Il Blog dei Bradipi di Montagna

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lunedì 9 marzo 2009

BRADIPATA A CIMA COMER


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Finalmente ce l’abbiamo fatta, e dopo l’ultimo ritrovo dei Bradipi, che risale ad ottobre 2008 per la ferrata Biasin, stavolta ci troviamo in un bel gruppetto sui monti del Garda, meta scelta come “mediana” per incontrarsi tra bradipi dell’Ovest e bradipi dell’Est.

Purtroppo all’appuntamento mancano il sommo bradipo Luca (Arteriolupin), il veterano Ale74, e Marco, rappresentante della delegazione Oltrepo.
I presenti sono in un bel numero: le nuove conoscenze sono Stefanom86 (che finalmente esce allo scoperto dopo una lunga frequentazione del forum!) con suo padre, la simpaticissima e attivissima Stelinah, di Barcellona e in Italia per un tirocinio, e Barbara, la ragazza di Champions1.

La delegazione del Nord Est vede la partecipazione della coppia di Zebre e di Antico43 con Flora. L’occasione è ottima per festeggiare il compleanno di Antico, che è stato sabato.
La delegazione Milanese vede appunto presenti Champions1 con Barbara, Stefano e Andrea (il padre di Stefano). Dal regno dell’arrampicata (Arco e dintorni) arrivano Lorenzo 78 e Indiansummer, mentre la dolce Miriam, moglie di Lorenzo, è a casa con il pargolo.
Infine noi “locals”, Daniele ed io, sempre felici dell’essere il centro geografico del gruppo dei bradipi.

Ci troviamo a Sasso, frazione di Gargnano, intorno alle 9, dove ci aspetta un bell’ampio parcheggio (la relazione parlava di pochissimi posti auto, ma ci saranno almeno 15 posti). Ci accoglie una bella mattina primaverile, limpida e frizzante.
Fatte le presentazioni, ci dividiamo in due gruppi: Zebra, Sandro e Flora partono per raggiungere l’eremo di S. Valentino tramite sentiero n. 31, mentre il resto della truppa si avvia per il n. 30 per raggiungere l’eremo tramite sentiero attrezzato, relazioni e libercoli vari alla mano con le istruzioni.
Ha inizio qualcosa di intermedio tra una caccia al tesoro e una gara di orienteering: il sentiero è segnato, ma dalla descrizione ci pareva che la targa indicante il sentiero attrezzato fosse molto più vicina… il sospetto nasce quando la discesa verso il Lago si fa lunga in maniera preoccupante, quindi iniziamo a cercare i piloni della corrente (dato che nei pressi, sulla sx, si dovrebbe staccare la nostra traccia). Quindi ci si divide in squadre, io cerco di qua, io di là, si entra in un paio di proprietà private, a una triforcazione le proviamo tutte e tre… Nulla. Quindi seguiamo perplessi i poco invitanti solchi di una ruspa, troviamo la ruspa ferma sotto un pilone (il secondo), e, scavalcato un sentiero evidentemente franato, ci si para davanti una magnifica targa bilingue che indica il sentiero attrezzato per l’Eremo.
I bradipi si sentono molto rinfrancati. E anche accaldati, un po’.
Saliamo per la traccia, che passa sopra una paretina attrezzata a spit (indovina chi si è buttato a pesce sulla parete a saggiare la roccia???), e una hola generale si alza quando si intravede tra la vegetazione il nostro cavo, che ci guiderà all’Eremo. Prepariamo l’attrezzatura e l’armamentario da ferrata e partiamo.
Immediatamente ci rendiamo conto dello stato di (non)manutenzione e, soprattutto, dell’(in)utilità dell’attrezzatura, che serve soprattutto a sorreggersi mentre si scivola sulle foglie che fanno da tappeto al sentiero. In ogni caso, il sentiero, bello o brutto che sia dal punto di vista dell’attrezzatura, è facile, solamente ripido, con passaggi in roccia di I inferiore. Ma, quello che più conta, in giorni come questo, è che il panorama è stupendo, e poche volte ho amato il mio lago come oggi. Il lago è una tavola blu (sì s’ come nella vecchia canzone!), il monte Baldo di fronte è addirittura gonfio di neve, caduta decisamente anche alle basse quote. Le penisole di Sirmione e Manerba disegnano bellissimi profili, e sotto di noi abbiamo il paese di Gargnano. Un bel panorama davvero, a causa del quale ci mettiamo davvero tanto per raggiungere l’eremo… Ogni balcone roccioso merita una sosta per foto, siamo tanti e tutti hanno voglia di scattare. Si ride, si scherza, si commenta. Insomma, la salita viene affrontata in vero stile bradipesco.

Giunti a un ultimo balcone, sopra di noi vediamo l’Eremo, costruito su un balconcino a ridosso della parete rocciosa, davvero affascinante. In breve lo raggiungiamo, e contrariamente alla nostra aspettativa, è deserto. Riesco a telefonare alla Zebra, che mi ragguaglia immediatamente: sono già sul sentiero per salire a Cima Comer, dove ci aspetteranno. Quindi ripartiamo, non prima di aver dato un’occhiata al “Dito”, uno sperone roccioso che per essere salito richiede una deviazione (100 metri di discesa, cui segue la salita e discesa per stesso itinerario attrezzato sul dito stesso).

Lasciato l’eremo, il sentiero attrezzato risale il Canale Valentino, breve ma suggestivo. Giunti al bivio per la deviazione, solo Champions1 e Barbara, più determinati di noi nel voler completare tutti i sentieri attrezzati, decidono di scendere. Noi, considerata l’ora un po’ tarda, decidiamo di proseguire diretti per la cima. Ci concediamo comunque una sosta per rifocillarci, e partiamo con calma, sperando che i due amici ci raggiungano.
Antico 43 addita una cima e chiede se è quella. Io e Daniele,convinti rispondiamo nooooo, ma figurati è troppo lontana!!! Invece quella era. E ci aspetta una bella salita continua e decisa, pure! Arrivati a un bivio, un cartello di legno indica la cima a 45 minuti. Mandiamo avanti Antico 4x4 che scalpita, così che possa raggiungere gli altri in vetta e avvertire che va ttuto bene, solo siamo bradipi e abbiamo bisogno dei nostri tempi. Iniziamo quindi a salire per traccia ben segnata nel bosco, a zig zag. Ogni tanto ci voltiamo in cerca di Champions, e a un certo punto il mio cellulare inizia a squillare. Sono i bradipi già in vetta, che, poi ci diranno, non vedendoci temevano di aver sbagliato montagna… Nel frattempo sentiamo grugnire in lontananza, e Daniele (e chi altri se no?), si accorge che è un orso. Forse due, visto che sembra che facciano botta-risposta. Mmmm speriamo che non decidano di venire di qua…

Salendo sempre più affamati arriviamo all’anticima, dove un gruppo del Corpo Forestale è appostato a fare la conta dei rapaci; salgono tutti i giorni, e stanno appostati fino a che fa buio. Un po’ li invidio. Poco oltre, sul cucuzzolo di vetta, vediamo i 3 amici che ci aspettano, e, che carini, ci hanno anche aspettati per mangiare! Ci troviamo un posto riparato dal vento e, aperti gli zaini, ci rifocilliamo per bene. A breve arrivano anche Champions1 e Barbara, che poi relazioneranno sulla deviazione del Dito. Proseguiamo tra chi sonnecchia e chi trova una chiazza di neve e ne approfitta per fare i dispetti alla sua fidanzata, qualche foto, e con calma iniziamo la discesa. Decidiamo di non dividerci ancora, ma, dato che siamo saliti separatamente, di scendere tutti insieme per il sentiero 31a, senza cavi. Champions e Barbara invece preferiscono il sentiero attrezzato, così da completare l’anello e poter dare una relazione esaustiva.
Il percorso è tranquillo e si snoda per lo più nel bosco. Ci fermiamo ad ammirare ancora il lago dall’alto in un ultimo punto panoramico, poi scendiamo alle auto, che raggiungiamo comodamente in un’ora e mezza dalla cima. E qui festeggiamo degnamente il compleanno di Claudio: Flora ha portato ben due teglie di ottima torta di mele, e grande organizzazione, anche dello spumante tenuto in fresca in apposita borsa termica!! E così si passa allegramente una mezz’ora, sperando che nel frattempo ci raggiungano anche gli altri due. Purtroppo però per noi si è fatto tardi e dobbiamo rientrare, soprattutto considerando che la strada Gardesana la domenica è spesso molto trafficata. Un po’ a malincuore quindi salutiamo tutti e partiamo, ripromettendoci di trovarci ancora prima dell’estate.

Dalle espressioni soddisfatte ci sembra di intuire che è stata per tutti una giornata piacevole, di montagna tranquilla, ma di grande soddisfazione per gli occhi. Siamo contenti di aver allargato il gruppo a nuove persone, e speriamo di condividere ancora giornate così, all’insegna della semplicità e della bella compagnia.

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