla sfiga (che, a differenza della fotuna che è cieca, ci vede benissimo), tacitamente eravamo rimasti d'accordo che, se ci fossimo riusciti, ci saremmo presi una mezza giornata proprio quel martedì.

Il lunedì 17, dopo un'altra giornata di fuoco dal punto di vista della professione, ci sentiamo con Davide e la frase è di quelle tipiche: "Alle 7 e 30 a Ballabio?" "Ok, andata!".
Non c'è voluto molto di più...

Il mattino di martedì mi ha visto, come tante altre volte, impegnato in un bel 8b automobilistico per venir fuori senza patemi dal monzingorgo ed arrivare senza colpi di autovelox a Ballabio... Arrivo preciso, trovo Davide e subito, dopo caffettino e giretto al bagno, ci guardiamo in faccia: "Che si fa oggi?" "Abbiamo ancora un conto in sospeso con il Pizzo Boga...". Detto, fatto!

Pochi minuti dopo siamo a Laorca, dove parcheggiamo e, verificato di non aver lasciato nulla in auto (di ciò che ci serviva, intendo), partiamo spediti verso la base del succitato satellite del Medale.

La stradina che costeggia le reti paramassi è di quelle create per vedere la resistenza dell'uomo alla bestemmia: molto ripida, fondo fastidioso, è alla fin fine la vera difficoltà della giornata...

In ogni caso, al di là di qualche imprecazione, arriviamo piuttosto velocemente alla base, dove decidiamo di salire per la Gary Hemming, una delle due vie "classiche" di questa parete, o, meglio, di questo insieme di cenge intervallate da salti rocciosi. Una vera e propria" palestra" di roccia che permette di salire vere e proprie vie, chiodate in stile più alpinistico che sportivo unendo i vari "tirelli con cenge e sentierini... Un pensiero da subito viene mandato alla memoria del grande Taglia, Aldo Tagliabue, che all'esplorazione di questa struttra ed alla sua valorizzazione e messa in sicurezza per gli alpinisti tanto tempo ha dedicato.

La Gary Hemming è una via valutata complessivamente "D", con punti di V e V+. La via originale, tuttavia, prevederebbe una parte centrale su roccia poco piacevole anche se su graidi bassi... Ci ripromettiamo di vederla da vicino e, allegri come sempre, ci prepariamo, come avviene ogni volta, un qualcosa a metà tra il rituale e la pratica scaramantica... Imbrago, scarpette, moschettoni, rinvii, discensori, diavolerie, salcazzi, friends, cordini, zaino, poi via gli zaini, via i cordini, quindi su gli zaini, di nuovo i cordini... Srotolamento della sempre più laocoontica corda, essere dotato di vita propria che ama attorcigliarsi non appena la si perda di vista...

Il primo tiro è un canalino obliquo da destra a sinistra di un venticinque metri di III e III+. Roccia favolosa. Temperatura più che mite... Saliamo ridendo e godendo per la gioia, dopo così tanto tempo di emme...
Davide, giustamente, decide di accorpare anche il secondo tirello, una quindicina di metri di IV+, bellissima placchetta tecnica...
Salendo mi sento incredibilmente bene: il ginocchio non mi disturba, la pancia sta bene, la testa c'è tutta... Salgo allegro, continuo seppur senza fretta...

Ci attende il primo dei passaggi tipici e "clou" della via di oggi: un diedro seguito da una fessura, il tutto dato di V... Roccia da urlo... Davide parte e, dopo aver borbottato qualcosa all'uscita, decide di prenderla di forza. Mi tira un urlo ed inizia a recuperarmi... Salgo senza problemi, arrivo al punto "di uscita" della fessura, leggermente strapiombante, e mi rendo conto che il bastardissimo brianzolo, tirando dritto, mi ha fatto scorrere la corda dentro la fessura: logica continuazione sarebbe stato uno spostamento a sinistra di mezzo metro, dove una manigliona mostruosa mi avrebbe permesso di tenere le difficoltà nel limite del V... L'uscita come "impostami" dal Davide, invece, era un po' più faticosa...

Ovviamente, mentre risaliamo alcuni gradoni che portano alla prima cengia col baitello, le prese in giro non mancano... "Sei il solito" "perdi la via anche se è tutta dipinta" "parli tu che ti perdi per i sentieri" e così via...

Traversiamo il cengione ed arriviamo alla parte centrale. Da qui, originariamente, dovremmo in teoria spostarci verso destra, su una sorta di pilastrino rotto, con difficoltà attorno al secondo, per una settantina di metri... Rocce piene di rovi e rotte... Poco invitanti, davvero... Volete mettere quella meraviglia che ci si offre davanti tra le cosiddette "varianti"? Una, in particolare, si impone, se non altro per il nome datole: "No Spit"!!! Bellissima placchetta con spigoletto e poi saltini di IV, assolutamente senza chiodi e dove divertirsi a piazzare friends e nuts...

Arriviamo sempre più allegri, tra frizzi e lazzi, ad un'ulteriore cengia, dove vediamo indicata una variante ulteriore "via di giancarlo", anche questa molto carina e sempre di III e IV. Ce la godiamo tutta fino ad un'ennesima cengia, dove un brevissimo sentierino ci porta ad alcune indicazioni a minio sulle vie... La Gary Hemming prosegue per un bel pilastrino a destra: potremmo seguire il canalino di II+ che arriva alla cengia superiore, ma ci teniamo un paio di metri a sinsitra di questo divertendoci su una sorta di spigolotto arrotondato davvero bello.

La cengia successiva presenta una bellissima placca di IV+, tecnica e per niente faticosa, basta prendersi il tempo per cercare appigli ed appoggi... E' già tutto lì, basta leggere le indicazioni che la roccia ti manda...

Siamo sempre più allegri, saliamo senza fretta, ci guardiamo attorno, parliamo del più e del meno alle soste...

Dopo la placca, sotto la grande ed attraente placca bianca che precede la cuspide sommitale, la via piega a destra, ad aggirare uno spigolotto per giungere alla sosta, alla base di una fessura seguita da un tettino aggettante...
Sulla destra, evidente, un diedro non attrezzato ma proteggibilissimo a friends di IV...
Decidiamo di seguire la fessura ed il tettino della via originale...

Mentre Davide sale, lo osservo, non senza ilarità. Il buon brianzolo, difatti (autore poco prima di una rocambolesca discesa a corda per recuperare il classico cordino perso tra i miei insulti degni di un Arpagone nato a Genova da madre ebrea e padre scozzese), decide di divertirsi a "provare" a prendere fessura e tettino in modo "diverso"... Ravana un minimo, passa e poi, superato il tetto, va verso destra a prendere quella che è la continuzione del diedro e che deposita sulla cresta, poco sotto la vetta...

Toccherebbe a me, ma è giorno di lavoro e, mentre sto per attaccare il tratto chiave, iniziano a squillare i cellulari... Lo so, lo so, uno li dovrebbe lasciare in auto, ma, tra le condizioni imposte dalla mia dolce metà in simili occasioni, c'è anche quella di tenere il cellulare a portata di mano...
Mi attacco ai chiodi, rispondo, risolvo velocemente il problema, ricevo una telefonata dalla ex moglie e poi, finalmente, salgo a ravanare come un ossesso su quel malefico tettino, per superare il quale bisogna far ricorso a molta fatica di braccia, essendo gli appoggi obbligati decisamente lisciati ed oleosi...
Comnque sia, dopo essermi riposato un po', al secondo tentativo riesco ad afferrare il maniglione superiore del tettino e, annaspando, ravanando, chiamando in causa i vari santi, riesco a ristabilirmi ed a continuare per le rocce di IV che portano in cresta.

Lasciamo stare le prese in giro del buon Davide... "Sei troppo buono a rispondere al telefono..." Subito dopo controlla il suo e, un po' vergognoso, sorride e dice "andiamo in cima, va...".

L'ultimo tirello sono semplici roccette di cresta, non superiori al III grado, che ci depositano sulla vetta, dove facciamo una piccola e doverosa sosta davavnti alla targa in memoria di Aldo Tagliabue. Attorno, in un cielo lievemente velato, si stagliano il Medale, il Coltignone, madama Grignetta, il Resegone, il Due Mani e, dietro, lo Zuccone Campelli... Davanti a noi, poi, sotto i piedi, osserviamo Lecco e la Brianza...

Un panorama arcinoto ad ambedue, ma che non stanca mai...

E' ora di pranzo, per la gente normale...

Per noi è tempo di scendere e ci fiondiamo lungo il perfido canalino, attrezzato in un paio di punti con una corda metallica ottima per stendere i panni ad asciugare ed in altri due con un paio di spezzoni di corda statica con tanto di nodi per consentire una discesa "alla pompiera".... Il sentierino è davvero scivoloso e fastidioso, ma breve... Ritroviamo abbastanza presto il macereto ed il sentiero trnquillo che, velocemente, ci deposita alla base e, poi, allegri e soddisfatti, ci riaccompagna alle automobili.

Una sana birra al Coccinella e poi via, un abbraccio e dritti ciascuno a casa propria per una sana doccia e poi, al pomeriggio, ambedue al proprio tavolo di lavoro a far finta di essere professionsiti seri...

Una mezza giornata di Pizzo Boga gustata attimo per attimo, per la quale sono grato all'amico Davide e che so che mi ha permesso di ricaricarmi e poter continuare la settimana...

Se il tempo si metterà a fare la persona seria, so già che non sarà l'ultima...

Buone Montagne!!!!






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