Il Blog dei Bradipi di Montagna

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domenica 11 aprile 2010

L'INCANTO DELLA VAL CODERA


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A Codera da Novate Mezzola
Sabato 10 Aprile 2010


Dopo più di qualche settimana di "sosta forzata", causa il fastidio al ginocchio sinistro e rogne di lavoro varie, arriva finalmente il momento di poter ricominciare a camminare in montagna.
Il venerdì sera, fatto un rapido consulto con la mia dolce metà, vediamo che le previsioni danno tempo ottimo per sabato e non così buono per domenica...
Siamo però troppo stanchi e stressati per pensare ad alzarci presto, per cui dobbiamo scegliere una meta certamente accattivante, che sia non troppo lontana e stancante, ma, soprattutto, un qualcosa che ci "ispiri" ambedue, cioè un qualcosa ancora da "scoprire" (ovvero conoscere) in compagnia.

Sono almeno tre anni che leggo e rileggo delle meraviglie della Val Codera, una delle ultime valli abitate non servite da stradine o strade di servizio e, tutto sommato, nemmeno troppo "erosa" dalla modernità. In questi anni mi sono letto e riletto relazioni, opuscoli, accenni sui libri e, soprattutto, mi sono sfogliato album fotografici a manetta e, da tempo ormai, mi sono convinto della "assoluta necessità", per non dire dovere morale, di andare a conoscere questo angolo di paradiso.

Si sa come vanno le cose: avendo a disposizione alcuni piccoli paradisi per l'escursionista, l'alpinista e l'arrampicatore dal nome di Moregallo e Triangolo Lariano, Grigne e Medale, Zuccone Campelli nonché Orobie a circa un'ora da casa (ma anche meno, a partire all'orario giusto), è quasi fisiologico assumere quell'atteggiamento di "pigrizia verso la guida" che ha comunque caratterizzato le mie e le nostre uscite montane di questi tre anni in cui ho ricominciato a muovermi per monti...
Ogni volta in cui si presentava l'occasione di andare a conoscere zone che non fossero quelle citate, spuntava sempre o qualche impedimento o, semplicemente, la classica frase "ma no, ci andiamo la prossima volta... Codera sarà visitata la prossima volta..."...

Questo fine settimana, però, dopo alcuni giorni decisamente di fuoco, decidiamo di volerci muovere a tutti i costi... Senza levatacce mattutine, ma, comunque, verso una meta ancora "vergine" per noi. La sera preparo lo zaino "da giretto"; ovvero facendo attenzione ad avere le giacchette e da bere, poco altro... Poi a nanna, nemmeno troppo presto...
Ovviamente va a finire che non ci svegliamo prima delle nove e mezza e, ora che ci si lavi, ci si beva il caffè, si facciano le abluzioni ed altre pratiche mattutine, arrivano le dieci ed un quarto...

Partenza: "allora ciccina, ti va bene andare a Codera?"... "Beh, se i tuoi amici hanno detto che è davero bella... Se mi garantisci che non c'è tanto dislivello e non è troppo ripida...".. Ovviamente spergiuro che il giro è quasi in piano.. Poi, come fulminato sulla via di Damasco, mi ricordo di spiegare alla mia dolce metà che Codera è rinomata anche dal punto di vista turistico-gastronomico... "Va bene, andiamo lì, ho proprio voglia di assaggiare qualche specialità locale..."

Un'ora e mezza ci viene presa per passare Monza, la Milano-Lecco-Colico ed arrivare a Novate Mezzola... Parcheggiamo, la giornata è bella e calda ed il panorama favoloso: la Valle è proprio accattivante, ti spinge ad andare a conoscerla. Dietro di noi, oltre il lago di Novate, si erge, bianco ed ancora in aspetto "patagonico", sua maestà il Legnone... Questa zona è per noi ben poco conosciuta, è tutta una scoperta.

Iniziamo a salire... Il sentiero non è per nulla in piano, ma non disturba, talmente è bello e ricco di panorami che si aprono ad ogni passo. Possiamo osservare la primavera che sta arrivando, gli alberi con le gemme pronte a sbocciare, mentre alcuni arbusti sono già in fiore... Una meraviglia.

Dopo alcuni minuti incontriamo una coppia che sale verso Codera. Lui ha una soma paragonabile a quella di un mulo, lei uno zaino bello pieno. In loro compagnia, due cagnoni davvero simpatici (cagne per la precisione), subito pronti a fare amicizia. Come spesso capita, cominciamo a chiacchierare e, con calma, continuiamo l'ascesa. Veniamo a sapere ben presto che sono i due gestori della Locanda di Codera, che, guarda caso, era proprio la nostra meta per la giornata...

La passeggiata continua, alternando qualche tratto ripidino a frequenti soste, a scopo di semplice chiacchiera e di piacere di osservare la valle che, una volta terminata la parte più ripida della salita, si apre e ci mostra tutto il proprio fascino. Raggiungiamo il borgo di Avedée, altro luogo incantato, da dove vediamo davanti a noi Codera e la meraviglia di Valle che la contiene...

Proseguiamo, sempre più allegri, scendendo brevemente per andare a prendere una sorta di "tunnel" creato per coprire e proteggere il sentiero che, per Codera, è a tutti gli effetti la strada principale per raggiungerla... In fondo osserviamo le pozze create dal torrente, mentre davanti a noi si ergono le montagne che dividono Codera dalla Val Bregaglia e dalla Val Masino... Gli occhi si riempiono di gioia e piacere alpino...

Raggiungiamo così, allegri, felici, Codera, che si rivela essere molto più bella di quanto qualsiasi reportage fotografico potrebbe lasciar intendere... Un minuscolo cimitero, poi la "piazza" centrale, con chiesa, campanile e, sulla destra, la locanda con annesso museo etnografico.

Ci lasciamo andare ad un sano riposo per guardarci attorno e riempirci gli occhi, poi entriamo, dove i nostri compagni di viaggio hanno provveduto ad aprire la Locanda e, in breve, forniscono anche un super tagliere di affettati e formaggi, accompagnati da sane e fresche bevande...
Per me, peraltro, soddisfazione doppia... Lui, difatti, è di origine veneta, così ci mettiamo a parlare in lingua madre... Lei, invece, risulta essere dell aminoranza ungherese di Romania, della Transilvania... Ne approfittiamo per parlare un po' in romeno, un po' in ungherese, fino ad essere ripresi dai rispettivi consorti... Si ride, si scherza, si mangia e si beve...

Insomma, di meglio non si poteva chiedere. Oltretutto, lei è una esperta panificatrice ed il pane lo prepara in loco con l'acqua di montagna... Una goduria...

Ad un certo punto ci rendiamo conto che sono le cinque passate... Dopo una sana visita al Museo Etnografico (che davvero merita) ripartiamo, pigri, senza troppa convinzione... Saremmo rimasti volentieri lassù, nel piccolo paradiso senza auto...

La discesa è comunque tranquilla, non forziamo in discesa (io soprattutto, viste le rogne al ginocchio) ed alle sette circa, dopo varie soste panormaiche, risaliamo in auto...

La strada del ritorno viene fatta pigramente, senza fetta, osservando alcuni idioti del sabato sera fare evoluzioni automobilistiche tra Colico e Lecco e provvediamo a tenerci attentamente lontani...

Siamo felici ed allegri, il ginocchio sta bene, ma la testa è ancora un po' strana... E' sempre dura andare a visitar eun piccolo paradiso e doversene tornare alla realtà e la nostra testa non ne vuol sapere di seguirci, se ne è rimasta a Codera...

A presto, Codera... Il Tracciolino, Bresciadega e il Brasca mi vogliono conoscere... Prometto che arriverò presto!






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