Il Blog dei Bradipi di Montagna

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Buone Montagne a tutti

giovedì 3 settembre 2009

CRESTA ONGANIA, IL FASCINO DEL FACILE E PANORAMICO



- Clicca sul titolo per andare al fotoalbum -


Zucco di Pesciola, Cresta Ongania, 4 agosto 2009


Non smetterò mai di ripetere - lo faccio da sempre - che tra i possibili itinerari montani, quelli di cresta e gli spigoli rientrano tra quelli che preferisco.
Da quando ho ricominciato ad andare in montagna, poi, l'ambiente dello Zuccone Campelli ha esercitato fin dalla prima volta un fascino incredibile... Un vallone dolomitico id rara bellezza e, guardando dal rifugio Lecco, sulla destra, quella cresta, che pare più una scala creata ad arte dal Supremo Artefice per chi ama la Montagna che una semplice cresta...
Una cresta facile, snobbata da chi ricerca a tutti i costi "il grado" e, contemporaneamente, gettonatissima dai corsi di roccia per le sue caratteristiche: bella, panoramica, con una vasta gamma di passaggi a scelta, con uno sviluppo di 400 metri durante i quali ci si può sbizzarrire tra il III+/max IV fino a lunghi tratti di IV+, a seconda delle possibili varianti da scegliersi "in corso d'opera".

Un zona, peraltro, bellissima per chi ama la roccia, le ferrate, l'escursionismo estivo, anche se mal servita da un servizio impianti di risalita decisamente "cervellotico"... E' un parere mio, che conta poco, certo, ma se ci fossero più corse per un periodo maggiore, di sicuro gli impianti avrebbero una maggiore fruizione, ma le ITB hanno deciso diversamente e tant'è...

E' martedì mattina, 4 agosto. Sono rientrato da poco dalla Corsica e subito mi trovo con Davide, compagno di merende alpinistiche e caro amico. Si parte diretti da Merate, dove lascio l'auto, per andare a prendere il caffè e fare sosta idraulica al bar degli impianti di Bobbio, sopra Barzio. Qui, subito, incontriamo Ivo Mozzanica e Piero Corti, apritori di vie, autori di manuali e noti alpinisti, quasi "miti" per la zona. Facciamo quattro chiacchiere e, tra l'altro, ci viene confermato che la guida dello Zuccone Campelli, finalmente, è in uscita... Loro vanno a piantare fix sul barbisino, noi proseguiamo per il Pesciola. Ci si saluta allegramente e, seguendo Davide, mi faccio accompagnare, finalmente, a fare una cresta cui "facevo la tira" da tempo...

Ovviamente - quasi da copione - riusciamo a perdere la traccia e risaliamo lungo un pendio di erba e sassi che ci fa smadonnare da subito... Ridendo, passando per una sorta di forcellino, arriviamo all'attacco della cresta sorridenti, in una magnifica giornata d'agosto. Imbrago, rinvii, cordini, leghiamo la corda, infiliamo le scarpette e via...
La cresta ci ripaga fin da subito in panorami e varietà di passaggi su buona roccia dolomitica. Un primo tirello ci permette di scaldarci sul terzo-terzo più per poi arrivare ad un secondo tiro con un passaggino iniziale un po' più complesso...
Ogni tirello - o quasi presenta sempre varianti, già attrezzate a fix. Seguiamo una linea "a piacere", tra torrioni e torrioncini, saltini su saltini, generalmente sul terzo grado. Soste, peraltro, ne facciamo più di una, per gustarci i panorami generosi...
Dopo un paio di traversi divertenti, arriviamo ad una sorta di intaglio da raggiungere arrampicando in discesa per poi risalire. Qui sembra che faciamo a gara per scegliere le varianti più idiote per risalire il torrioncino: chi sale per uno strapiombo tra gli insulti di Davide ("Ma che cacchio fai??? Vai a destra, hai voglia di farti tutto a strapiombo???"), chi, dopo essersi preso le parole, insulta pesantemente lo stesso Davide reo di essere salito per una placca che sembra avergli procurato un orgasmo arrampicatorio...

Ormai in vista dell'ultima parte della ferrata CAI Barzio, sulla nostra destra, dobbiamo risalire un pendio erboso un po' fastidioso e poi prendere due camini... Osserviamo il primo e lasciamo perdere da subito: è inzuppato d'acqua da far schifo. Optiamo per un canale sulla sinistra che in alto si chiude a camino e, con un traverso, ci riporta comunque al secondo camino, quello d'uscita, l'unico vero quarto grado obbligatorio della via.

Il canale è abbastanza guanoso, sassi instabili e residui della pioggia caduta la sera prima, ma la strozzatura strapiombante (breve passo) ci ridà subito la carica e ben presto arriviamo all'attacco del camino finale...
Questo è un vero godimento: si sale dapprima con tecnica di camino fino ad uscire sulla sinistra, sul labbro superiore del camino, dove una roccia stupenda ci deposita pochi emtri sotto la Madonnina di Vetta...

Pacca sulla spalla, bevutina, banana premasticata dallo zaino come da tradizione... Foto...
La gioia non riesco a riportarla con semplici parole scritte.

Dopo un po' quattro chiacchiere con altri alpinisti spuntati quasi contemporaneamente e, subito dopo, discesa per il Canalone della Madonna, così chiamato, probabilmente, non tanto per la presenza della Madonnina dello Zucco di Pesciola, quanto per innumerevoli madonne che vengono chiamate in causa dagli alpinisti che lo iscendono... Non mi sottraggo alla statistica e faccio il mio classico ruzzolone da "discesa su sfasciumi e ghaino", aumentando la quantità di invocazioni alla Madonna stessa che, benevola, vedo ridere e ghignare lassù... Mi sa che se la gode anche Lei, spesso, a vederci gambe all'aria atterrare sui propri deretani...

Il gran finale della giornata, dopo una rapida discesa, viene siglato dall'Antonio, al Bar Partenza Funivia dei Piani di Erna, nostro pusher ufficiale di birra favolosa e cibarie ottime...

Che altro dire, se non "grazie Davide" per questa ulteriore giornata favolosa???

Buone Montagne a tutti e, per chi ancora non lo conoscesse, un invito ad andare a scoprire le meraviglie dello Zuccone Campelli!!!


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