La settimana dal 10 al 16 agosto, da molti, viene definita la settimana di Ferragosto e dove lavoro io viene deciso di effettuare una “settimana di chiusura generale” .
Pertanto ci si deve organizzare con la famiglia e il programma che ne salta fuori è questo: Martedì 11 Gita a Bolzano, Giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 Da amici a Udine e puntatina a Velten (Austria) il 14/08.
Visto questo calendario rimangono “liberi” tre giorni, il 10, il 12 e il 16.
Decido per il 12, un’escursione in solitaria sulle nostre montagne, scelgo di percorrere il sentiero del Malera, antico sentiero di collegamento fra la Lessinia e l’alta valle di Revolto, molto frequentato dagli escursionisti che desiderano raggiungere la conca di Campobrun e Cima Carega (Cima Posta) attraverso Bocca Malera e Passo Pertica.
Di buon mattino mi alzo e mi preparo, prendo lo zaino preparato la sera prima e mi metto in macchina con direzione San Giorgio, rinomata località sciistica veronese situata pochi chilometri sopra Bosco Chiesanuova.
Dopo aver parcheggiato la macchina a San Giorgio (m 1505), mi metto in cammino verso Bocca Malera (m 1722). Esistono due alternative per arrivare a Bocca Malera, una che risale verso est la mulattiera lungo il Vallon di Malera ed una più diretta che si addentra nei verdi prati che costeggiano la pista da sci.
Opto per la versione più ripida e mi metto in marcia seguendo il sentiero che in poco tempo mi porta sulla sella prativa di Passo Malera (m 1727). Lungo il percorso mi fermo qualche istante al bivio per Cima Trappola ma proseguo rimandando la visita a Cima Trappola ad altra escursione.
Dall’ampia sella prativa di Passo Malera mi porto, praticamente in piano, a Bocca Malera e, dopo una breve pausa ed alcune foto, inizio la discesa del ripido sentiero che, con alcuni tornanti mi porta alla base dei lastroni calcarei della Bella Lasta.
Proseguo lungo lo stretto sentiero e penso “meno male che oggi c’è coperto, altrimenti il sole mi avrebbe arrostito per bene”, entro nel bosco e, al bivio con il sentiero che scende verso Revolto, imbocco il sentiero n° 189 che in circa venti minuti mi porta al Passo Pertica. Lungo questo sentiero ho modo di constatare i danni provocati dalla neve nell’ultimo inverno.
Arrivato in vista del Passo Pertica mi fermo a guardare due scalatori che salgono la via ferrata Biasin, ma, pochi metri sotto lo stretto camino decidono di tornare indietro.
Finalmente, dopo circa un’ora e mezza di cammino, arrivo al Rifugio Passo Pertica dove mi concedo una bella pausa per riposare e riprendere le forze. Riparto con destinazione il passo Pelegatta (m 1767).
Mi metto in cammino lungo la mulattiera ed in circa quarantacinque minuti arrivo al passo Pelegatta, dove sorge il Rifugio Pompeo Scalorbi. Mi fermo a mangiare e valutare se tentare di arrivare a Cima Carega, facendo alcuni calcoli sui tempi decido di lasciare perdere e di rimandare la salita alla cima ad una futura escursione.
Riparto e torno sui miei passi, seguendo il sentiero fatto all’andata torno a San Giorgio. Unica variante discendo per il sentiero che non ho seguito all’andata, la discesa e meno ripida e più tranquilla.
Alla macchina mi preparo a tornare a casa, soddisfatto e contento per la bella camminata fatta.
Pertanto ci si deve organizzare con la famiglia e il programma che ne salta fuori è questo: Martedì 11 Gita a Bolzano, Giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 Da amici a Udine e puntatina a Velten (Austria) il 14/08.
Visto questo calendario rimangono “liberi” tre giorni, il 10, il 12 e il 16.
Decido per il 12, un’escursione in solitaria sulle nostre montagne, scelgo di percorrere il sentiero del Malera, antico sentiero di collegamento fra la Lessinia e l’alta valle di Revolto, molto frequentato dagli escursionisti che desiderano raggiungere la conca di Campobrun e Cima Carega (Cima Posta) attraverso Bocca Malera e Passo Pertica.
Di buon mattino mi alzo e mi preparo, prendo lo zaino preparato la sera prima e mi metto in macchina con direzione San Giorgio, rinomata località sciistica veronese situata pochi chilometri sopra Bosco Chiesanuova.
Dopo aver parcheggiato la macchina a San Giorgio (m 1505), mi metto in cammino verso Bocca Malera (m 1722). Esistono due alternative per arrivare a Bocca Malera, una che risale verso est la mulattiera lungo il Vallon di Malera ed una più diretta che si addentra nei verdi prati che costeggiano la pista da sci.
Opto per la versione più ripida e mi metto in marcia seguendo il sentiero che in poco tempo mi porta sulla sella prativa di Passo Malera (m 1727). Lungo il percorso mi fermo qualche istante al bivio per Cima Trappola ma proseguo rimandando la visita a Cima Trappola ad altra escursione.
Dall’ampia sella prativa di Passo Malera mi porto, praticamente in piano, a Bocca Malera e, dopo una breve pausa ed alcune foto, inizio la discesa del ripido sentiero che, con alcuni tornanti mi porta alla base dei lastroni calcarei della Bella Lasta.
Proseguo lungo lo stretto sentiero e penso “meno male che oggi c’è coperto, altrimenti il sole mi avrebbe arrostito per bene”, entro nel bosco e, al bivio con il sentiero che scende verso Revolto, imbocco il sentiero n° 189 che in circa venti minuti mi porta al Passo Pertica. Lungo questo sentiero ho modo di constatare i danni provocati dalla neve nell’ultimo inverno.
Arrivato in vista del Passo Pertica mi fermo a guardare due scalatori che salgono la via ferrata Biasin, ma, pochi metri sotto lo stretto camino decidono di tornare indietro.
Finalmente, dopo circa un’ora e mezza di cammino, arrivo al Rifugio Passo Pertica dove mi concedo una bella pausa per riposare e riprendere le forze. Riparto con destinazione il passo Pelegatta (m 1767).
Mi metto in cammino lungo la mulattiera ed in circa quarantacinque minuti arrivo al passo Pelegatta, dove sorge il Rifugio Pompeo Scalorbi. Mi fermo a mangiare e valutare se tentare di arrivare a Cima Carega, facendo alcuni calcoli sui tempi decido di lasciare perdere e di rimandare la salita alla cima ad una futura escursione.
Riparto e torno sui miei passi, seguendo il sentiero fatto all’andata torno a San Giorgio. Unica variante discendo per il sentiero che non ho seguito all’andata, la discesa e meno ripida e più tranquilla.
Alla macchina mi preparo a tornare a casa, soddisfatto e contento per la bella camminata fatta.
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