Il Blog dei Bradipi di Montagna

Benvenuti nel Blog dei Bradipi di Montagna.
Un punto di incontro per un gruppo di amici che "degustano" la montagna dalle escursioni alle ferrate, dalle arrampicate all'alta montagna,
dalle ciaspole allo sci-alpinismo...

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Riflessioni, foto, rimandi a fotoalbum, link a siti utili...
Con le montagne sullo sfondo.

Buone Montagne a tutti

domenica 14 dicembre 2008

TRA ESCURSIONISMO ED ALPINISMO: AL MOREGALLO PER SENTIERO DELLE VASCHE E CANALONE BELASA

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Monte Moregallo, salita da Valmadrera per Sentiero delle Vasche e Canalone Belasa, 9 Maggio 2008


Ci sono itinerari che vengono - a ragione - considerati "d'obbligo" per ogni zona o, se vogliamo, per ogni montagna...
Tra escursionisti, alpinisti, ciaspolisti, sci-alpinisti e tutti gli altri -isti che volete, esiste - senza che ci sia una regola scritta - l'uso ormai consilidato dal tempo e dalla pratica di considerare "obbligatori" per la conoscenza ed il godimento di un monte alcuni itinerari, a seconda della disciplina...
Nella zona di Valmadrera, ma anche di Canzo, nella zona cioè che fa capo al Moregallo, ai Corni di Canzo, a Cornizzolo-Rai-Prasanto come "montagne di casa", di questi "itinerari obbligati" ne esistono parecchi...
A parlare con i "locals" si arriva a sentirsi quasi in difetto per non aver ancora percorso alcuni itinerari che vengono sentiti dagli stessi molto più di una iniziazione... Non aver percorso quelli che sono considerati essere i sentieri o le vie "particolari" e "caratteristiche", anche se non si è "locals", significa arrivare a sentirsi menomati, guardati quasi con commiserazione o, nella migliore delle ipotesi, ad essere "caldeggiati" (quasi minacciati, bonariamente) a tornare a parlare solo dopo aver percorso detti itinerari...
Del Moregallo mi ero innamorato abbastanza velocemente, e l'ho ripetuto spesso...
Mi era capitato di parlarne al rifugio Terz'Alpe, ben più di un anno fa, quando, durante una mia piccola scorribanda "di conoscenza" assieme alla mia compagna, avendo deciso di andare a "controllare" la qualità dell'ottima cucina della Lalla e di Manuel, abbiamo avuto la meravigliosa idea di metterci a chiacchierare con alcuni locals...
Interessati ed anche inorgogliiti per il grande rispetto che mostravo verso Il Moregallo ed i Corni, questi rappresentanti dello zoccolo duro della "vecchia guardia" escursionitica, dopo poco, mi avevano subito posto la classica e ferale domanda: "Ah, ti piace la zona... Ma il Sentiero delle Vasche l'hai già fatto? No????? E cosa aspetti a portare la tua donna..."
Capo chino, orecchie basse, prometto solennemente di riparare quanto prima...
Era autunno, il tempo volgeva al freschetto e non se ne è fatto più nulla, anche se continuavo nella mia ricerca di informazioni sulla zona e sull'itinerario...
Un paio di mesi dopo, al rifugio SEV a Pianezzo, dopo essere salito sul Corno Occidentale, vengo investito prima da un ragazzotto di 82 anni che saliva in ferrata come uno stambecco e che mi chiede se, oltre alle ferrate, ero già salito sulla Cresta G. G. O.S.A... Magari, fu la mia risposta... Quel ragazzino di 82 anni, nel salutarmi, mi lascia con un "non mancare di fartela, è una meraviglia"...
Arrivato quasi mesto al rifugio, dopo aver visto l'82enne darmi pappa su pappa in salita come in discesa, vengo assalito dai presenti, incuriositi da quel "foresto".
Notato che non parlavo Lumbard, mi chiedono da dove sono... Mi vedono interessato ed innamorato alle loro zone, mi mostrano i quadri di Gino Buscaini e poi... La classica domanda: ma l'hai già fatta la Cresta OSA? Mi faccio più furbo... "sapete, non è molto che son qui, non ho un compagno di cordata, per ora faccio escursioni, per lo più in solitaria...". Mi osservano e mi fregano: "Ed il Sentiero delle Vasche? Ed il Canalone Belasa?"

Fregato.

Il Sentiero delle Vasche, almeno, sapevo qual era e dove si trovava... Ma 'sto Canalone Belasa???

Tornato a casa, come al solito, ravanata in internet e scaricamento brutale di ogni informazione possibile..

Dopo qualche tempo, arrivata la primavera, al solito sul forum di VieFerrate.it si discuteva proprio di questi due itinerari...
Trovo una relazione sul sito dei Falchi della Valgrande, me la scarico e me la studio...

Trovo, con mia gioia, un compagno di ravanata in Giuliano1, milanese trapiantato sul Lago Maggiore... Grande ravanatore seriale, escursionista senza limiti di dislivello ed amante dei percorsi poco frequentati, era un bel po' che ci ripromettevamo un bel giro in compagnia...
Troviamo la data giusta, otteniamo i permessi premio dalle rispettive compagne di vita e così, di buonissimo mattino, dalla zona Nord-Est di Milano, un giorno i due Bradipi riescono finalmente a dirigersi verso Valmadrera...

Il Sentiero delle Vasche è un itinerario semplicemente delizioso che inizia cinque minuti fuori dall'abitato di Valmadrera... Risale il torrente Inferno che ha scavato una serie di "vasche" (i Fopp per i locals) di rara bellezza...
In minima parte attrezzato fino alla grande Vasca chiamata, con grande originalità, il Vascùn, il sentiero prosegue poi con alcuni passaggi un po' più pepati fino a sbucare, sempre tra scorci di rara bellezza sulle sculture naturali, dovute all'erosione dell'acqua, nel letto del torrente, al Taja Sass, enorme masso erratico...
Prima vera sosta, poi partenza per pochi minuti verso San Tomaso e da qui, in salita, verso la fonte di Sambrosera...
La giornata è stupenda, gente in giro non se ne vede...
Troviamo subito le indicazioni per il Canalone Belasa... Il Canalone è davvero bello, molti passaggi su roccette fino al secondo grado, senza attrezzature... Scorci fantastici su torri e torrette del Moregallo, che si rivela progressivamente in tutta la sua turrita originalità...
Alcuni passaggi sono stati attrezzati: sono cinque o sei punti dove le difficoltà salgono sensibilmente, superando il secondo grado, ma senza superare il quarto...
Dopo una risalita davvero avvincente, il sentiero si perde sui prati sommitali, sotto la cima...
Più che di prati sommitali, dovremmo parlare di "ripidissimi pendii erbosi"...
Giuliano, che non è di molte parole, ma molto precise, definisce la risalita, fatta aggrappandoci a festuche ed ai fili d'erba, "roba da dry-tooling"... Non si sbagliava poi di molto...

In ogni caso, anche questo ostacolo, per quanto faticoso, è breve e ben presto ci troviamo alle catene del Gioch, il passaggio attrezzato che dalla cresta adduce alla cima del Moregallo... Seguendo le catene, agili come caprette (vabbe', quasi), ci troviamo sulla cima alberata del Moregallo al cospetto di un panorama davvero ampio...

Siamo allegri, felici... L'unione di questi due percorsi ci ha permesso di fare un vero itinerario alpinistico, escursionismo per esperti completo... Se il Sentiero delle Vasche vede azzerate le difficoltà grazie alle attrezzature, la stessa cosa non può essere detta per il Canalone Belasa che, pur presentando qualche catena, non perde nulla del proprio carattere di itinerario alpinistico... Una vera gioia per ravanatori amanti dei percorsi poco trafficati...

Per la discesa, la decisione è abbastanza semplice: optiamo per il Sentiero Paolo ed Eliana che, da una bocchetta posta un po' più ad Est della Bocchetta di Sambrosera, taglia in linea diretta i dirupi del Moregallo, passando per la Forcellina e riportandoci direttamente al Belvedere... Il sentiero, bello e panoramico, ce lo gustiamo tutto, dall'A alla Z... In modo particolare Giuliano che, tanto per riuscire nel "quasi impossibile", riesce ad infilare uno scarpone (pesante, oltretutto), in una fessura tra due massi... Per alcuni lunghissimi secondi, forse un paio di minuti la situazione era la seguente:

1) Giuliano con piede incastrato (omettiamo i termini usati)

2) Arterio che rideva come un deficiente, incapace di smettere

3) Giuliano che richiamava Arterio... mettendosi a ridere pure lui...

4) Arterio e Giuliano che, in due, novelli Stanlio ed Ollio, ravanavano per almeno due minuti per riuscire ad estrarre lo scarpone dalla fessura, dopo aver fatto uscire il piede dallo scarpone... Arterio, da parte sua, aveva già proposto a Giuliano l'amputazione sul posto...

Dopo risate, prese in giro, ravanate con piede scoperto, parolacce irripetibili, finalmente il malefico scarpone decide di uscirsene dalla fessura... Il legittimo proprietario può finalmente reinfilarsi il prezioso ausilio e tutti e tre, Arterio, Giuliano e lo scarpone ribelle, possono scendere lungo il bellissimo e panoramicissimo Sentiero Paolo ed Eliana, con una piccola pausa alla Forcellina, tanto per telefonare alle rispettive consorti...

A Valmadrera un paio di birre a testa, molte risate e poi via, novelli Tazio Nuvolari e Alberto Ascari, per battere il record di velocità tra Belvedere di Valmadrera e Milano Nord-Est...

Un'altra Bradipata era andata a buon fine... Come al solito, andare a ricercare i percorsi un po' "strani", spesso e volentieri porta i migliori risultati...

Per noil, almeno, è stato così!

Buone Montagne a tutti!









sabato 13 dicembre 2008

BRADIPI, MUGHI E PICCOLE DOLOMTI BRESCIANE


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Dosso Alto, Sentiero dei Mughi e Cima Caldoline, 1 Giugno 2008


Le Piccole Dolomiti Bresciane... Il riferimento alle Dolomiti è d'obbligo per ogni piccolo gruppo montuoso composto da Dolomia e che, per conformazione, varietà, aspetto, anche in minima parte, ricordi le meravigliose crode dei Monti Pallidi...

Per me, scoprire le Piccole Dolomiti Bresciane era stata un'avventura un po' inusuale, al di fuori delle mie abitudini... Mi spiego: generalmente, quando vado a "scoprire" o semplicemente conoscere una zona, è cosa normale ed abituale cercare di recuperare il recuperabile a stampa, farmi un'idea e "prepararmi" alla gita... Così è stato nella maggioranza delle mie peregrinazioni, fin da quando ero ragazzo, che partiva anche soltanto per riuscire a "vedere" una montagna...

Con le Piccole Dolomiti Bresciane, invece, no... Il tutto era nato quasi per caso... Trovandomi nella Bresciana, quasi per caso, avevo visto indicazioni per l'Alta Val Trompia... Per me, fino a quel momento, la Val Trompia significava solo produzione di armi e concentrazione di attività artigianale ed industriale... Nulla di più. E nulla di più falso...

Un sabato, quasi per scherzo, ero partito da Iseo - luogo che frequentavo e frequento molto volentieri con la mia compagna - per fare un giretto, così, senza meta precisa...
Passando da Polaveno, ci eravamo trovati a Gardone Val Trompia quasi senza volerlo e, sempre quasi senza volerlo, ci trovammo a salire verso Collio...
Il panorama si faceva sempre più interessante, case, abitati e centri produttivi lasciavano sempre più spazio a boschi e visuali su montagne davvero carine...

Arriviamo al Passo del Maniva... Fino ad allora per me il Maniva al massimo era il marchio di un'acqua minerale... Piacevolissima sopresa, invece, trovarsi di fronte il Dosso Alto, le Cime Caldoline col tipico Naso, il Corno Barzo e la Corna Blacca...
Il Dosso Alto, in particolare, sembrava richiamarmi, con quell'aria da panettone docile, ad una salita a quella croce che faceva capolino lassù...
Vedo alcuni cartelli del CAI... Uno mi dice che che il primo sentiero è per escursionisti esperti... Impegnativo... La mia compagna è totalmente digiuna di montagna... Le sto instillando l'amore per l'Alpe, ma anch'io sono reduce da una decina d'anni di sosta forzata...

Prendiamo la stradina asfaltata, arriviamo al Passo successivo... Vedo che per salire alla croce è solo un sentierone... Ma la mia compagna è reduce da una brutta frattura, non ce la fa... La risalita al Dosso Alto si ferma a metà... Ma, come sempre avviene in questi casi, non recrimino, mando un silente "arrivederci" a quella cima...

Passano un paio d'anni e, discutendo sul forum di VieFerrate.it con gli altri Bradipi su dove organizzare una sana bradipata alpinistico-gastronomica, mi si accende una lampadina: da tempo, da circa due anni, raccolgo tutto ciò che si può trovare a stampa o in rete sulle Prealpi Bresciane... Avevo visto che la zona del Passo del Maniva, per quanto sconosciuta a me, dolomitista, ed ai non-locals, presenta una notevole quantità di sentieri che promettono molto bene... Logico, con queste premesse, che la proposta del Bradipus Magnus et Bevus, Arterius I, sempre più organizzatore satanico di gite, si concentrasse sulla zona di cui ho finora dissertato...
La proposta originale era davvero avvincente e anche di una sana portata escursionistica: salire dal Maniva al Dosso Alto per la direttissima Nord-Ovest, scendere al Passo Portole, fare il sentiero attrezzato dei Mughi a Cima Caldoline, salire al Corno Barzo e terminare la giornata con la salita alla Corna Blacca... Una vera ravanata, per la maggior parte in cresta, con un discreto sviluppo...

E' così che, in una giornata che, finalmente, sembra votata al bello, si ritrovano al Passo del Maniva i Bradipi in versione quasi completa...
Oltre al rag. Filini - Arterio Lupin (che ha fatto dormendo il tratto tra Milano e Rovato, dove è stato pietosamente raccolto e ricomposto da Danbear ed EvaK), si ritrovano il grande Marcode, al quale ormai nessuno chiede più l'orario di partenza... Gli chiedono direttamente la data! Claudione - Antico43, per l'occasione accompagnato da Donna Flora; Lorenzo e gentile Signora... Ci viene a salutare anche il grande Silvano - Orma50, cui questioni famigliari impediscono la partecipazione alla gita, am che non voleva mancare al caffè in compagnia... Mentre ci si guarda attorno per capire dove si è, mentre qualcuno cerca un "bagno" (ovvero un luogo discreto ove poter espletare fondamentali funzioni mattutine), si sente salire un rumore che presto assume i toni, tra l'ammaliante ed il preoccupante, di mantra e canti religiosi buddisti...

Ci voltiamo... E' Fedipos che, con cortesia tutta legata al suo personaggio, ci invita a portarci trenta metri più su, al suo camper... Il piacere è stato per tutti grande... Non solo per l'incontro con il mitico scassamaroni della compagnia, detto anche Zio Brontolo... Ma, soprattutto, per il fatto che c'era anche la signora Cristina, stupendo esemplare di fauna femminile nonesa e rappresentante par excellence della capacità femminile di sopportazione... Sopportazione di Filippo, s'intende...

Sorvoliamo sui cartelli esposti al di fuori del camper, che riportavano bevande e cibarie a disposizione dei Bradipi (con relativi prezzi esorbitanti, del resto il Fed è ligure)... Sorvoliamo anche sulla pessima figura generale (nessuno che parlasse, tutti con la bocca piena di strudel e mandibole a mille)... Sottolineiamo, invece, la pessima figura fatta da alcuni che, prima di partire, hanno bevuto più grappa che caffè... (Autocritica, questa)...

La gita inizia molto bene, con facce assonnate e panze in movimento... La giornata ci regala magnifici scorci su Adamello e Brenta... La risalita del costone è superlativa... Meno bella, a causa del fango, quella del canalone che porta alla Sella Battaini, ma, per fortuna, dura poco... Dopo una sana pausa alla Sella, si riparte per la crestina, davvero piacevole, che adduce alla cima... Alcune roccette, un paio di tratti aerei e poi la soddisfazione dei duemila metri raggiunti... Il panorama che ci ripaga e foto varie, scattate anche a tradimento (alcune di Fedipos sono state messe in archivio segreto per poterlo ricattare a vita).

La discesa verso Passo Portole è stata rapida, in mezzo a prati di genziane... Poi un piacevole incontro con un "local", con il quale alla fine si è intrattenuto il solo Danbear, dato che, per quanto riguarda tutti gli altri, l'unico termine che veniva inteso in quel fluire di aspirate era "pota"...

Risalita rapida ed arrivo alla stupenda e ben tenuta Capanna Tita Sechi... Qui la prima divisione: c'è chi per la giornata è servito e preferisce fermarsi a far ampia colazione e chi, invece, decide di farsi il sentiero attrezzato dei Mughi attorno alla Cima Caldoline... Un bel sentiero attrezzato... Bello paesaggisticamente, per cengia, tutt'attorno alla Caldoline... Le attrezzature, a dire il vero, sembravano a tutti un po' ruspanti, ma funzionali (anche a detto del più esperto in termini di sicurezza, cioè Fedipos)... Da ricordare le discussioni sulla sicurezza in ferrata... Chi usava kit strani (Fedipos e signora), chi non li aveva (Dan & Eva), chi li aveva ma li usava praticamente mai (tutti gli altri)... Prese in giro, ameni lazzi e risate, barzellette ad ogni punto di riposo... Poi di nuovo attenzione ai punti esposti, silenzio quasi religioso per ammirare gli scorci panoramici (davvero meritano!)... Poco più di un'ora davvero bella, e siamo di ritorno... Sorvoliamo sulla risalita di una china di mughi che, evidentemente, poco tempo prima avevano patito un incendio... Siamo usciti che sembravamo Toro Seduto ed i Sioux--Lakota prima di Little Big Horn...

Non paghi, dopo sana sbafata e bevuta, alcuni impavidi - lo zoccolo duro - decidono di salire anche a Cima Caldoline... Una mezz'ora di ravanata e lite continua con i mughi, ma, alla fine, arrampicando sui rami, anche quella cima è raggiunta...

A raggiungerci, però, nel frattempo, sono state anche le nuvole che, abbassandosi, ci hanno immersi nella nebbia...

Rapida discesa e ritorno in allegra brigata al Passo del Maniva, dove dai camper di Lorenzo e di Fedipos, nonché dall'auto di Marco, compaiono vere e proprie leccornie...

Torte, tortine, speck, grappe di vario tipo, birra, vino...

Praticamente un sesto grado gastronomico di altissimo "level"...

A nessuno, a dire il vero, è venuto in mente di lamentarsi per non aver portato a termine la traversata completa... Tutti troppo occupati a dar dentro di mandibole... Compreso il salutista Danbear che, devoto al suo the verde (ammesso che sia veramente the), pretende di passare per salutista... Salvo poi scofanarsi dolci che manco una classe di bambini della quinta elementare....

Nel primo pomeriggio, con gli occhi gonfi di gioia per le bellezze viste e la pancia gonfia punto e basta, allegri (anche grazie alla grappa), i Bradipi si sono dati l'arrivederci a presto... Come al solito, si arriva presto e si riparte presto... Ancora una volta la montagna ci ha regalato una giornata memorabile... Ed i Bradipi hanno scritto un'altra pagina, allegra e piacevole, della loro personalissima storia dell'andar per monti...






venerdì 12 dicembre 2008

STORIA DEI BRADIPI - L'uscita "Zero" - Ferrata Spigolo della Bandiera, Monte Spino


Uscita "numero Zero" dei Bradipi:
Ferrata Spigolo della Bandiera, Monte Spino



Da qualche tempo, oltre a scriverci sul forum Vieferrate per scambi di info su percorsi e ferrate, si sta creando un feeling tra alcuni partecipanti. Più o meno sono sempre gli stessi a scrivere (i soliti perditempo direbbe qualcuno… ).
Dopo l’estate 2007, quando tra questi personaggi inizia almeno per via scritta ad esserci una certa confidenza, ecco che parte il lancio di una proposta, organizzare un giretto con una ferrata in ottobre, tanto per conoscersi. Per quanto mi riguarda avevo già programmato con ArterioLupin e Danbear di salire la ferrata degli Alpini al Medale un mesetto prima, ma il meteo era stato inclemente e solo il baldo Dan alla fine era salito.
Sfuggita questa opportunità, non mi faccio scappare la seconda, sono troppo curiosa di conoscere Arterio e la Zebra a pois, e anche Danbear che mi piglia sempre per i fondelli sul forum perché il suo corso di roccia è stato più serio del mio… Convinco la mia solita combriccola a partecipare a questo storico evento, che poi si svolge anche vicino a casa, insomma mille scuse, e in 3 andiamo a conoscere sti matti. Mi fanno promettere però che noi la ferrata non la faremo ma andremo in cima, perché è una bella giornata. E vabbè…basta che andiamo!
Salendo verso San Michele ci precedono tre auto, una targata Venezia, una Verona e una Brescia (con adesivo di alpinista accanto alla targa). Ok, identificati, sono loro. Si fermano al belvedere vicino al ristorante Pacì per guardare l’alba sul lago, e ci fermiamo anche noi.
Presentazioni. Zebra (Miriam), Zebro (Sandro), Ale74 e Danbear.
Arriviamo al parcheggio del Colomber, ed entriamo a bere qualcosa di caldo mentre aspettiamo Arteriolupin. Si chiacchera del più e del meno, chi più chi meno, e passa mezz’ora. Arteriolupin non si vede. Telefono spento. Mah, pensiamo abbia avuto un contrattempo e decidiamo di partire, lasciando detto qualcosa al bar.
Fa un bel freschino, il sentiero per la ferrata è tutto simpaticamente in ombra, ma l’atmosfera è calda e amichevole, dove vivi, che fai nella vita, hai fatto questa quella ferrata, sì bella quest’atmosfera!
Al bivio io e soci ci separiamo dai bradipi per prendere il sentiero per la cima. Mi dispiace, si chiacchierava bene, ma ho promesso così, i miei soci ci tengono … scambio di numeri di cellulare per incontrarsi e scendere insieme. Danbear dice che dopo la ferrata magari fa una corsa in cima (dimenticavo… siamo sul suo monticello!!!) - ma che sei Superman? – ma non glielo dico perché ha le braccia grosse e poi è un orso…
Il report di questa parte della gita bradipesco lo scriverà se vuole chi c’era.
Noi siamo saliti in cima, panorama mozzafiato sul lago. Perdo 20 minuti buoni per mandare un sms dalla cima, il cellulare prende in un cm quadrato, se ti sposti non prende più.

Ci incontriamo poi con il resto del gruppo sul prato vicino alla ferrata Ernesto Franco. Decidiamo di lasciarla perdere perché ormai è in ombra e la roccia è fredda. Quindi, dopo una bella pausa sul prato, iniziamo a scendere, e mi sembra strano come in poco tempo la montagna avvicini persone fino a poche ore prima sconosciute. Si chiacchera ormai con disinvoltura, si ride e si scherza, e si pensa che si potrebbe anche ritrovarsi per qualche altro giro insieme.
Ogni tanto il pensiero corre ad Arteriolupin, peccato davvero che non sia potuto venire, speriamo non gli sia successo niente di grave. Peccato perché ero curiosa di conoscerlo.

Ci salutiamo dopo la classica birretta post-escursione. E’ nato un gruppo, che presto prenderà il nome di Bradipi di Montagna.