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Dosso Alto, Sentiero dei Mughi e Cima Caldoline, 1 Giugno 2008
Dosso Alto, Sentiero dei Mughi e Cima Caldoline, 1 Giugno 2008
Le Piccole Dolomiti Bresciane... Il riferimento alle Dolomiti è d'obbligo per ogni piccolo gruppo montuoso composto da Dolomia e che, per conformazione, varietà, aspetto, anche in minima parte, ricordi le meravigliose crode dei Monti Pallidi...
Per me, scoprire le Piccole Dolomiti Bresciane era stata un'avventura un po' inusuale, al di fuori delle mie abitudini... Mi spiego: generalmente, quando vado a "scoprire" o semplicemente conoscere una zona, è cosa normale ed abituale cercare di recuperare il recuperabile a stampa, farmi un'idea e "prepararmi" alla gita... Così è stato nella maggioranza delle mie peregrinazioni, fin da quando ero ragazzo, che partiva anche soltanto per riuscire a "vedere" una montagna...
Con le Piccole Dolomiti Bresciane, invece, no... Il tutto era nato quasi per caso... Trovandomi nella Bresciana, quasi per caso, avevo visto indicazioni per l'Alta Val Trompia... Per me, fino a quel momento, la Val Trompia significava solo produzione di armi e concentrazione di attività artigianale ed industriale... Nulla di più. E nulla di più falso...
Un sabato, quasi per scherzo, ero partito da Iseo - luogo che frequentavo e frequento molto volentieri con la mia compagna - per fare un giretto, così, senza meta precisa...
Passando da Polaveno, ci eravamo trovati a Gardone Val Trompia quasi senza volerlo e, sempre quasi senza volerlo, ci trovammo a salire verso Collio...
Il panorama si faceva sempre più interessante, case, abitati e centri produttivi lasciavano sempre più spazio a boschi e visuali su montagne davvero carine...
Arriviamo al Passo del Maniva... Fino ad allora per me il Maniva al massimo era il marchio di un'acqua minerale... Piacevolissima sopresa, invece, trovarsi di fronte il Dosso Alto, le Cime Caldoline col tipico Naso, il Corno Barzo e la Corna Blacca...
Il Dosso Alto, in particolare, sembrava richiamarmi, con quell'aria da panettone docile, ad una salita a quella croce che faceva capolino lassù...
Vedo alcuni cartelli del CAI... Uno mi dice che che il primo sentiero è per escursionisti esperti... Impegnativo... La mia compagna è totalmente digiuna di montagna... Le sto instillando l'amore per l'Alpe, ma anch'io sono reduce da una decina d'anni di sosta forzata...
Prendiamo la stradina asfaltata, arriviamo al Passo successivo... Vedo che per salire alla croce è solo un sentierone... Ma la mia compagna è reduce da una brutta frattura, non ce la fa... La risalita al Dosso Alto si ferma a metà... Ma, come sempre avviene in questi casi, non recrimino, mando un silente "arrivederci" a quella cima...
Passano un paio d'anni e, discutendo sul forum di VieFerrate.it con gli altri Bradipi su dove organizzare una sana bradipata alpinistico-gastronomica, mi si accende una lampadina: da tempo, da circa due anni, raccolgo tutto ciò che si può trovare a stampa o in rete sulle Prealpi Bresciane... Avevo visto che la zona del Passo del Maniva, per quanto sconosciuta a me, dolomitista, ed ai non-locals, presenta una notevole quantità di sentieri che promettono molto bene... Logico, con queste premesse, che la proposta del Bradipus Magnus et Bevus, Arterius I, sempre più organizzatore satanico di gite, si concentrasse sulla zona di cui ho finora dissertato...
La proposta originale era davvero avvincente e anche di una sana portata escursionistica: salire dal Maniva al Dosso Alto per la direttissima Nord-Ovest, scendere al Passo Portole, fare il sentiero attrezzato dei Mughi a Cima Caldoline, salire al Corno Barzo e terminare la giornata con la salita alla Corna Blacca... Una vera ravanata, per la maggior parte in cresta, con un discreto sviluppo...
E' così che, in una giornata che, finalmente, sembra votata al bello, si ritrovano al Passo del Maniva i Bradipi in versione quasi completa...
Oltre al rag. Filini - Arterio Lupin (che ha fatto dormendo il tratto tra Milano e Rovato, dove è stato pietosamente raccolto e ricomposto da Danbear ed EvaK), si ritrovano il grande Marcode, al quale ormai nessuno chiede più l'orario di partenza... Gli chiedono direttamente la data! Claudione - Antico43, per l'occasione accompagnato da Donna Flora; Lorenzo e gentile Signora... Ci viene a salutare anche il grande Silvano - Orma50, cui questioni famigliari impediscono la partecipazione alla gita, am che non voleva mancare al caffè in compagnia... Mentre ci si guarda attorno per capire dove si è, mentre qualcuno cerca un "bagno" (ovvero un luogo discreto ove poter espletare fondamentali funzioni mattutine), si sente salire un rumore che presto assume i toni, tra l'ammaliante ed il preoccupante, di mantra e canti religiosi buddisti...
Ci voltiamo... E' Fedipos che, con cortesia tutta legata al suo personaggio, ci invita a portarci trenta metri più su, al suo camper... Il piacere è stato per tutti grande... Non solo per l'incontro con il mitico scassamaroni della compagnia, detto anche Zio Brontolo... Ma, soprattutto, per il fatto che c'era anche la signora Cristina, stupendo esemplare di fauna femminile nonesa e rappresentante par excellence della capacità femminile di sopportazione... Sopportazione di Filippo, s'intende...
Sorvoliamo sui cartelli esposti al di fuori del camper, che riportavano bevande e cibarie a disposizione dei Bradipi (con relativi prezzi esorbitanti, del resto il Fed è ligure)... Sorvoliamo anche sulla pessima figura generale (nessuno che parlasse, tutti con la bocca piena di strudel e mandibole a mille)... Sottolineiamo, invece, la pessima figura fatta da alcuni che, prima di partire, hanno bevuto più grappa che caffè... (Autocritica, questa)...
La gita inizia molto bene, con facce assonnate e panze in movimento... La giornata ci regala magnifici scorci su Adamello e Brenta... La risalita del costone è superlativa... Meno bella, a causa del fango, quella del canalone che porta alla Sella Battaini, ma, per fortuna, dura poco... Dopo una sana pausa alla Sella, si riparte per la crestina, davvero piacevole, che adduce alla cima... Alcune roccette, un paio di tratti aerei e poi la soddisfazione dei duemila metri raggiunti... Il panorama che ci ripaga e foto varie, scattate anche a tradimento (alcune di Fedipos sono state messe in archivio segreto per poterlo ricattare a vita).
La discesa verso Passo Portole è stata rapida, in mezzo a prati di genziane... Poi un piacevole incontro con un "local", con il quale alla fine si è intrattenuto il solo Danbear, dato che, per quanto riguarda tutti gli altri, l'unico termine che veniva inteso in quel fluire di aspirate era "pota"...
Risalita rapida ed arrivo alla stupenda e ben tenuta Capanna Tita Sechi... Qui la prima divisione: c'è chi per la giornata è servito e preferisce fermarsi a far ampia colazione e chi, invece, decide di farsi il sentiero attrezzato dei Mughi attorno alla Cima Caldoline... Un bel sentiero attrezzato... Bello paesaggisticamente, per cengia, tutt'attorno alla Caldoline... Le attrezzature, a dire il vero, sembravano a tutti un po' ruspanti, ma funzionali (anche a detto del più esperto in termini di sicurezza, cioè Fedipos)... Da ricordare le discussioni sulla sicurezza in ferrata... Chi usava kit strani (Fedipos e signora), chi non li aveva (Dan & Eva), chi li aveva ma li usava praticamente mai (tutti gli altri)... Prese in giro, ameni lazzi e risate, barzellette ad ogni punto di riposo... Poi di nuovo attenzione ai punti esposti, silenzio quasi religioso per ammirare gli scorci panoramici (davvero meritano!)... Poco più di un'ora davvero bella, e siamo di ritorno... Sorvoliamo sulla risalita di una china di mughi che, evidentemente, poco tempo prima avevano patito un incendio... Siamo usciti che sembravamo Toro Seduto ed i Sioux--Lakota prima di Little Big Horn...
Non paghi, dopo sana sbafata e bevuta, alcuni impavidi - lo zoccolo duro - decidono di salire anche a Cima Caldoline... Una mezz'ora di ravanata e lite continua con i mughi, ma, alla fine, arrampicando sui rami, anche quella cima è raggiunta...
A raggiungerci, però, nel frattempo, sono state anche le nuvole che, abbassandosi, ci hanno immersi nella nebbia...
Rapida discesa e ritorno in allegra brigata al Passo del Maniva, dove dai camper di Lorenzo e di Fedipos, nonché dall'auto di Marco, compaiono vere e proprie leccornie...
Torte, tortine, speck, grappe di vario tipo, birra, vino...
Praticamente un sesto grado gastronomico di altissimo "level"...
A nessuno, a dire il vero, è venuto in mente di lamentarsi per non aver portato a termine la traversata completa... Tutti troppo occupati a dar dentro di mandibole... Compreso il salutista Danbear che, devoto al suo the verde (ammesso che sia veramente the), pretende di passare per salutista... Salvo poi scofanarsi dolci che manco una classe di bambini della quinta elementare....
Nel primo pomeriggio, con gli occhi gonfi di gioia per le bellezze viste e la pancia gonfia punto e basta, allegri (anche grazie alla grappa), i Bradipi si sono dati l'arrivederci a presto... Come al solito, si arriva presto e si riparte presto... Ancora una volta la montagna ci ha regalato una giornata memorabile... Ed i Bradipi hanno scritto un'altra pagina, allegra e piacevole, della loro personalissima storia dell'andar per monti...
Per me, scoprire le Piccole Dolomiti Bresciane era stata un'avventura un po' inusuale, al di fuori delle mie abitudini... Mi spiego: generalmente, quando vado a "scoprire" o semplicemente conoscere una zona, è cosa normale ed abituale cercare di recuperare il recuperabile a stampa, farmi un'idea e "prepararmi" alla gita... Così è stato nella maggioranza delle mie peregrinazioni, fin da quando ero ragazzo, che partiva anche soltanto per riuscire a "vedere" una montagna...
Con le Piccole Dolomiti Bresciane, invece, no... Il tutto era nato quasi per caso... Trovandomi nella Bresciana, quasi per caso, avevo visto indicazioni per l'Alta Val Trompia... Per me, fino a quel momento, la Val Trompia significava solo produzione di armi e concentrazione di attività artigianale ed industriale... Nulla di più. E nulla di più falso...
Un sabato, quasi per scherzo, ero partito da Iseo - luogo che frequentavo e frequento molto volentieri con la mia compagna - per fare un giretto, così, senza meta precisa...
Passando da Polaveno, ci eravamo trovati a Gardone Val Trompia quasi senza volerlo e, sempre quasi senza volerlo, ci trovammo a salire verso Collio...
Il panorama si faceva sempre più interessante, case, abitati e centri produttivi lasciavano sempre più spazio a boschi e visuali su montagne davvero carine...
Arriviamo al Passo del Maniva... Fino ad allora per me il Maniva al massimo era il marchio di un'acqua minerale... Piacevolissima sopresa, invece, trovarsi di fronte il Dosso Alto, le Cime Caldoline col tipico Naso, il Corno Barzo e la Corna Blacca...
Il Dosso Alto, in particolare, sembrava richiamarmi, con quell'aria da panettone docile, ad una salita a quella croce che faceva capolino lassù...
Vedo alcuni cartelli del CAI... Uno mi dice che che il primo sentiero è per escursionisti esperti... Impegnativo... La mia compagna è totalmente digiuna di montagna... Le sto instillando l'amore per l'Alpe, ma anch'io sono reduce da una decina d'anni di sosta forzata...
Prendiamo la stradina asfaltata, arriviamo al Passo successivo... Vedo che per salire alla croce è solo un sentierone... Ma la mia compagna è reduce da una brutta frattura, non ce la fa... La risalita al Dosso Alto si ferma a metà... Ma, come sempre avviene in questi casi, non recrimino, mando un silente "arrivederci" a quella cima...
Passano un paio d'anni e, discutendo sul forum di VieFerrate.it con gli altri Bradipi su dove organizzare una sana bradipata alpinistico-gastronomica, mi si accende una lampadina: da tempo, da circa due anni, raccolgo tutto ciò che si può trovare a stampa o in rete sulle Prealpi Bresciane... Avevo visto che la zona del Passo del Maniva, per quanto sconosciuta a me, dolomitista, ed ai non-locals, presenta una notevole quantità di sentieri che promettono molto bene... Logico, con queste premesse, che la proposta del Bradipus Magnus et Bevus, Arterius I, sempre più organizzatore satanico di gite, si concentrasse sulla zona di cui ho finora dissertato...
La proposta originale era davvero avvincente e anche di una sana portata escursionistica: salire dal Maniva al Dosso Alto per la direttissima Nord-Ovest, scendere al Passo Portole, fare il sentiero attrezzato dei Mughi a Cima Caldoline, salire al Corno Barzo e terminare la giornata con la salita alla Corna Blacca... Una vera ravanata, per la maggior parte in cresta, con un discreto sviluppo...
E' così che, in una giornata che, finalmente, sembra votata al bello, si ritrovano al Passo del Maniva i Bradipi in versione quasi completa...
Oltre al rag. Filini - Arterio Lupin (che ha fatto dormendo il tratto tra Milano e Rovato, dove è stato pietosamente raccolto e ricomposto da Danbear ed EvaK), si ritrovano il grande Marcode, al quale ormai nessuno chiede più l'orario di partenza... Gli chiedono direttamente la data! Claudione - Antico43, per l'occasione accompagnato da Donna Flora; Lorenzo e gentile Signora... Ci viene a salutare anche il grande Silvano - Orma50, cui questioni famigliari impediscono la partecipazione alla gita, am che non voleva mancare al caffè in compagnia... Mentre ci si guarda attorno per capire dove si è, mentre qualcuno cerca un "bagno" (ovvero un luogo discreto ove poter espletare fondamentali funzioni mattutine), si sente salire un rumore che presto assume i toni, tra l'ammaliante ed il preoccupante, di mantra e canti religiosi buddisti...
Ci voltiamo... E' Fedipos che, con cortesia tutta legata al suo personaggio, ci invita a portarci trenta metri più su, al suo camper... Il piacere è stato per tutti grande... Non solo per l'incontro con il mitico scassamaroni della compagnia, detto anche Zio Brontolo... Ma, soprattutto, per il fatto che c'era anche la signora Cristina, stupendo esemplare di fauna femminile nonesa e rappresentante par excellence della capacità femminile di sopportazione... Sopportazione di Filippo, s'intende...
Sorvoliamo sui cartelli esposti al di fuori del camper, che riportavano bevande e cibarie a disposizione dei Bradipi (con relativi prezzi esorbitanti, del resto il Fed è ligure)... Sorvoliamo anche sulla pessima figura generale (nessuno che parlasse, tutti con la bocca piena di strudel e mandibole a mille)... Sottolineiamo, invece, la pessima figura fatta da alcuni che, prima di partire, hanno bevuto più grappa che caffè... (Autocritica, questa)...
La gita inizia molto bene, con facce assonnate e panze in movimento... La giornata ci regala magnifici scorci su Adamello e Brenta... La risalita del costone è superlativa... Meno bella, a causa del fango, quella del canalone che porta alla Sella Battaini, ma, per fortuna, dura poco... Dopo una sana pausa alla Sella, si riparte per la crestina, davvero piacevole, che adduce alla cima... Alcune roccette, un paio di tratti aerei e poi la soddisfazione dei duemila metri raggiunti... Il panorama che ci ripaga e foto varie, scattate anche a tradimento (alcune di Fedipos sono state messe in archivio segreto per poterlo ricattare a vita).
La discesa verso Passo Portole è stata rapida, in mezzo a prati di genziane... Poi un piacevole incontro con un "local", con il quale alla fine si è intrattenuto il solo Danbear, dato che, per quanto riguarda tutti gli altri, l'unico termine che veniva inteso in quel fluire di aspirate era "pota"...
Risalita rapida ed arrivo alla stupenda e ben tenuta Capanna Tita Sechi... Qui la prima divisione: c'è chi per la giornata è servito e preferisce fermarsi a far ampia colazione e chi, invece, decide di farsi il sentiero attrezzato dei Mughi attorno alla Cima Caldoline... Un bel sentiero attrezzato... Bello paesaggisticamente, per cengia, tutt'attorno alla Caldoline... Le attrezzature, a dire il vero, sembravano a tutti un po' ruspanti, ma funzionali (anche a detto del più esperto in termini di sicurezza, cioè Fedipos)... Da ricordare le discussioni sulla sicurezza in ferrata... Chi usava kit strani (Fedipos e signora), chi non li aveva (Dan & Eva), chi li aveva ma li usava praticamente mai (tutti gli altri)... Prese in giro, ameni lazzi e risate, barzellette ad ogni punto di riposo... Poi di nuovo attenzione ai punti esposti, silenzio quasi religioso per ammirare gli scorci panoramici (davvero meritano!)... Poco più di un'ora davvero bella, e siamo di ritorno... Sorvoliamo sulla risalita di una china di mughi che, evidentemente, poco tempo prima avevano patito un incendio... Siamo usciti che sembravamo Toro Seduto ed i Sioux--Lakota prima di Little Big Horn...
Non paghi, dopo sana sbafata e bevuta, alcuni impavidi - lo zoccolo duro - decidono di salire anche a Cima Caldoline... Una mezz'ora di ravanata e lite continua con i mughi, ma, alla fine, arrampicando sui rami, anche quella cima è raggiunta...
A raggiungerci, però, nel frattempo, sono state anche le nuvole che, abbassandosi, ci hanno immersi nella nebbia...
Rapida discesa e ritorno in allegra brigata al Passo del Maniva, dove dai camper di Lorenzo e di Fedipos, nonché dall'auto di Marco, compaiono vere e proprie leccornie...
Torte, tortine, speck, grappe di vario tipo, birra, vino...
Praticamente un sesto grado gastronomico di altissimo "level"...
A nessuno, a dire il vero, è venuto in mente di lamentarsi per non aver portato a termine la traversata completa... Tutti troppo occupati a dar dentro di mandibole... Compreso il salutista Danbear che, devoto al suo the verde (ammesso che sia veramente the), pretende di passare per salutista... Salvo poi scofanarsi dolci che manco una classe di bambini della quinta elementare....
Nel primo pomeriggio, con gli occhi gonfi di gioia per le bellezze viste e la pancia gonfia punto e basta, allegri (anche grazie alla grappa), i Bradipi si sono dati l'arrivederci a presto... Come al solito, si arriva presto e si riparte presto... Ancora una volta la montagna ci ha regalato una giornata memorabile... Ed i Bradipi hanno scritto un'altra pagina, allegra e piacevole, della loro personalissima storia dell'andar per monti...
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