Il Blog dei Bradipi di Montagna

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Un punto di incontro per un gruppo di amici che "degustano" la montagna dalle escursioni alle ferrate, dalle arrampicate all'alta montagna,
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Buone Montagne a tutti

domenica 30 novembre 2008

LA CRESTA GG OSA AL MOREGALLO, UNA SALITA AGOGNATA

- Clicca sul titolo per andare al fotoalbum -

Cresta GG OSA al Monte Moregallo, 6 ottobre 2008


E' molto difficile per me riuscire a spiegare cos'è che mi appassiona ad una montagna piuttosto che ad un'altra...
Forse la passione, da buon filologo, per il "particolare" piuttosto che per l'"universale"...
Forse il desiderio di andare nei posti meno "famosi" piuttosto che verso le mete prese d'assalto...
Forse, semplicemente, una concomitanza di casi...

Fatto sta che, da quando ho finalmente ripreso ad andare in montagna, il Moregallo ha sempre esercitato su di me un fascino irresistibile...
Una montagna che i Valmadreresi definiscono "una Grignetta in miniatura"..
Un "paracarro che non arriva ai fatidici "milleetrè" che servirebbero ai milanesi per riportare un vecchio slogan di uno sketch televisivo di alcuni decenni fa...
A me, semplice innamorato dei monti, il Moregallo ha subito svelato la sua essenza: un microclima dolomitico a bassa quota, capace di regalare visuali e sensazioni inaspettate a chiunque, con umiltà, avesse voglia di avventurarsi sui suoi sentieri...
Una montagna che invita a salire, in ogni periodo dell'anno...
Una montagna che offre storia e arte, assieme alle montagne consorelle...
I monti del Triangolo Lariano sono una scoperta continua... Eppure sono le montagne più vicine a Milano, la domenica vengono prese d'assalto da torme di gitanti e varia umanità...
Eppure...
Sono "montagna vera", che offre passeggiate nel bosco così come itinerari per esperti, ferrate, arrampicate, possibilità di usare le ciaspole in inverno e di salire con i ramponi quando le condizioni lo richiedono...
Eppure più basse dei Piani dei Resinelli...
Moregallo, Corni di Canzo, Prasanto, Rai, Cornizzolo, Corno Birone...
Un dedalo di possibilità per l'escursionista e per l'alpinista...
Sì, per l'alpinista...
Non mi si venga a dire che a quelle altitudini parliamo di montagna in miniatura: a salire da Valmadrera i dislivelli sono tutti superiori ai mille metri... Ed i sentieri, magnificamente tenuti, sono ripidi, spesso molto ripidi, proprio per la caratteristica di questi "paracarri che, dal fondo dei paesotti - pardon, operose cittadine - dell'Alta Brianza si alzano al cielo con un balzo da mille metri...
Le risalite sono rapide proprio per questa caratteristica di ripidità che assumono questi sentieri...
A me, maniaco bibliofilo, divoratore di qualsiasi cosa venga stampata o pubblicata su un argomento che interessa, era subito saltato all'occhio che Valmadrera ed il Moregallo sono la patria di un Grande dell'Alpinismo e delle letteratura alpinistica, ovvero del compianto Gino Buscaini...
Alcuni suoi dipinti sono ancora al rifugio SEV Pianezzo, sotto i Corni di Canzo...
Contrariamente a quanto viene "pompato" nelle pubblicazioni, a stampa o in Rete, la vera regina per gli alpinisti non sono i pur meravigliosi Corni di Canzo con le loro pareti da alpinismo di altri tempi (la Parete Fasana) o con le vie di arrampicata "moderna" sul Corno Rat...
No, la vera regina, anzi, l'Imperatore del Triangolo Lariano è il Moregallo... Così come la Grignetta si impone sul pur più alto Grignone, il Moregallo si impone sulle montagne sorelle e più alte...
Per capire il perché è sufficiente salire da Valmadrera a San Tomaso e poi dirigersi, con piacevole camminata, verso la fonte si Sambrosera... Il Moregallo presenterà subito una miriade di campanili, campaniletti, torri, torrette, pinnacoli... E due creste che, da poco sopra Sambrosera, salgono alla vetta in linea diretta, quasi a formare due "Stairway to Heaven" moregallesche...
Non può non balzare agli occhi dell'alpinista la bellezza della "fetta d'arancia" creata dalla Cresta poi ribattezzata G.G. O.S.A. e l'infernale selva di pinnacoli che, alla sinistra di questa, guardandola, compone la Cresta 50 CAI...
Due creste di difficoltà "modesta" (ma sempre da rispettare... il concetto di difficoltà modesta è sempre molto relativo)... III+ e IV- con qualche passaggio di IV e IV+ (evitabile) la Cresta OSA, IV e IV+ la Cresta 50 CAI...
Nonostante le modeste difficoltà, due creste "ipergettonate" da principianti, scuole di roccia e appassionati...
Così come gli innamorati della Grignetta citano subito la Cresta Segantini, se parlate con un innamorato del Moregallo vi sentirete chiedere subito "hai fatto la Cresta OSA?"....
Vedere foto su foto e leggere e rileggere le relazioni (non troppe) presenti in rete o sulle pubblicazioni mi aveva fatto "interesare" a quella linea così naturale, estetica, aerea...
il colpo di grazia l'avevo poi ricevuto frequentando alcuni forum, in Rete...
Un grosso calibro dell'Alpinismo (non solo locale) come Marco Anghileri mi aveva spinto più che incoraggiato ad andare a divertirmi su quel calcare stupendo, creato ad arte dal Fabbricatore Supremo per la gioia dell'Alpinista...
Girando e rigirando tra i sentieri e le ferrate della zona, più volte, forse anche troppe, il mio sguardo si era posato su quella linea...

La concomitanza dei casi di cui parlavo all'inizio mi fece il regalo atteso: nel mio peregrinare solitario per i monti del Lecchese e del Triangolo Lariano (quindi con sconfinamento nel Comasco, devo dirlo per correttezza geografica), mi era spesso capitato di fermarmi a chiacchierare con escursionisti ed arrampicatori incontrati su vette e sentieri...
Sullo Zucco di Pesciola, qualche settimana prima, avevo trovato una cordata che era salita per la Cresta Ongania... Io ero salito per il Canalone della Madonna dopo aver mollato la ferrata CAI Barzio allo Zucco di Pesciola a causa della eccessiva presenza umana e dei ricordini in forma di sasso che gli stessi mandavano...
Quattro chiacchiere, i due si accorgono presto del mio amore per quella zona (lo Zuccone Campelli è un altro capitolo dei miei innamoramenti montani) e ad uno viene la classica frase "avessi saputo che ne avevi voglia, ti saresti potuto legare con noi e fare la cresta Ongania"... Più o meno come infilare un coltello spalmato di peperoncino rosso nella piaga purulenta...
Quattro chiacchiere, i saluti, poi ognuno per la sua strada...
Poco tempo dopo, sempre il caso ha voluto che, discutendo nel Forum, venissi contattato da un alpinista della zona, interessato al mio modo di andare per monti ed al mio "approccio" alla montagna...
Per mail e per telefono ci si capisce al volo... Nessuna fretta, gustare l'itinerario, nessun problema a mandar giù una doppia o a fare dietro-front se "non è giornata"...
Ci si incontra a Valmadrera... Ed è la stessa persona che avevo incontrato sullo Zucco di Pesciola...
Nasce così un piccolo sodalizio ed una bella amicizia con il Davide...
Mentre si ride del "caso" davanti ad un caffè a Valmadrera, osserviamo una giornata ottobrina semplicemente ideale per salire... Alcune nubi che evitano al sole di arrostirci e, nel contempo, un bel tepore che ci pernette di salire in allegria "estiva"...
Il sentiero passa velocemente per la Cappelletta della VARS e ben presto arriva, per un sentiero che guadagna in ripidità, alla fonte di Sambrosera, crocevia dei sentieri del Moregallo...
I segnavia ci indicano di salire verso la Forcellina... Il sentiero è sempre più ripido ed il calore si fa sentire... Davide se ne esce con una delle sue frasi preferite "magari tra poco spiana" proprio mentre il sentierino diventa del tipo "ginocchia al mento"... In breve ci troviamo all'attacco, allegri come pasque...

La Cresta G.G. O.S.A. ha questo nome per un motivo semplice: è stata dedicata al Gruppo Giovanile della Organizzazione Sportiva Alpinisti di Valmadrera... Non è un signor Gigi Osa... Tracciata negli anni '70, è diventata presto una classicissima del posto, ma, forse per le difficoltà modeste, non facendo "grado", pur divertendosi come matti, gli alpinisti preferiscono parlare di altro, soprattutto lì dove si possono citare i gradi francesi...
Invece, per un amante della montagna e della natura, la Cresta non ha perso nulla del fascino originario... Pochissimi e ormai quasi invisibili i bolli rossi, in parete si trovano trre-quattro chiodi, non di più... La Cresta offre più che abbondanti spuntoni e clessidre, fessure, maniglie, acquasantiere e quant'altro, dove ci si può sbizzarrire ad usar cordini, dadi e friends...
Salgo, incoraggiato dal Davidùn, per il primo tiro, ritrovando subito la confidenza con la roccia, superbamente rugosa e ricca delle caratteristiche che gli amanti della Dolomia e del Calcare conoscono...
Il terzo ed il terzo più vegono divorati, la cresta sale in magnifica esposizione ed i panorami aumentano ad ogni passo...
Sullo sfondo, l'abitato di Valmadrera ed i rumori della civiltà che sembrano così distanti...
Ci alterniamo, passando un primo strapiombino di IV-, per poi giungere ad una paretina con lama staccata che ci costringe a qualche movimento poco ortodosso... Il passaggio è dato come "vicino al IV" e "faticoso"... Davide si impunta a passare secondo una propria linea e lo fa con maestria, passando un bel cordino su uno spuntone basso...
Da buon veneto testardo, decido poi di seguire una linea mia, risalendo la paretina a destra della lama per rientrare un po' più in alto con maggiore eleganza... Almeno, quella era la mia speranza... Quando mi allungo per prendere il lamone, però, mi rendo conto che il cordino col rinvio è almeno due mtri sotto di me e la mia linea elegante è andata tranquillamente a donne di facili costumi...
Devo scendere, recuperare il materiale ed infilarmi in quel fessurotto antipatico ed aggettante, che risalgo con un incastro che è tutto fuorché elegante...
Arrivo in sosta, con Davide che ride...
Risalgo, poi, una serie di altri spuntoni.. Uno più bello dell'altro. Passiamo, poi, il cosiddetto "passo chiave", che prevede una salita d'opposizione sfruttando uno spuntoncino attaccato alla parete e la risalita di una paretina verticale e poco appigliata... Così dicono le relazioni... In realtà, qui il passagio è solo di tecnica... Saliamo allegri ed eleganti...
Molto meno eleganti, in verità, siamo stati sull'untissimo caminone...
Non molto alto, risulta essere completamente lisciato dai passaggi negli appoggi alti, costringendo ad una uscita di forza...
Davide sale da primo e se ne esce alzandosi... In ogni caso, faticoso per faticoso, il passaggio non supera il quarto grado inferiore... Forse...
Io salgo bene, in opposizione, fino all'uscita... Poi, sul lato destro, che dovrei sfruttare per uscire, cerco inutilmente un appggio per il piede destro.. Nulla, è come mettere la scarpetta sull'olio...
Decido allora di portare il piede sinistro sul sasso incastrato e, trovati ottimi appiglioni per le mani, mi alzo brutalmente e, ravanando, esco in modo poco elegante ma decisamente efficace...
Proseguo per una serie fantastica di piccoli salti e su spuntoni e torrioncini di Cresta... Le lunghezze di corda alternate si susseguono e ben presto - almeno così ci sembra - ci troviamo alla fine della parte rocciosa della Cresta...
Un sentierino un po' infido ci porta ad abbassarci fino ad un torrione con una fessurotta di quarto superiore (pochi metri), cui segue un altro sentierino. Il successivo risalto è decisamente poco invitante... La roccia è ora "merdosa", di quella che si sfalda... Ci sarebbe da salire per un canalino per andare a passare il "ponte di roccia" e di lì portarsi in vetta, pochi metri sopra...
Non vogliamo rovinare la qualità della gita in termini di roccia salda ed aggiriamo in pochi minuti il torrioncino per arrivare sulla cima del Moregallo...
Una sana stretta di mano, una bevutina, la classica banana "premasticata" grazie alla permanenza nello zaino e, per me la classica sigaretta di vetta...
Il panorama è fantastico:
le Grigne, il Resegone, i Corni, il Lago di Como con i suoi colori tenui, resi particolari da un piccola nebbiolina che si alza... Sembra quasi irreale...
In basso, Lecco, Valmadrera, Civate, la Brianza...
Fotografiamo, ci prendiamo amabilmente in giro...
Decidiamo, per completare il percorso di cresta, di scendere lungo la Cresta Ovest del Moregallo, un semplice e panoramicissimo sentiero in parte attrezzato...
Il primo tratto è il più "complesso" per un escursionista alle prime armi... Si tratta di scendere il "Giòch"... Uno zig-zag un po' esposto con abbondanti catene...
Si risale, poi, in cresta e qui la Montagna, resasi conto del nostro amore, ci regala una serie di visuali magnifiche...
Il Lario, com'è sua abitudine, rilascia vapori e nebbioline che hanno il pregio di sfumare i contorni dei panorami...
Per tutto il saliscendi della Cresta Ovest il Lario ci ha regalato mutamenti continui di tonalità e cromatismi dei panorami...
Non si riusciva a capire se ciò che vedevamo attorno al Lago fossero le montagne ed i boschi o se fosse solo la nostra immaginazione ad indovinarli, più che vederli...
In un punto, in particolare, poco prima della fine della Cresta, alla Bocchetta di Moregge, la visuale sul Lario era tale dar pensare ai quadri di quel maestro indiscusso che fu Giovanni Segantini...
Dalla Bocchetta di Moregge, allegri, felci, con gli occhi ricolmi di panorami stupendi e col cuore ancora eccitato per meravigliosa cavalcata, infiliamo tutto nelgi zaini e partiamo di corsa verso la meritata birra a Valmadrera...

Il Moregallo ha segnato la nascita di una amicizia e, per me, ha soprattutto segnato il "ritorno alla Montagna"... Da più di due anni, per quanto andassi per ferrate, sentieri, vie alpinistiche di primo e qualche passaggio di secondo da solo, continuavo a chiedermi se avrei ricominciato a mettere le mani sulla roccia con scarpette, corda e tutto il resto...
Il Moregallo, caloroso e bello come sa mostrarsi a chi lo sa osservare, ha voluto essere il Padrino della mia seconda Cresima, così come la Grignetta, due anni prima, ha voluto ribattezzarmi quando, dopo una decina d'anni, di inattività, per ricominciare avevo deciso di andare a salire sulla tanto agognata Sentinella della Guerriera Bella e Senza Amore per la Direttissima...
Percorsi straconosciuti, certo...
Percorsi anche troppo banali, forse...
Ma che per me hanno significato la mia rinascita ed il mio ritorno ai monti...
Per questo, forse, potrò dire di essere in qualche modo stato adottato da Moregallo, Grignetta e dagli zii Zuccone Campelli e Zucco di Pesciola, così come potrò sempre dire di essere coccolato dal Nonno Grignone...

A dimostrazione che, in montagna, non occorre andare chissà dove per provare le sensazioni della Bellezza e del Piacere alpinistico...
Basta aver l'umiltà di aprire gli occhi e saper guardare quello che viene offerto e, anche a due passi da casa o dalla città, ci saranno sempre mille nuove scoperte da fare...

Buone Montagne

2 commenti:

  1. chiedo scusa Arterico,

    stavo relazionando, (anche graficamente la osa per il mio sito mountaincafe) mi son permesso di guardare le foto e prenderne spunto, perchè non mi ricordo un bel niente e non ho fatto tante foto.

    Grazie mille

    Jaguaro www.mountaincafe.net

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  2. Figurati... E' un onore! Grazie per la visita, da parte di uno che il Tuo sito lo visita quasi quotidianamente!

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