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Monte San Primo (1686), giovedì 4 dicembre 2008
Monte San Primo (1686), giovedì 4 dicembre 2008
Ci sono giornate in cui non ne hai nemmeno mezza di andare a ravanare su roccia... Ti svegli, sai di avere una giornata a disposizione e ti viene una voglia irrefrenabile di panorami e sane passeggiate... Una di quelle giornate in cui hai voglia di sudare, di faticare, ma di gambe, non di avambracci... Uno di quei giorni in cui hai voglia che siano le visuali ed i panorami a darti il senso alla giornata stessa...
Mi alzo, al solito, piuttosto prestino... Lo zaino è già pronto e, assieme a questo, il sacco con la "roba" (non pensate male) per ogni evenienza... Osservo la giornata, osservo lo zaino, mi preparo il caffè e riosservo la "roba"...
Oggi caschetto, imbrago, moschettoni e quant'altro mi sembrano perfettamente inutili...
Decido di lasciar perdere completamente questa ipotesi, recupero velocemente gli scarponi pesanti, le ghette, i ramponi, le ciaspole, espleto le formalità mattutine e parto a scheggia da Milano...
Arrivato in Alta Brianza, il benvenuto datomi dalle montagne è addirittura unico...
Un panorama che conosco benissimo, ormai, ma sempre nuovo...
Anche le cime più basse sono bianche di neve, tanta, si vede che è fresca...
Mi ispira un bel giro del Resegone... Ma anche il Moregallo... Perché non salire sul Corno Orientale... Magari di nuovo al Cornizzolo...
Poi, però, la visione fulmimante, quasi quanto un innamoramento a prima vista, è tutta per il Monte San Primo... Complice un cielo terso, sento distintamente la più alta elevazione del Triangolo Lariano che mi dice "sali, vieni da me..."... Un richiamo così non può che sortire lo stesso effetto che può avere su un marinaio l'incontro con una sirena... Soprattutto se la sirena si lascia vedere da un bordello di Amburgo ad un marinaio imbarcato senza sosta da sei mesi, durante i quali ha visto solo acqua e compagni...
La macchina gira da sola, ormai sono in piena trance, non mi rendo conto di passare Pusiano, Canzo ed Asso, mi rendo conto solo che sto salendo da Sormano verso la Colma...
Alla Colma solo due auto parcheggiate...
Osservo cime e cimotti che ben conosco...
A sinistra potrei andare per cresta al Palanzone...
A destra, dopo una lunga passeggiata nel bosco, per cresta al Monte San Primo...
Ovviamente, tanto per non venir meno al mio terzo nome di "Ravanator", decido di andare al San Primo..
Ma cosa posso fare per rendere più piccante la passeggiata?
Trovo subito un qualcosa...
Decido di andare solo in scarponi, senza ciaspole, così da dover fare più fatica sulla neve fresca, aprirmi la strada (giuro solennemente di non usare le tracce né dei ciaspolatori, né degli scialpinisti...)
Infilo le ghette, preparo i bastoncini, controllo lo zaino, parto...
Per un'ora e mezzo il sentiero nel bosco sembra una sorta di viaggio in un percorso incantato...
I rami degli alberi, colmi di neve fresca, sono chinati sul sentiero, quasi a formare una sorta di pergolato, una specie di invitante tunnel verso le meraviglie del San Primo...
Il contrasto tra il candore niveo della farina bianca ed il blu del cielo non mi permette di dare occhiate all'orologio... Mi rendo conto solo dopo, arrivato all'altezza dell'Alpe Spessola, che il tempo passa (del resto, il tratto è lungo anche d'estate...).
Dall'Alpe Spessola devo risalire all'Alpe di Terra Biotta, che vedo lassù, quasi completamente immersa nella neve fresca... Riesco a risalire abbastanza bene, non affondo troppo nella neve... Ma il bello deve ancora venire...
Dall'Alpe di Terra Biotta, per andare al San Primo, bisogna traversare in quota un entusiasmante saliscendi di quattro-cinque panettoni che formano la cresta del San Primo stesso... Il percorso è lungo, molto lungo...
Se, poi, a questo si aggiunge che dall'Alpe in poi la neve diventa farinosa e che si sprofonda fino a metà coscia un passo ogni tre, beh... Si capirà che la difficoltà aumenta... Difficoltà nel senso di "fatica", poiché difficoltà tecniche non ce ne sono...
Ravano per un'altra ora e mezzo, affondando nella neve a volte fino alla pancia, maledicendo tutto e tutti a più riprese per tirarmi fuori... Ma con gli occhi pieni delle bellezze che potevo osservare attorno a me...
Ad ogni passo una visuale nuova sul Lario e sulla sua corona di Monti... Voltandomi, le Orobie, il Resegone, le Grigne... E ancora il Legnone, maestoso...
Davanti a me, una sorta di avvincente "gara" a chi spunta prima tra i 4000 svizzeri e, finalmente, sua maestà il Monte Rosa con, a destra, quasi timida, la cuspide del Cervino... Sulla sua sinistra, sullo sfondo, la mole piramidale del Monviso...
Arrivo in vetta, vengo osservato quasi come un pazzo per essere salito con gli scarponi e senza ciaspole o sci...
Mi fumo la sigaretta di vetta, faccio foto e osservo allegro come un bimbo...
Noto una persona, più anziana di me, che mi dice di essere salito anche lui, ahilui, in scarponi... Mi chiede se può tornare con me...
"Ma certo... Dov'è il problema...?"
"Sai, sono stanco... Tu torni giù per il sentiero a mezza costa, vero? Non ce la faccio a rifarmi le creste..."
Ok, il dado è tratto...
Scendiamo, osservo il sentierone-quasi carrareccia che d'estate permette tranquillamente anche alle MTB di salire al San Primo... Faccio due calcoli sul tipo di neve e vedo che si può passare... A patto di essere "rapidi", il rischio valanghe c'è tutto...
Osservo lo sguardo quasi preoccupato del signore e gli dico "Dai, vieni, traccio io.."
Speravo, in cuor mio, che mi avrebbe dato un minimo di cambio...
Invece, per un'ora e mezzo, ho dovuto tracciare nella neve fresca fino alla cintola... In ogni caso, arriviamo, non senza qualche parolina, vicino all'Alpe Spessola...
Noto che il tipo è, però, un po' sul negativo...
"Non arriveremo mai col chiaro..."
"Non ce la faremo mai"
"Sono troppo stanco.."
"Non vengo più sul San Primo..."
Alla quarta gufata, mi volto e, visto che si era fermato su un punto un po' troppo "valanghivo", lo invito cortesemente, alla veneta, a muoversi ad a piantarla di fare la Cassandra...
Lo vedo strabuzzare un po' gli occhi alla mia serie di bestemmioni tipici del veneto d.o.c...
Riesco a farlo muovere... Arriviamo all'Alpe di Terra Biotta, dobbiamo ancora scendere... Nel frattempo, il cielo si è fatto grigio, plumbeo, sembra debba nevicare e molto...
Si lamenta...
Lo mando calorosamente a quel paese e, sempre con richiami in cui le figure care alla religione non mancano, lo faccio scendere...
Arrivati all'Alpe Spessola, la montagna, come al solito pronta a ripagare chi la ama, fa sparire le nuvole e ci regala un tramonto con colori che nessuna penna riuscirà mai a descrivere...
Bisogna, però, attraversare ancora una piccola risalitina, poi è piano fino alla Colma...
Si lamenta ancora e se ne viene fuori ancora con una delle sue gufate... Parte una terza salva di bestemmioni tipici delle tradizioni veneta ed alpina...
Solo allora, resosi conto del tutto, accelera e, mezz'oretta dopo, tenta timidamente di mettersi a cantare... Lo brutalizzo, subito, spiegandogli che in montagna amo il silenzio... Ovviamente, stanco pure io, per "invitarlo cortesemente a muovere le gambe", mi fuoriescono altre forme verbali non proprio da scuola per educande...
Se ne sta buono per qualche minuto, poi, tra un panorama fantastico e l'altro, mi si avvicina e mi dice "guarda che ho capito perché mi hai ripreso così.. Se tu non mi avessi dato la sveglia, non mi sarei mosso... E non ti preoccupare per le parolacce e le bestemmie, ti do io l'assoluzione"...
Ridendo, visto che non avevo capito l'allusione, rispondo che lo ringrazio ma, non frequentando i sacramenti, mi sarei riservato di fare un conto unico con l'Altissimo una volta tirate le cuoia...
Lo vedo ridere..
Solo allora il buon simpaticone si svela e mi dice...
"Cerca di capirmi... Sono un religioso..."
Al che tutta la parte restante della mia pazienza se n'è andata a farsi benedire e me ne sono venuto fuori con un "e dovevo immaginarlo che anche oggi, con una natura così fantastica, l'unico corvaccio nero della zona me lo dovevo beccare io..."
Pacche sulla spalla, tra risate e prese in giro, arriviamo alla Colma di Sormano ridendo, allegri come pasque...
Il buon religioso vorrebbe ringraziarmi in modo tangibile per la mia "disponibilità"... Purtroppo per lui (anzi, per sua fortuna), il bar-ristorante è chiuso e mi posso permettere di fare bella figura...
"Senti, corvaccio, facciamo così: pensa un po' a quanto può bere un veneto... Appena arrivi a casa fai una sana donazione pari a quello che ci saremmo bevuti... Però la donazione falla a qualche onlus o all'AIRC.... Non dare soldi alla Chiesa che mi verrebbero i vermi..."
Il buon religioso riscoppia a ridere, ci salutiamo, sperando in un arrivederci a presto per le montagne...
Il viaggio di ritorno, peraltro, è andato abbastanza bene, a parte un po' di caos in zona Monza (strano, vero?)...
Però...
io non credo alla sfiga...
Cioè...
Non vorrei crederci...
Ma mi spiegate come mai, dopo questo incontro, me ne parto al venerdì per farmi una tre giorni con la mia compagna nel Veneto... E porca quella zozza appena arrivati a Jesolo veniamo colpiti da febbre ed influenza???
E' anche per questo motivo che scrivo solo oggi...
Io non sono superstizioso... Però la prossima volta mi fermo a qualche santuario a farmi dare una benedizione... Generalmente i religiosi non portano sfiga (si dice...)... Ma non si sa mai, melium abundare...
In ogni caso, a parte l'incontro (almeno me l'avesse detto prima, avrei moderato il mio linguaggio), non mi posso lamentare... E non mi lamento nemmeno dell'incontro... Mi sono divertito...
Ed oggi, che, passata la febbre, tornato a Milano, mi è consentito riguardarmi le foto, posso solo ringraziare la Montagna che, come al solito, mi ha fatto dono di un'ulteriore giornata da ricordare... Una giornata piena dal punto di vista fisico (una ravanata paurosa su neve fresca), dal punto di vista estetico (panorami incredibili) e dal punto di vista personale... Perché ogni nuovo incontro con persone che amano la Montagna è sempre un arricchimento...
Vi saluto e vado a comperarmi un paio di amuleti antisfiga...
Buone Montagne a tutti
Mi alzo, al solito, piuttosto prestino... Lo zaino è già pronto e, assieme a questo, il sacco con la "roba" (non pensate male) per ogni evenienza... Osservo la giornata, osservo lo zaino, mi preparo il caffè e riosservo la "roba"...
Oggi caschetto, imbrago, moschettoni e quant'altro mi sembrano perfettamente inutili...
Decido di lasciar perdere completamente questa ipotesi, recupero velocemente gli scarponi pesanti, le ghette, i ramponi, le ciaspole, espleto le formalità mattutine e parto a scheggia da Milano...
Arrivato in Alta Brianza, il benvenuto datomi dalle montagne è addirittura unico...
Un panorama che conosco benissimo, ormai, ma sempre nuovo...
Anche le cime più basse sono bianche di neve, tanta, si vede che è fresca...
Mi ispira un bel giro del Resegone... Ma anche il Moregallo... Perché non salire sul Corno Orientale... Magari di nuovo al Cornizzolo...
Poi, però, la visione fulmimante, quasi quanto un innamoramento a prima vista, è tutta per il Monte San Primo... Complice un cielo terso, sento distintamente la più alta elevazione del Triangolo Lariano che mi dice "sali, vieni da me..."... Un richiamo così non può che sortire lo stesso effetto che può avere su un marinaio l'incontro con una sirena... Soprattutto se la sirena si lascia vedere da un bordello di Amburgo ad un marinaio imbarcato senza sosta da sei mesi, durante i quali ha visto solo acqua e compagni...
La macchina gira da sola, ormai sono in piena trance, non mi rendo conto di passare Pusiano, Canzo ed Asso, mi rendo conto solo che sto salendo da Sormano verso la Colma...
Alla Colma solo due auto parcheggiate...
Osservo cime e cimotti che ben conosco...
A sinistra potrei andare per cresta al Palanzone...
A destra, dopo una lunga passeggiata nel bosco, per cresta al Monte San Primo...
Ovviamente, tanto per non venir meno al mio terzo nome di "Ravanator", decido di andare al San Primo..
Ma cosa posso fare per rendere più piccante la passeggiata?
Trovo subito un qualcosa...
Decido di andare solo in scarponi, senza ciaspole, così da dover fare più fatica sulla neve fresca, aprirmi la strada (giuro solennemente di non usare le tracce né dei ciaspolatori, né degli scialpinisti...)
Infilo le ghette, preparo i bastoncini, controllo lo zaino, parto...
Per un'ora e mezzo il sentiero nel bosco sembra una sorta di viaggio in un percorso incantato...
I rami degli alberi, colmi di neve fresca, sono chinati sul sentiero, quasi a formare una sorta di pergolato, una specie di invitante tunnel verso le meraviglie del San Primo...
Il contrasto tra il candore niveo della farina bianca ed il blu del cielo non mi permette di dare occhiate all'orologio... Mi rendo conto solo dopo, arrivato all'altezza dell'Alpe Spessola, che il tempo passa (del resto, il tratto è lungo anche d'estate...).
Dall'Alpe Spessola devo risalire all'Alpe di Terra Biotta, che vedo lassù, quasi completamente immersa nella neve fresca... Riesco a risalire abbastanza bene, non affondo troppo nella neve... Ma il bello deve ancora venire...
Dall'Alpe di Terra Biotta, per andare al San Primo, bisogna traversare in quota un entusiasmante saliscendi di quattro-cinque panettoni che formano la cresta del San Primo stesso... Il percorso è lungo, molto lungo...
Se, poi, a questo si aggiunge che dall'Alpe in poi la neve diventa farinosa e che si sprofonda fino a metà coscia un passo ogni tre, beh... Si capirà che la difficoltà aumenta... Difficoltà nel senso di "fatica", poiché difficoltà tecniche non ce ne sono...
Ravano per un'altra ora e mezzo, affondando nella neve a volte fino alla pancia, maledicendo tutto e tutti a più riprese per tirarmi fuori... Ma con gli occhi pieni delle bellezze che potevo osservare attorno a me...
Ad ogni passo una visuale nuova sul Lario e sulla sua corona di Monti... Voltandomi, le Orobie, il Resegone, le Grigne... E ancora il Legnone, maestoso...
Davanti a me, una sorta di avvincente "gara" a chi spunta prima tra i 4000 svizzeri e, finalmente, sua maestà il Monte Rosa con, a destra, quasi timida, la cuspide del Cervino... Sulla sua sinistra, sullo sfondo, la mole piramidale del Monviso...
Arrivo in vetta, vengo osservato quasi come un pazzo per essere salito con gli scarponi e senza ciaspole o sci...
Mi fumo la sigaretta di vetta, faccio foto e osservo allegro come un bimbo...
Noto una persona, più anziana di me, che mi dice di essere salito anche lui, ahilui, in scarponi... Mi chiede se può tornare con me...
"Ma certo... Dov'è il problema...?"
"Sai, sono stanco... Tu torni giù per il sentiero a mezza costa, vero? Non ce la faccio a rifarmi le creste..."
Ok, il dado è tratto...
Scendiamo, osservo il sentierone-quasi carrareccia che d'estate permette tranquillamente anche alle MTB di salire al San Primo... Faccio due calcoli sul tipo di neve e vedo che si può passare... A patto di essere "rapidi", il rischio valanghe c'è tutto...
Osservo lo sguardo quasi preoccupato del signore e gli dico "Dai, vieni, traccio io.."
Speravo, in cuor mio, che mi avrebbe dato un minimo di cambio...
Invece, per un'ora e mezzo, ho dovuto tracciare nella neve fresca fino alla cintola... In ogni caso, arriviamo, non senza qualche parolina, vicino all'Alpe Spessola...
Noto che il tipo è, però, un po' sul negativo...
"Non arriveremo mai col chiaro..."
"Non ce la faremo mai"
"Sono troppo stanco.."
"Non vengo più sul San Primo..."
Alla quarta gufata, mi volto e, visto che si era fermato su un punto un po' troppo "valanghivo", lo invito cortesemente, alla veneta, a muoversi ad a piantarla di fare la Cassandra...
Lo vedo strabuzzare un po' gli occhi alla mia serie di bestemmioni tipici del veneto d.o.c...
Riesco a farlo muovere... Arriviamo all'Alpe di Terra Biotta, dobbiamo ancora scendere... Nel frattempo, il cielo si è fatto grigio, plumbeo, sembra debba nevicare e molto...
Si lamenta...
Lo mando calorosamente a quel paese e, sempre con richiami in cui le figure care alla religione non mancano, lo faccio scendere...
Arrivati all'Alpe Spessola, la montagna, come al solito pronta a ripagare chi la ama, fa sparire le nuvole e ci regala un tramonto con colori che nessuna penna riuscirà mai a descrivere...
Bisogna, però, attraversare ancora una piccola risalitina, poi è piano fino alla Colma...
Si lamenta ancora e se ne viene fuori ancora con una delle sue gufate... Parte una terza salva di bestemmioni tipici delle tradizioni veneta ed alpina...
Solo allora, resosi conto del tutto, accelera e, mezz'oretta dopo, tenta timidamente di mettersi a cantare... Lo brutalizzo, subito, spiegandogli che in montagna amo il silenzio... Ovviamente, stanco pure io, per "invitarlo cortesemente a muovere le gambe", mi fuoriescono altre forme verbali non proprio da scuola per educande...
Se ne sta buono per qualche minuto, poi, tra un panorama fantastico e l'altro, mi si avvicina e mi dice "guarda che ho capito perché mi hai ripreso così.. Se tu non mi avessi dato la sveglia, non mi sarei mosso... E non ti preoccupare per le parolacce e le bestemmie, ti do io l'assoluzione"...
Ridendo, visto che non avevo capito l'allusione, rispondo che lo ringrazio ma, non frequentando i sacramenti, mi sarei riservato di fare un conto unico con l'Altissimo una volta tirate le cuoia...
Lo vedo ridere..
Solo allora il buon simpaticone si svela e mi dice...
"Cerca di capirmi... Sono un religioso..."
Al che tutta la parte restante della mia pazienza se n'è andata a farsi benedire e me ne sono venuto fuori con un "e dovevo immaginarlo che anche oggi, con una natura così fantastica, l'unico corvaccio nero della zona me lo dovevo beccare io..."
Pacche sulla spalla, tra risate e prese in giro, arriviamo alla Colma di Sormano ridendo, allegri come pasque...
Il buon religioso vorrebbe ringraziarmi in modo tangibile per la mia "disponibilità"... Purtroppo per lui (anzi, per sua fortuna), il bar-ristorante è chiuso e mi posso permettere di fare bella figura...
"Senti, corvaccio, facciamo così: pensa un po' a quanto può bere un veneto... Appena arrivi a casa fai una sana donazione pari a quello che ci saremmo bevuti... Però la donazione falla a qualche onlus o all'AIRC.... Non dare soldi alla Chiesa che mi verrebbero i vermi..."
Il buon religioso riscoppia a ridere, ci salutiamo, sperando in un arrivederci a presto per le montagne...
Il viaggio di ritorno, peraltro, è andato abbastanza bene, a parte un po' di caos in zona Monza (strano, vero?)...
Però...
io non credo alla sfiga...
Cioè...
Non vorrei crederci...
Ma mi spiegate come mai, dopo questo incontro, me ne parto al venerdì per farmi una tre giorni con la mia compagna nel Veneto... E porca quella zozza appena arrivati a Jesolo veniamo colpiti da febbre ed influenza???
E' anche per questo motivo che scrivo solo oggi...
Io non sono superstizioso... Però la prossima volta mi fermo a qualche santuario a farmi dare una benedizione... Generalmente i religiosi non portano sfiga (si dice...)... Ma non si sa mai, melium abundare...
In ogni caso, a parte l'incontro (almeno me l'avesse detto prima, avrei moderato il mio linguaggio), non mi posso lamentare... E non mi lamento nemmeno dell'incontro... Mi sono divertito...
Ed oggi, che, passata la febbre, tornato a Milano, mi è consentito riguardarmi le foto, posso solo ringraziare la Montagna che, come al solito, mi ha fatto dono di un'ulteriore giornata da ricordare... Una giornata piena dal punto di vista fisico (una ravanata paurosa su neve fresca), dal punto di vista estetico (panorami incredibili) e dal punto di vista personale... Perché ogni nuovo incontro con persone che amano la Montagna è sempre un arricchimento...
Vi saluto e vado a comperarmi un paio di amuleti antisfiga...
Buone Montagne a tutti
Propongo nuovo topomimo per la vetta in questione... Monte San Luca... :D
RispondiEliminaOppure se non proprio per il monte per la via del rientro... Sentiero del Corvo :D.
Ma secondo te... visto che non ho sci da sci alp è una bestemmia ipotizzare la salita con normali sci da discesa in spalla, scarponi idem, e poi discesa logicamente con i medesimi ai piedi? Magari dal Versante di San Primo?
Non credo sia poi una bestemmia...
RispondiEliminaMagari prossimamente torniamo su da San Primo... Solo che stavolta vengo con le ciaspe...
poi tu scendi con gli sci e vai ad ordinare da bere, visto che arriverai molto prima...
:-)))))