Il Blog dei Bradipi di Montagna

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lunedì 27 aprile 2009

UN BRADIPO SULLA SASS BRUSAI


- Cliccare sul titolo per andare al fotoalbum -

La Ferrata Sass Brusai al Monte Boccaor 19 Aprile 2009
(di Claudio - Antico 43)





Dopo giorni di incertezze causa meteo, ieri mi son deciso di fare una capatina sul Grappa per la Sass Brusai. Alle 7 ero al parcheggio in Val di san Liberale, mi attrezzo e parto. Davanti a me altre 4 persone che spero diventino compagni di salita, ma loro alla prima deviano a destra e così proseguo da solo. La carrareccia è bella, ben presto si trasforma in sentiero con all’inizio un cartello che mette in allarme: sentiero solo per esperti e fra i pericoli citati mette anche “vipere”.

Di queste non mi preoccupo più di tanto perché è una giornata abbastanza fredda e continuo. Il sentiero ben presto si inerpica e sempre di più sembra in verticale per cui mi devo fermare a tirare il respiro più di una volta. Arrivo all’attacco, noto il tempo di percorrenza che è di 1 ora e penso che forse potevo andare con più calma; comunque indosso l’imbrago, guardo il panorama, bello anche se non privo di nuvoloni neri all’orizzonte, faccio un paio di foto e parto.

La ferrata è, secondo me, bellissima, sempre su spigolo e con vista meravigliosa sempre sulla vallata e sempre con il punto di partenza in vista e questo ti dà l’idea di quanto ti stai alzando.

Ad un certo punto mi accorgo che non sono solo: in 2 mi stanno osservando, ma loro sono poco più in là, fuori dalla ferrata e quando io sto per fare loro una foto, si precipitano giù per il canalone con una velocità pazzesca. Erano 2 camosci che forse mi invitavano a seguirli, io decido di declinare l’invito!

Arrivato in cima, ore 2,30, mi si para davanti un panorama di neve vergine, senza traccia di passaggio, tutto uniforme, non c’è traccia di sentiero e non conosco la zona…. Cercando di leggere il più possibile a fondo la neve per non cadere in qualche buca, mi dirigo a sinistra abbassandomi il meno possibile perché per scendere c’è sempre tempo. Ad un certo punto, noto giù in basso un cartello segnaletico, lo raggiungo e in poco tempo mi ritrovo sul sentiero di discesa: il 102.

Volevo farmi il tratto di Guzzella e salire in vetta, ma il tempo comincia a peggiorare e la tempesta mi dà il consiglio utile: il Guzzella fallo un’altra volta partendo dal fondo, e così scendo.
In poco tempo per il comodo sentiero raggiungo la macchina e me ne torno a casa con una riflessione che forse potrebbe essere anche un consiglio: Il tratto che porta all’attacco sarebbe meglio percorrerlo con più calma perché anche dove non c’è la corda si sempre su una cresta dove non bisogna avere la vista annebbiata ed essere sempre padroni di se stessi! Voglio dire che non si può mai prendere sotto gamba… Bisognerebbe fare i complimenti a quelli che hanno attrezzato il sentiero, hanno fatto un lavoro a mio avviso splendido con staffe, cavallotti e dadi, il tutto in acciaio inox, corda sempre ben tesa e tutto ben sistemato tanto che non mi son mai trovato in difficoltà.

Alcune foto le trovate nell'album, cliccando sul titolo.

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