Il Blog dei Bradipi di Montagna

Benvenuti nel Blog dei Bradipi di Montagna.
Un punto di incontro per un gruppo di amici che "degustano" la montagna dalle escursioni alle ferrate, dalle arrampicate all'alta montagna,
dalle ciaspole allo sci-alpinismo...

Lenti come bradipi per poter gustare al meglio, in sicurezza, quanto la montagna può offrire a chi sa osservare e gustare.
Riflessioni, foto, rimandi a fotoalbum, link a siti utili...
Con le montagne sullo sfondo.

Buone Montagne a tutti

sabato 2 maggio 2009

CIMA CAPI E CIMA ROCCA: SUI SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA




- Clicca sul titolo per andare al fotoalbum -

Cima Capi e Gallerie di Cima Rocca Venerdì 24 Aprile 2009
(di Ric54/Riccardo)


Venerdi 24 aprile , vuoi per l’insonnia vuoi per la voglia di fare un giro in montagna, alle 3.30 sono sul balcone di casa a scrutare il cielo

Non è per niente bello, però non piove! Alle 4.30 sono seduto in macchina e con grande ottimismo prendo la direzione di Riva del Garda, destinazione Cima Capi. Poco dopo Brescia comincia a piovere ma non mi lascio impressionare e continuo ;arrivato a Salò piove decisamente bene ma decido di continuare lo stesso, al massimo resterò chiuso in macchina un paio d’ore e poi tornerò a casa, ma per principio non prima di mezzogiorno.

Invece, man mano che mi avvicino a Riva, il cielo si schiarisce, ormai è l’alba,l e nuvole scompaiono e arrivato a Riva prendo per Biacesa. Alle 6.30 parcheggio vicino al piccolo parco giochi, nel centro del paese, mi cambio, faccio colazione e alle sette sono in cammino verso Cima Capi.

La temperatura è fresca (6 gradi) ma poi fa capolino il sole e la giornata - partita malissimo - diventa semplicemente meravigliosa. Comincio col prendere il sentiero 470 (detto Senter del Bech) che mi porterà dolcemente e con parecchi saliscendi all’attacco della ferrata F. Susatti; questo primo pezzo è un buon riscaldamento per un “diesel” come me.

Numerosi sono i balconcini che danno sia sul lago che su Biacesa e già si vedono le prime trincee e postazioni scavate nella roccia, obbligandomi a fare un sacco di fotografie. Il sole che si riflette sul lago mi offre un panorama mozzafiato, ho camminato per un’ora e mezza fino all’attacco della ferrata e non me ne sono reso conto.

Armato di tutto punto, incomincio la ferrata che non è mai troppo impegnativa, tutti i vari passaggi scorrono via bene, forse in due punti bisogna stare più attenti ma nulla di difficilissimo. Ci metto un’ora a fare la ferrata, con tanto di soste per ammirare quello che mi circonda e, arrivato in cima, firmo il libro di vetta con un certo orgoglio e molta soddisfazione.

Qui mi concedo mezz’ora di pausa per mangiare qualcosa e per fare due telefonate, una a casa per dire che tutto va bene e l’altra a Fedipos che tra una serie di delicati convenevoli, quali : “che cazzo fai di venerdi a Cima Capi?” e “sei un bastardo che non mi chiede la consulenza!” mi dà qualche prezioso consiglio per il ritorno.

Da buon boy-scout ho sempre il coltellino, l’accendino e la pila e quest’ultima è indispensabile per fare le gallerie e i vari camminamenti della prima guerra mondiale. La Grande Guerra. L’idea mi affascina e cosi, lasciandomi Cima Capi alle spalle, comincio a scendere lungo il crinale e, poco dopo aver oltrepassato il piccolo spiazzo che serve da punto di atterraggio per gli elicotteri, il sentiero comincia di nuovo a salire e si arriva a un bivio; seguendo le dritte di Filippo prendo a destra per il sentiero 405 lasciando a sinistra una trincea di cemento che è l’inizio del sentiero attrezzato M. Foletti, sentiero 460, che porta al rifugio, alla chiesetta ed a Biacesa.

Il sentiero 405 non è altro che l’inizio dell’anello intorno a Cima Rocca: il sentiero è attrezzato ed è molto panoramico, ci sono bei strapiombi, però sempre fatti in tutta sicurezza, il cavo d’acciaio non manca mai e nei punti più brutti ci sono scalini in ferro; si continua anche qui con saliscendi fino ad arrivare dopo una salita a Bocca Pasumer. Altro bivio: a destra si scende e si va in direzione di Riva del Garda; a sinistra, invece, si prende il sentiero 471 che porta alle gallerie e ai vari camminamenti della guerra.

Qui si cammina spesso in cresta e molte volte all’interno delle trincee fino ad arrivare quasi a dieci minuti dalla vetta, tramite un sentierino che si stacca dal 471, continuando si arriva invece all’inizio delle gallerie. Un cartello indica le precauzioni da prendere e da un’ ora per il tempo di percorrenza; cambio le batterie e parto per questa nuova esperienza.

La solitudine che mi accompagna per questi tunnel bui e umidi in un primo tempo mi angoscia un’pò, ma poi lascia il posto alla curiosità e alla immaginazione e quasi sono contento di essere solo e di lasciarmi invadere da queste emozioni e dalle sensazioni che questi resti storici riescono a darmi. Cantando in un coro alpino, canto spesso le storie e le battaglie della Grande Guerra e oggi mi trovo praticamente a casa del “nemico”, quello con cui i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto; è una sensazione molto strana quella che mi prende, vengono a galla nella mia mente un mucchio di sentimenti e di emozioni ma su tutto prevale una cosa: il rispetto! Rispetto per quei poveri soldati che quasi cento anni fa popolavano queste gallerie come tante formichine, rispetto per i vinti come per i vincitori in quanto secondo me perdenti tutti e due. Ho imparato di più oggi, in un’ora di gallerie che leggendo i libri di storia a scuola pieni di nomi e di date.

Dentro e fuori dai tunnel e dalle botole e di nuovo alla luce del sole con Cima Capi di nuovo ben visibile, ho quasi completato l’anello intorno a Cima Rocca e comincio a scendere sempre con sentiero attrezzato verso la chiesetta di S. Giovanni (nel frattempo trovo un altro libro di vetta o di discesa, dipende da che parte si arriva).

Dalla chiesetta si è a due passi dal rifugio, ma non ho voglia di vedere nessuno, ho ancora la testa nelle gallerie e quindi prendo il sentiero attrezzato delle Laste che mi riporta a Biacesa in un’ora l’alternativa era il sentiero classico in 50 minuti. Praticamente, oltre alla ferrata , ho sempre camminato su sentieri attrezzati e devo dire tutti ben tenuti: quello delle Laste sembrava seminuovo talmente era perfetto.

Alle ore 12.30 sono alla macchina, il sole non mi ha mai abbandonato l’escursione è stata fantastica, le gambe hanno fatto il loro dovere e lo spirito è alle stelle! Consiglio questa escursione ai principianti (accompagnati) e a tutti per la bellezza dei luoghi e dei panorami nonché per l’interesse storico. Una pagina di storia che è bene non dimenticare mai.

2 commenti:

  1. Bellissimo-è un po di tempo che non la rifaccio ma le sensazioni che hai descritto sono ancora fresche dentro me.
    Ci tornerò presto-mi hai fatto tornare la voglia!
    Grazie.

    RispondiElimina
  2. Bellissimi sentieri entrambi. Ho percorso la ferrata di Cima Capi qualche tempo fa in una splendida giornata di sole, con i ragazzi di GardaTrekking

    RispondiElimina