Ci sono, lo ripeto spesso, cime che colpiscono più di altre per la loro particolare posizione e per quelle forme che le rendono così particolarmente riconoscibili anche da molto lontano.
Una di queste, sicuramente, è il Pizzo Badile Camuno, elegante pala di calcare adagiata su uno zoccolo di tonalite dell'Adamello, gruppo della quale questa montagna fa parte, quasi una sorta di sentinella sud-occidentale del Gruppo.
Mi era capitato spesso di osservarla, quando, ormai quattro anni fa, avevo iniziato a girare la Lombardia e la Val Camonica in particolare, una valle della quale molto avevo sentito, ma ben poco avevo visto di persona....
Ricordo, in particolare, una gita al Tonale, la mia prima salita fin su, con la funivia... La fuga, precipitosa, per la presenza di troppe persone ed un rifugista che a quasi tremila metri aveva fatto partire a tutto volume musica da discoteca... Ricordo il fastidio e la decisione di tornarmene a valle, quasi schifato...
Tornando, ricordo perfettamente poco dopo Edolo un'ottima panetteria dove ci siamo riforniti di ottime Spongade alla crema e poi, all'apertura della valle, la visione, magnifica, di questa montagna, isolata, altera nonostante fosse mille metri più bassa del vicino Adamello...
Per lungo tempo, poi, avevo cercato informazioni su quella stupenda montagna, così cangiante, che a tratti sembrava essere aguzza ed in altri momenti, invece, rendeva appieno giustizia al nome impostole di "Badile".
Girovagando in rete, trovo che la salita sembra essere facile, anche se fisicamente impegnativa... Una ferratina breve con un attacco lungo...
Poi il tempo è passato e, nonostante fossimo riusciti ad organizzare varie uscite, non eravamo mai riusciti a salire sul Badile Camuno. Questo fino ad agosto 2009...
Torno dalla Corsica, ho qualche giorno libero prima di tornare a Jesolo e mi trovo in Lombardia...
Un rapido giro di mail e telefonate e, finalmente, pare essere arrivato il giorno giusto: si sale al Pizzo Badile Camuno!
Mi trovo di buon mattino vicino ad Iseo con l'ottimo Velio, o Velfer che dir si voglia, e con molta calma partiamo per Cimbergo, in alta Val Camonica, da dove prenderemo la stradina che porta quasi al rifugio de Marie al Volano. Lì ci saremmo incontrati con gli altri.
La strada, di mattino, scorre veloce, senza problemi. Arriviamo a Cimbergo e saliamo. A parte un paio di deviazioni, troviamo quasi subito la stradina, arriviamo per una sterrata con qualche buca al parcheggio e prendiamo la continuazione della stradina, asfaltata, giungendo in pochi minuti alla Conca del Volano ed al rifugio, dove ci gustiamo un meritato caffè...
Poco dopo, pimpanti, arrivano Riccardo, Eva, Daniele ed Alessio. Saluti, convenevoli di turno e poi via, tranquilli ed allegri. La giornata si preannuncia tranquilla, nonostante il cielo un po' velato.
Il sentiero mostra subito la sua classe... Sale lungamente per un ripido costone più fangoso che erboso, presentando anche alcuni tratti in cui mettere le mani è d'obbligo... Ciò che disturba di più sono i numerosi tratti bagnati su erba e fango che costringono alla massima attenzione, ma procediamo spediti e ci alziamo piuttosto rapidamente.
Dopo un'oretta abbondante, usciamo dal bosco e ci troviamo su un costone di tonalite semplicemente delizioso, soprattutto dal punto di vista panoramico sulla sottostante Conca del Volano. Il sentiero prosegue in costa fino ad una placconata, attrezzata con catena, un po'friabilina...
Alessio, nel frattempo, sta già iniziando a pagare pegno per la lunga inattività cui si è trovato suo malgrado costretto... Infatti, poco prima della placca, voltandoci per "contarci"; notiamo che manca... Il buon bradipo scaligero, infatti, aveva preso un'altra traccia e stava andando in tutt'altra direzione... Scherzi della stanchezza. Riportatolo sulla retta via, continuiamo, non senza qualche presa per i fondelli.
Dopo la placca, il sentiero risale, cambiando versante, in cresta, fino ad una prima forcelletta, per poi traversare, sempre in salita, fino all'inizio della Fasa, la Fascia che cinge la cuspide terminale, la Pala del Pizzo Badile Camuno. Il sentiero non è difficile, ma la stanchezza può giocare brutti scherzi e, tanto per gradire, salgono le nuvole e ben presto ci troviamo immersi in una magnifica coltre di vapore bianco...
Dalla Fasa, in pochissimi minuti, per un sentiero facile ma esposto, arriviamo all'inizio del tratto attrezzato finale. Aspettiamo un po' che arrivi Alessio, che sta pagando semrpe più pegno ed arriva all'attacco in chiaro debito. Testardo e deciso, comunque, non molla e decide di salire!
La ferrata è semplice, tranquilla, evidente e logica. In poco più di mezz'ora arriviamo, in mezzo alle nebbie delle nuvole e dei vapori, sulla cima, dove possiamo solo immaginare i panorami promessi...
Fotografie, sigarettine di vetta, frizzi e lazzi, quattro ciacole come si deve...
Nel frattempo, ormai quasi devastato, Alessio riesce a raggiungere la vetta con fare decisamente stoico...
Siamo però un po' in ritardo sui tempi e decidiamo di scendere...
La discesa, ovviamente, diventa un supplizio per il buon Alessio. Per quanto la discesa dalla ferrata non presenti gravi problemi e tanto meno la Fasa o la discesa fino alla placca attrezzata, il tratto successivo, ripido, fangoso e scivoloso, diventa un calvario...
Poco oltre l'altra placchetta, in discesa, in vista dell'ultimo tratto di sentiero, io e Velio, a causa degli impegni, dobbiamo salutare la comitiva, anche se a malincuore...
Ci tuffiamo a tremila all'ora per il sentiero e ci lanciamo al rifugio. Qui, in fretta, trangugiamo una megabirrazza e ripartiamo subito per le rispettive abitazioni.
Per Alessio, ottimamente seguito da Daniele, Eva e Riccardo, invece, il rientro sarà un calvario: il rifugio viene visto come l'apparizione della Madonna ed il buon Ale si stende devastato, proprio nel senso di stendersi a terra, davanti allo stesso per bere qualcosa e tirarsi su prima di tornare nel Veronese.,..
Al telefono, poi, per rassicurarmi, una volta arrivato a casa, mi confessa di aver visto tutti i Santi...
Il ritorno in auto coinciderà con una sana mangiata ad Iseo per Eva, Daniele e Riccardo, mentre, per me, Velio ed Alessio si limiterà a segnare il rientro alle rispettive mogli ed abitazioni.
Nonostante la piccola disfatta alle gambe di Alessio, che, comunque, stoicamente e volitivamente è arrivato fino in cima, il Pizzo Badile Camuno ha mantenuto quasi tutte le sue promesse: un sano milledue di dislivello, tonalite fino alla Fasa, calcare dopo... Sentieri belli ripidi e una sana ferratina camuna... Una domenica deliziosa, anche per chi è tornato a casa devastato... Devastato sì, ma felice di aver conosciuto e abbracciato una montagna simbolo di una vallata e di sicura soddisfazione per l'escursionista.
Per quanto riguarda me, resta la gran felicità per questa giornata di montagna con gli amici Bradipi Storici (Ale, Dan, Eva) e con gli ottimi Ric e Velio, sinceri innamorati della montagna!
A tutti loro ed al Pizzo il mio grazie ed un vero e sincero "alla prossima"!
Una di queste, sicuramente, è il Pizzo Badile Camuno, elegante pala di calcare adagiata su uno zoccolo di tonalite dell'Adamello, gruppo della quale questa montagna fa parte, quasi una sorta di sentinella sud-occidentale del Gruppo.
Mi era capitato spesso di osservarla, quando, ormai quattro anni fa, avevo iniziato a girare la Lombardia e la Val Camonica in particolare, una valle della quale molto avevo sentito, ma ben poco avevo visto di persona....
Ricordo, in particolare, una gita al Tonale, la mia prima salita fin su, con la funivia... La fuga, precipitosa, per la presenza di troppe persone ed un rifugista che a quasi tremila metri aveva fatto partire a tutto volume musica da discoteca... Ricordo il fastidio e la decisione di tornarmene a valle, quasi schifato...
Tornando, ricordo perfettamente poco dopo Edolo un'ottima panetteria dove ci siamo riforniti di ottime Spongade alla crema e poi, all'apertura della valle, la visione, magnifica, di questa montagna, isolata, altera nonostante fosse mille metri più bassa del vicino Adamello...
Per lungo tempo, poi, avevo cercato informazioni su quella stupenda montagna, così cangiante, che a tratti sembrava essere aguzza ed in altri momenti, invece, rendeva appieno giustizia al nome impostole di "Badile".
Girovagando in rete, trovo che la salita sembra essere facile, anche se fisicamente impegnativa... Una ferratina breve con un attacco lungo...
Poi il tempo è passato e, nonostante fossimo riusciti ad organizzare varie uscite, non eravamo mai riusciti a salire sul Badile Camuno. Questo fino ad agosto 2009...
Torno dalla Corsica, ho qualche giorno libero prima di tornare a Jesolo e mi trovo in Lombardia...
Un rapido giro di mail e telefonate e, finalmente, pare essere arrivato il giorno giusto: si sale al Pizzo Badile Camuno!
Mi trovo di buon mattino vicino ad Iseo con l'ottimo Velio, o Velfer che dir si voglia, e con molta calma partiamo per Cimbergo, in alta Val Camonica, da dove prenderemo la stradina che porta quasi al rifugio de Marie al Volano. Lì ci saremmo incontrati con gli altri.
La strada, di mattino, scorre veloce, senza problemi. Arriviamo a Cimbergo e saliamo. A parte un paio di deviazioni, troviamo quasi subito la stradina, arriviamo per una sterrata con qualche buca al parcheggio e prendiamo la continuazione della stradina, asfaltata, giungendo in pochi minuti alla Conca del Volano ed al rifugio, dove ci gustiamo un meritato caffè...
Poco dopo, pimpanti, arrivano Riccardo, Eva, Daniele ed Alessio. Saluti, convenevoli di turno e poi via, tranquilli ed allegri. La giornata si preannuncia tranquilla, nonostante il cielo un po' velato.
Il sentiero mostra subito la sua classe... Sale lungamente per un ripido costone più fangoso che erboso, presentando anche alcuni tratti in cui mettere le mani è d'obbligo... Ciò che disturba di più sono i numerosi tratti bagnati su erba e fango che costringono alla massima attenzione, ma procediamo spediti e ci alziamo piuttosto rapidamente.
Dopo un'oretta abbondante, usciamo dal bosco e ci troviamo su un costone di tonalite semplicemente delizioso, soprattutto dal punto di vista panoramico sulla sottostante Conca del Volano. Il sentiero prosegue in costa fino ad una placconata, attrezzata con catena, un po'friabilina...
Alessio, nel frattempo, sta già iniziando a pagare pegno per la lunga inattività cui si è trovato suo malgrado costretto... Infatti, poco prima della placca, voltandoci per "contarci"; notiamo che manca... Il buon bradipo scaligero, infatti, aveva preso un'altra traccia e stava andando in tutt'altra direzione... Scherzi della stanchezza. Riportatolo sulla retta via, continuiamo, non senza qualche presa per i fondelli.
Dopo la placca, il sentiero risale, cambiando versante, in cresta, fino ad una prima forcelletta, per poi traversare, sempre in salita, fino all'inizio della Fasa, la Fascia che cinge la cuspide terminale, la Pala del Pizzo Badile Camuno. Il sentiero non è difficile, ma la stanchezza può giocare brutti scherzi e, tanto per gradire, salgono le nuvole e ben presto ci troviamo immersi in una magnifica coltre di vapore bianco...
Dalla Fasa, in pochissimi minuti, per un sentiero facile ma esposto, arriviamo all'inizio del tratto attrezzato finale. Aspettiamo un po' che arrivi Alessio, che sta pagando semrpe più pegno ed arriva all'attacco in chiaro debito. Testardo e deciso, comunque, non molla e decide di salire!
La ferrata è semplice, tranquilla, evidente e logica. In poco più di mezz'ora arriviamo, in mezzo alle nebbie delle nuvole e dei vapori, sulla cima, dove possiamo solo immaginare i panorami promessi...
Fotografie, sigarettine di vetta, frizzi e lazzi, quattro ciacole come si deve...
Nel frattempo, ormai quasi devastato, Alessio riesce a raggiungere la vetta con fare decisamente stoico...
Siamo però un po' in ritardo sui tempi e decidiamo di scendere...
La discesa, ovviamente, diventa un supplizio per il buon Alessio. Per quanto la discesa dalla ferrata non presenti gravi problemi e tanto meno la Fasa o la discesa fino alla placca attrezzata, il tratto successivo, ripido, fangoso e scivoloso, diventa un calvario...
Poco oltre l'altra placchetta, in discesa, in vista dell'ultimo tratto di sentiero, io e Velio, a causa degli impegni, dobbiamo salutare la comitiva, anche se a malincuore...
Ci tuffiamo a tremila all'ora per il sentiero e ci lanciamo al rifugio. Qui, in fretta, trangugiamo una megabirrazza e ripartiamo subito per le rispettive abitazioni.
Per Alessio, ottimamente seguito da Daniele, Eva e Riccardo, invece, il rientro sarà un calvario: il rifugio viene visto come l'apparizione della Madonna ed il buon Ale si stende devastato, proprio nel senso di stendersi a terra, davanti allo stesso per bere qualcosa e tirarsi su prima di tornare nel Veronese.,..
Al telefono, poi, per rassicurarmi, una volta arrivato a casa, mi confessa di aver visto tutti i Santi...
Il ritorno in auto coinciderà con una sana mangiata ad Iseo per Eva, Daniele e Riccardo, mentre, per me, Velio ed Alessio si limiterà a segnare il rientro alle rispettive mogli ed abitazioni.
Nonostante la piccola disfatta alle gambe di Alessio, che, comunque, stoicamente e volitivamente è arrivato fino in cima, il Pizzo Badile Camuno ha mantenuto quasi tutte le sue promesse: un sano milledue di dislivello, tonalite fino alla Fasa, calcare dopo... Sentieri belli ripidi e una sana ferratina camuna... Una domenica deliziosa, anche per chi è tornato a casa devastato... Devastato sì, ma felice di aver conosciuto e abbracciato una montagna simbolo di una vallata e di sicura soddisfazione per l'escursionista.
Per quanto riguarda me, resta la gran felicità per questa giornata di montagna con gli amici Bradipi Storici (Ale, Dan, Eva) e con gli ottimi Ric e Velio, sinceri innamorati della montagna!
A tutti loro ed al Pizzo il mio grazie ed un vero e sincero "alla prossima"!
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