di Riccardo - Ric54
...come lo chiamavano i nostri vecchi , il sentiero alto , il sentiero naturalistico Antonio Curò.
Il sentiero che unisce l'alta Val di Scalve alla Val Seriana.
Era da qualche mese che progettavo questa escursione , poi , il 26 e 27 settembre insieme a quattro colleghi di lavoro , finalmente si parte.
Sabato mattina , Giacomo , un'altro collega che si è offerto di farci da
" servizio taxi " con il suo monovolume ci preleva da casa e dopo due ore di strada ci scarica al Passo del Vivione in Val di Scalve a 1828 mt.
Lo salutiamo e ci diamo appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo
a Valbondione in Val Seriana.
Partiamo con un tempo molto incerto che poi diventerà , prima nebbia , e poi leggera pioggerella e poi dinuovo nebbia che ci accompagnerà per tutto il giorno.
Il sentiero è ben segnato e poi ci consoliamo dicendoci che con questo clima si cammina meglio e non si suda troppo.
SONO TUTTE BALLE !!!!!!
questo tempo schifoso ci leva gran parte dei panorami che sapevo fantastici. Pazienza !!!
Lasciato il passo del Vivione , si comincia a salire fino al laghetto di Valbona e dopo averlo aggirato , il sentiero si fà più ripido e ci porta al passo del Gatto a quota 2416 mt.
Piccola sosta per rifocillarci e mettere qualche abito più pesante.
Questo è il primo strappo che ci porta in quota , da adesso in poi non scenderemo mai sotto i 2300 mt.
Ecco il perchè del nome " ol sinter volt ".
Da adesso in poi camminiamo sempre , o in cresta o a mezza costa , con continui saliscendi e sempre a cavallo tra la Bergamasca e la Valtellina.
Dopo un'pò di cammino e dopo aver perso un'pò di dislivello , troviamo i laghi del Venerocolo , due più piccoli prima e poi quello più grande e a dieci minuti il rispettivo passo del Venerocolo a 2314 mt.
La bellezza del luogo ci impone una sosta.
E mentre tutti mangiamo qualche frutto , qualche barretta energetica o un panino ( dico un panino !!), c'è qualcuno ; Vittorio , che tira fuori , tipo bancarella del mercato :
mortadella - prosciutto - coppa - pancetta e per finire la bresaola che siccome è la più asciutta è meglio mangiarla per ultima , secondo lui.
Non siamo riusciti a tenere il conto dei panini !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Lasciato il lago del Venerocolo , si risale di nuovo in direzione del passo del Demignone a 2485 mt , dove ci aspetta una moltitudine di stelle alpine.
La Valtellina è la sotto , però questa nebbia non ci dà tregua.
Continuiamo la nostra escursione sempre sotto cresta , dove troviamo dei tratti di sentiero attrezzato con catene e tratti con staffe metalliche.
In tanti punti il sentiero è brutto a causa delle frane e degli smottamenti dovuti alla neve abbondante di quest'inverno.
Resta comunque un sentiero valutato EE , un'pò di esperienza e un piede fermo sono sufficienti.
Continuando si scende di nuovo e ci si ritrova al passo del Vò 2368 mt e poi dopo non molto al passo di Venano 2328 mt , dove ci aspetta Francesco Tagliaferri gestore dell'omonimo rifugio ( dedicato a Nani , suo fratello perito nelle Ande più di vent'anni fà ).
Al rifugio siamo in pochi , qui i turisti domenicali non vengono , questo è un rifugio di quelli veri dove si trova il calore dell'ospitalità e dell'amicizia , dove la gente ti dice subito ciao e non salve o buondi.
Dopo aver preso possesso del nostro stanzone da dodici posti , festeggiamo la prima tappa con una buona bottiglia di bianco.
Intanto fuori piove decisamente bene , ma il nostro Sergio continua a dire che prima o poi si aprirà.
In effetti poco prima di cena , il cielo si apre un pochino e tra uno squarcio e l'altro ci lascia vedere la Val di Scalve , la Valtellina con il lago di Belviso e addirittura il passo del Maniva nel Bresciano.
Da nord-ovest fà capolino qulche pezzetto di cielo blu , facendoci ben sperare per il giorno dopo.
La cena non si fà aspettare ed è squisita come sempre ( Francesco è un ottimo cuoco) perfino Vittorio siè tranquillizzato poichè era già in crisi d'astinenza da qualche ora.
Poi non si sàbene , se a causa del vino , del genepy , del grappino nel caffè o del semplice calore del rifugio , Francesco inizia a tirare fuori tutte le sue grappe.
Siamo riusciti a contarne 54 , con ogni tipo di frutta , di pianta e di radice , e , alla fine , il pezzo forte !!!!!!
Quattro bottiglie di grappa con dentro vari tipi di serpente ( i bresciani di montagna sanno di cosa parlo ).
Adesso per rispetto agli animalisti o semplicemente per quelli deboli di stomaco , non stò a raccontarvi i vari gusti o il modo in qui vengono messi in bottiglia.
La notte scorre lenta e rumorosa , e come capita spesso nei rifugi non si chiude occhio ( le brande sono troppo corte per me e i piedi mi si congelano)
anche Alessandro nonostante le quattro coperte , le due maglie di lana e i tre paia di calzini non la smette di battere i denti.
Vittorio e Sergio invece cominciano subito a segare legna e dall' intensità del loro russare , capiamo subito che il prossimo inverno sarà lungo e molto rigido.
Neanche Severino (il più pacato e tranquillo del gruppo )riesce a dormire e ogni tanto tira giù qualche sacramento.
C'è anche qualcuno che inspira dal naso ma espira non solo dalla bocca , probabilmente , visto il freddo che fà , fà di tutto per essere termoautonomo.
Il mattino seguente , alle ore 6,30 salto giù dal letto , mi armo di macchina fotografica e corro fuori per fotografare l'alba.
Il termometro segna 5 gradi , la nebbia è fitta che non vedo a più di 10 metri, neanche l'ombra di un cane , morale ????.
Alle 6,40 sono di nuovo in branda , maledicendo tutti quelli che fanno le previsioni del tempo.
Ore 8,30 , siamo pronti per la seconda tappa , dal rifugio ci dirigiamo verso il passo di Belviso 2518 mt e fortunatamente dopo il passo il cielo si apre davvero e ci permette di vedere la diga del Gleno e la rispettiva valle.
Perdiamo velocemente quota e poi dopo un lungo traverso , comincia un ripido sentiero che ci riporta in quota a 2680 mt , al passo di Bondione.
Qui il sottoscritto , negli ultimi 200 mt di dislivello và in crisi completa di ossigeno e la salita diventa eterna.
Mi passano davanti tutte le sigarette che ho fumato in 40 anni e vedo addirittura la vipera della sera prima che beffardamente mi sorride.
Giunti al passo facciamo una bella sosta , riprendo fiato e forza , da adesso in poi è tutta discesa da 2680 mt a 900 mt di Valbondione.
Una discesa , a volte , un'pò spaccaginocchia per i meno allenati e qui Alessandro soffre un'pò.
Io , come i sassi , non ho problemi , nel senso che rotolo meglio in giù che in sù !!!!.
Una discesa molto bella e panoramica sulla Val Cerviera con davanti il pizzo Coca , il Redorta , lo Scais e sulla nostra destra , prima il pizzo dei Tre Confini e poi il Recastello.
Dopo 4 ore di cammino arriviamo al rifugio Curò , dove ci aspetta una bella birra fresca , ci rifocilliamo , ci cambiamo , un colpo di telefono a casa e uno al nostro taxista Giacomo.
Ci incamminiamo per la larga e noiosa mulattiera che ci porterà a valle e qui le ginocchia di Alessandro incominciano a maledirlo e anche il pollicione del piede destro ha una grossa vescica , però la volontà e l'orgoglio di arrivare sono più forti del male.
Bravo Alessandro !!!!!!!
Anche Severino ha delle vesciche nei talloni , proprio lui , che all'inzio era il più timoroso (aveva paura di non farcela ) e invece è andato come un treno sia in salita che in discesa senza mai lamentarsi.
Bravo Severino !!!!!!!
Io e Sergio siamo contenti della riuscita di questa escursione , magari il prossimo anno la rifaremo sperando che il tempo sia migliore.
Vittorio è sempre allegro e pimpante e incomincia già a lamentarsi che ha fame.
Siamo tutti d'accordo nel dire che il suo non è un semplice verme solitario ma è una Anaconda.
Arrivati a Valbondione , tempo di posare lo zaino , di sedersi e ordinare una birra , ecco che spunta il monovolume di Giacomo.
Quando si dice , la precisione!!!!!!!
Cosi si concludono questi due giorni fuori dal mondo , dove l'amicizia , le risate e il piacere di camminare insieme hanno preso il posto del sole , riscaldandoci il cuore e dandoci quella serenità che non sempre si riesce a trovare.
Grazie a Vittorio - Sergio - Severino e Alessandro
Riccardo
Il sentiero che unisce l'alta Val di Scalve alla Val Seriana.
Era da qualche mese che progettavo questa escursione , poi , il 26 e 27 settembre insieme a quattro colleghi di lavoro , finalmente si parte.
Sabato mattina , Giacomo , un'altro collega che si è offerto di farci da
" servizio taxi " con il suo monovolume ci preleva da casa e dopo due ore di strada ci scarica al Passo del Vivione in Val di Scalve a 1828 mt.
Lo salutiamo e ci diamo appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo
a Valbondione in Val Seriana.
Partiamo con un tempo molto incerto che poi diventerà , prima nebbia , e poi leggera pioggerella e poi dinuovo nebbia che ci accompagnerà per tutto il giorno.
Il sentiero è ben segnato e poi ci consoliamo dicendoci che con questo clima si cammina meglio e non si suda troppo.
SONO TUTTE BALLE !!!!!!
questo tempo schifoso ci leva gran parte dei panorami che sapevo fantastici. Pazienza !!!
Lasciato il passo del Vivione , si comincia a salire fino al laghetto di Valbona e dopo averlo aggirato , il sentiero si fà più ripido e ci porta al passo del Gatto a quota 2416 mt.
Piccola sosta per rifocillarci e mettere qualche abito più pesante.
Questo è il primo strappo che ci porta in quota , da adesso in poi non scenderemo mai sotto i 2300 mt.
Ecco il perchè del nome " ol sinter volt ".
Da adesso in poi camminiamo sempre , o in cresta o a mezza costa , con continui saliscendi e sempre a cavallo tra la Bergamasca e la Valtellina.
Dopo un'pò di cammino e dopo aver perso un'pò di dislivello , troviamo i laghi del Venerocolo , due più piccoli prima e poi quello più grande e a dieci minuti il rispettivo passo del Venerocolo a 2314 mt.
La bellezza del luogo ci impone una sosta.
E mentre tutti mangiamo qualche frutto , qualche barretta energetica o un panino ( dico un panino !!), c'è qualcuno ; Vittorio , che tira fuori , tipo bancarella del mercato :
mortadella - prosciutto - coppa - pancetta e per finire la bresaola che siccome è la più asciutta è meglio mangiarla per ultima , secondo lui.
Non siamo riusciti a tenere il conto dei panini !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Lasciato il lago del Venerocolo , si risale di nuovo in direzione del passo del Demignone a 2485 mt , dove ci aspetta una moltitudine di stelle alpine.
La Valtellina è la sotto , però questa nebbia non ci dà tregua.
Continuiamo la nostra escursione sempre sotto cresta , dove troviamo dei tratti di sentiero attrezzato con catene e tratti con staffe metalliche.
In tanti punti il sentiero è brutto a causa delle frane e degli smottamenti dovuti alla neve abbondante di quest'inverno.
Resta comunque un sentiero valutato EE , un'pò di esperienza e un piede fermo sono sufficienti.
Continuando si scende di nuovo e ci si ritrova al passo del Vò 2368 mt e poi dopo non molto al passo di Venano 2328 mt , dove ci aspetta Francesco Tagliaferri gestore dell'omonimo rifugio ( dedicato a Nani , suo fratello perito nelle Ande più di vent'anni fà ).
Al rifugio siamo in pochi , qui i turisti domenicali non vengono , questo è un rifugio di quelli veri dove si trova il calore dell'ospitalità e dell'amicizia , dove la gente ti dice subito ciao e non salve o buondi.
Dopo aver preso possesso del nostro stanzone da dodici posti , festeggiamo la prima tappa con una buona bottiglia di bianco.
Intanto fuori piove decisamente bene , ma il nostro Sergio continua a dire che prima o poi si aprirà.
In effetti poco prima di cena , il cielo si apre un pochino e tra uno squarcio e l'altro ci lascia vedere la Val di Scalve , la Valtellina con il lago di Belviso e addirittura il passo del Maniva nel Bresciano.
Da nord-ovest fà capolino qulche pezzetto di cielo blu , facendoci ben sperare per il giorno dopo.
La cena non si fà aspettare ed è squisita come sempre ( Francesco è un ottimo cuoco) perfino Vittorio siè tranquillizzato poichè era già in crisi d'astinenza da qualche ora.
Poi non si sàbene , se a causa del vino , del genepy , del grappino nel caffè o del semplice calore del rifugio , Francesco inizia a tirare fuori tutte le sue grappe.
Siamo riusciti a contarne 54 , con ogni tipo di frutta , di pianta e di radice , e , alla fine , il pezzo forte !!!!!!
Quattro bottiglie di grappa con dentro vari tipi di serpente ( i bresciani di montagna sanno di cosa parlo ).
Adesso per rispetto agli animalisti o semplicemente per quelli deboli di stomaco , non stò a raccontarvi i vari gusti o il modo in qui vengono messi in bottiglia.
La notte scorre lenta e rumorosa , e come capita spesso nei rifugi non si chiude occhio ( le brande sono troppo corte per me e i piedi mi si congelano)
anche Alessandro nonostante le quattro coperte , le due maglie di lana e i tre paia di calzini non la smette di battere i denti.
Vittorio e Sergio invece cominciano subito a segare legna e dall' intensità del loro russare , capiamo subito che il prossimo inverno sarà lungo e molto rigido.
Neanche Severino (il più pacato e tranquillo del gruppo )riesce a dormire e ogni tanto tira giù qualche sacramento.
C'è anche qualcuno che inspira dal naso ma espira non solo dalla bocca , probabilmente , visto il freddo che fà , fà di tutto per essere termoautonomo.
Il mattino seguente , alle ore 6,30 salto giù dal letto , mi armo di macchina fotografica e corro fuori per fotografare l'alba.
Il termometro segna 5 gradi , la nebbia è fitta che non vedo a più di 10 metri, neanche l'ombra di un cane , morale ????.
Alle 6,40 sono di nuovo in branda , maledicendo tutti quelli che fanno le previsioni del tempo.
Ore 8,30 , siamo pronti per la seconda tappa , dal rifugio ci dirigiamo verso il passo di Belviso 2518 mt e fortunatamente dopo il passo il cielo si apre davvero e ci permette di vedere la diga del Gleno e la rispettiva valle.
Perdiamo velocemente quota e poi dopo un lungo traverso , comincia un ripido sentiero che ci riporta in quota a 2680 mt , al passo di Bondione.
Qui il sottoscritto , negli ultimi 200 mt di dislivello và in crisi completa di ossigeno e la salita diventa eterna.
Mi passano davanti tutte le sigarette che ho fumato in 40 anni e vedo addirittura la vipera della sera prima che beffardamente mi sorride.
Giunti al passo facciamo una bella sosta , riprendo fiato e forza , da adesso in poi è tutta discesa da 2680 mt a 900 mt di Valbondione.
Una discesa , a volte , un'pò spaccaginocchia per i meno allenati e qui Alessandro soffre un'pò.
Io , come i sassi , non ho problemi , nel senso che rotolo meglio in giù che in sù !!!!.
Una discesa molto bella e panoramica sulla Val Cerviera con davanti il pizzo Coca , il Redorta , lo Scais e sulla nostra destra , prima il pizzo dei Tre Confini e poi il Recastello.
Dopo 4 ore di cammino arriviamo al rifugio Curò , dove ci aspetta una bella birra fresca , ci rifocilliamo , ci cambiamo , un colpo di telefono a casa e uno al nostro taxista Giacomo.
Ci incamminiamo per la larga e noiosa mulattiera che ci porterà a valle e qui le ginocchia di Alessandro incominciano a maledirlo e anche il pollicione del piede destro ha una grossa vescica , però la volontà e l'orgoglio di arrivare sono più forti del male.
Bravo Alessandro !!!!!!!
Anche Severino ha delle vesciche nei talloni , proprio lui , che all'inzio era il più timoroso (aveva paura di non farcela ) e invece è andato come un treno sia in salita che in discesa senza mai lamentarsi.
Bravo Severino !!!!!!!
Io e Sergio siamo contenti della riuscita di questa escursione , magari il prossimo anno la rifaremo sperando che il tempo sia migliore.
Vittorio è sempre allegro e pimpante e incomincia già a lamentarsi che ha fame.
Siamo tutti d'accordo nel dire che il suo non è un semplice verme solitario ma è una Anaconda.
Arrivati a Valbondione , tempo di posare lo zaino , di sedersi e ordinare una birra , ecco che spunta il monovolume di Giacomo.
Quando si dice , la precisione!!!!!!!
Cosi si concludono questi due giorni fuori dal mondo , dove l'amicizia , le risate e il piacere di camminare insieme hanno preso il posto del sole , riscaldandoci il cuore e dandoci quella serenità che non sempre si riesce a trovare.
Grazie a Vittorio - Sergio - Severino e Alessandro
Riccardo
Bravo Riccardo! Giro stupendo, stupenda compagnia e bel racconto, ciao!
RispondiEliminaciao Velio , e pensa che , ahimè , è tutto vero!!!
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