Il Blog dei Bradipi di Montagna

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martedì 7 aprile 2009

LA LONGA


Visto che il tempo (sia meteorologico sia fisico) non permette molto altro di più, vi racconto l'ultimo pomeriggio passato in compagnia di colleghi (ma forse è meglio dire amici visto che non si lavorava) a Stallavena.

Come ormai di consueto il venerdì pomeriggio (visto l'alto numero di ferie e permessi accumulato) è stato consacrato all'arrampicata sportiva (prima indoor e poi outdoor) ed infatti anche venerdì scorso (3 aprile 2009) appena scoccate le 13:00 siamo schizzati in macchina con destinazione la falesia "Castel" di Alcenago, conosciuta anche come palestra di roccia di Stallavena.
Verso le 14:00 siamo alla base della lunga parete, una breve consulta per decidere da quale settore cominciare e poi via verso il settore Longa, passando sotto la Palestrina (brutti ricordi) e alla Peruviana.
L'obiettivo primario della giornata è la via "La Longa", 70 metri di via suddivisa in tre lunghezze di corda (anche se in realtà il secondo tiro è un brevissimo tratto di collegamento tra la prima sosta ed il camino finale) con difficoltà tra il 4b e il 4c.
Una accurata controllata al materiale necessario, lista di quello che serve appendere all'imbrago, "servono 2 moschettoni e 1 piastrina" - "Facciamo che porto 3 moschettoni e 2 piastrine" - "Va bene ma porti peso in più" - "Ok dai allora metto su anche il 4 moschettone e uno di scorta che non si sa mai, metti che poi uno mi cade.....nel dubbio....".
Siamo pronti, piccolo briefing sulle manovre di assicurazione in sosta e si parte per il primo tiro.
Occhio vigile sul compagno che sta salendo, agile e leggero, ad aprire la via e poi via, tocca a me salire il primo tiro. Roccia molto bella (un pochino umida però....ha piovuto fino alla sera prima), prese fantastiche, salgo abbastanza in scioltezza e molto lentamente, controllando ogni appoggio da caricare ed ogni appiglio da tirare, un passettino ostico giusto un paio di metri prima di iniziare il bel traverso che porta alla prima sosta. In ogni caso, mi sistemo in posizione di riposo, studio il passo e poi via deciso fino alla sosta.......
Arrivato in sosta, passo il materiale recuperato a Sergio (il mio compagno di salita o meglio il primo di cordata), due parole sull’attrezzaggio fisico della sosta (così, tanto per dare un esempio pratico alla teoria) e poi via per il secondo tiro (che diventerà poi l’ultimo visto che la sosta del secondo tiro è poco distante da quella del primo e non molto lontana dalla chiusura della via).
Qui riscontro il primo vero problema della salita, fatti i primi metri e girato lo spigolo non riusciamo più a sentirci e quindi la comunicazione diventa un momento difficile, cosa fare? Semplice, ho mantenuto la corda con una tensione costante e continuando a dare corda in modo da mantenere l’arco che avevo stabilito avere un buon margine di sicurezza in caso di caduta.
Il problema della comunicazione difficile ha rivelato la sua vera natura quando sono partito io e ho dovuto “mollare” tutto per essere poi libero di salire, devo affermare che sfilare un moschettone da due corde in tensione non è proprio la cosa più semplice della terra, ho dovuto fare ponte con le dita……Comunque, superato questo inghippo parto per il tiro, affronto il secondo traverso abbastanza tranquillamente fino al camino finale.
Devo dire che, prima di iniziare a salire il camino, mi sono fermato ad “ammirare il panorama”…più che altro a pensare al vuoto che c’era sotto…..un bel saltino devo ammettere……In ogni caso si deve salire quindi via, spaccatona verso destra piede sinistro sulla parete dietro e poi su in opposizione, un passo via l’altro, faccia prima verso la parete destra e poi verso la parete sinistra, qualche valutazione per capire come massimizzare il rendimento e minimizzare lo sforzo e poi su in catena, due parole con Sergio per capire come meglio posizionarci in sosta.
Mi assicuro alla sosta, un breve ripasso sul come attrezzare la “doppia” per la discesa e poi iniziamo la calata, prima Sergio e poi io, obiettivo la sosta intermedia, qual’ora non si riuscisse ad arrivare fino alla base. Una volta arrivato all’altezza della sosta intermedia, Sergio verifica che la calata può essere fatta con una unica lunghezza e scende.
Ora tocca a me.
Preparo le corde per la discesa ed inizio la mia prima vera discesa in corda doppia, teorizzata tante volte ma applicata mai.
Devo dire molto emozionante.
Terminata la discesa raccogliamo i materiali e ci spostiamo verso il settore Peruviana per altri tiri, ma questa è un’altra storia…….

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